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L’ultima Royal Rumble maschile ha certamente lasciato il segno non solo per la sua riuscita ma anche per il suo epilogo. In pochissimi o forse nessuno ci saremmo aspettati la vittoria di Jey Uso. Ed invece eccoci qui a dedicare la nostra “copertina” al samoano che ha stupito tutti.

Eh già, perché in questa Royal Rumble c’era il mondo. Ma davvero il mondo. Roman Reigns, Seth Rollins, CM Punk. Ma anche Drew McIntyre. Aleggiava perfino il sospetto che sarebbe tornato The Rock. E poi anche John Cena, nella sua ultima rissa reale, del suo ultimo anno di carriera, in vista della sua ultima Wrestlemania per coronare il sogno del record dei 17 titoli mondiali. Insomma, pronosticare ‘Main Event’ Jey con tutta questa gente era abbastanza ardito. Ma chi l’ha fatto ha avuto ragione.

Siamo rimasti sorpresi perché fino all’ultimo, almeno noi (ma certamente non solo noi, ndr) non ci abbiamo creduto. Insomma, passi per l’eliminazione di Drew McIntyre. Ma quando CM Punk con un guizzo ha eliminato sia Roman Reigns che Seth Rollins, il pronostico si è decisamente spostato verso il ‘Best in the World’. Quando poi però anche lui è finito fuori, allora tutti ci siamo detti: “dei big è rimasto solo John Cena, la vincerà lui”. Il finale tra John e Jey, pur breve, ha saputo coinvolgerci anche se fino all’ultimo abbiamo pensato “vabbè, alla fine stanno giocando ma poi vince Cena”. E invece all’improvviso Cena è andato giù e l’unico in piedi sul ring era lui: Jey Uso. Da outisder a uomo del momento.

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Vittoria a sorpresa

L’impresa di Jey entra sicuramente nella lista delle vittorie più inaspettate di una rissa reale. Il ricordo va alle Rumble del 2011 e del 2012, vinte da Alberto Del Rio e da Sheamus. Non certo due grossi nomi. L’irlandese solo oggi sembra aver raggiunto una maturità degna di nota, ma comunque non da main event. Il messicano ha avuto quell’exploit ma non ha mai realmente sfondato, neanche quando è andato via dalla WWE. Ma restando a quelle Rumble, c’è differenza tra quelle vittorie di Del Rio e Sheamus con questa di Jey Uso? A nostro modo di vedere sì. La risposta è semplice. Se ci pensate, chiunque nello stadio di Indianapolis si sarebbe aspettato un altro nome per la vittoria finale. Eppure quando ha vinto Jey è stato salutato non con fischi di disapprovazione, ma con un’ovazione. Questo perché i suoi ingressi e la sua catchphrase “Yeet” hanno fatto presa su tutti. Il suo personaggio spopola, pur non essendo trascinatore della compagnia o simbolo della stessa.

Il timore, semmai, è un altro. Al di là del concetto di main event in senso lato, l’impressione è che un match con Jey Uso difficilmente lo vedremo come main event di una delle due serate dello ‘Showcase of Immortals’. Una sfida contro Gunther, magari con la giusta storia, potrebbe anche esserlo, ma ad oggi non lo è e questo anche per demerito del ‘Ring General’, che da campione mondiale non sta sfondando come quando era campione intercontinentale. Qualche chance in più di vedere Jey nel main event di Wrestlemania potrebbe esserci se scegliesse Cody Rhodes. Ma in primis ad oggi sarebbe una scelta priva di senso e con una storia tutta da costruire (il tempo però c’è, anche per far turnare heel uno dei due, ndr); in secundis finirebbe nel main event più per lo status di Cody che non per quello, pur alto, di Jey; in terzo luogo sarebbe anche un po’ uno spreco perché per Cody Rhodes ci sono opzioni certamente più interessanti per Wrestlemania (Roman Reigns terzo atto? John Cena per il passaggio di consegne? CM Punk per una sfida da brividi? The Rock perché un anno fa ha detto che sarebbe tornato per lui? Randy Orton perché è il suo mentore ma è anche il maestro che non vuole farsi superare dall’allievo?).

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‘Yes Movement’ e ‘KofiMania’ : due casi simili

Ma tornando all’impresa di sabato notte, se Jey Uso, pur dannatamente over, non è considerabile uomo di punta della WWE come un Roman Reigns o un Cody Rhodes (o per certi versi anche se in tono minore un Seth Rollins o un CM Punk, ndr) a cosa si può paragonare questa vittoria? Ci sono stati nel passato, neanche così lontano, due esempi di come la compagnia sia capace di sfruttare al massimo delle situazioni in vista del suo evento più importante, a prescindere da cosa accadrà dopo. I due esempi in questione sono lo ‘Yes Movement’ che portò sul tetto del mondo Daniel Bryan a Wrestlemania XXX e la ‘KofiMania’ che a Wrestlemania 35 ha fatto registrare, a furor di popolo, il trionfo di Kofi Kingston come campione WWE proprio ai danni di Daniel Bryan (in quell’occasione in versione heel, ndr). I fenomeni, per motivi e storie diverse, sono simili.

Daniel Bryan nel 2014 era il simbolo di un pubblico che aveva perso i suoi riferimenti. John Cena solo oggi riscuote giustamente il tributo dei fan indistintamente, ma non dimentichiamoci che per anni pur essendo l’uomo di punta divideva i fan, tra chi lo osannava e chi lo fischiava perché imposto dalla dirigenza. E nel 2014, dopo dieci anni al vertice quella fetta di fan era ancor più stanca di vederlo lì. CM Punk aveva lasciato la compagnia tra le polemiche. Il ritorno di Batista, a cui fu data la vittoria della Royal Rumble, fu clamorosamente un flop. La gente voleva atleti nuovi e aveva trovato in Daniel Bryan l’uomo di riferimento. L’atleta non grosso, ma che getta il cuore oltre l’ostacolo ed emoziona per la sua bravura. Fu la gente a spingere Bryan nel main event e quando la WWE l’ha capito ha cavalcato l’onda e l’ha portato dritto nel main event della trentesima edizione, chiusasi col suo trionfo. Il regno, poi di Daniel, non fu esaltante e durò anche poco a causa di un infortunio. Ma quel che conta e aver creato il “Wrestlemania Moment”.

La storia della ‘Kofimania” del 2019 è ancora più assurda. Daniel Bryan era il campione WWE in versione heel (la sua versione migliore con la cintura in vita, ndr). In piena Road to Wrestlemania va in scena un Elimination Chamber in cui Daniel mette in palio il suo titolo. Oltre ad avversari di tutto rispetto (AJ Styles, Kevin Owens, Randy Orton e Samoa Joe, ndr), sbuca dal nulla anche un inatteso Mustafa Ali. Il pakistano, però, si fa male e il suo posto lo prende Kofi Kingston, l’uomo più atletico del New Day. La sua prestazione nella chamber ruba l’occhio. Sfiora la vittoria, ma alla fine deve accontentarsi di essere l’ultimo eliminato, con Bryan che si conferma campione. Da lì diventa incredibilmente over, come mai nella sua carriera. È la gente a spingere la storia e la WWE rincara la dose, scrivendo una storyline in cui Kofi è denigrato come un atleta di Serie B, ma nonostante tutto ottiene la title shot più attesa, quella per Wrestlemania. La sfida contro Bryan è davvero molto bella e l’ovazione che la gente regala a Kofi alla conquista del titolo è davvero incredibile. Anche in questo caso, però, serve solo per il “Wrestlemania Moment”. Passato quello, il regno di Kofi risulterà essere abbastanza piatto e fin troppo lungo per lo status che dopo Wrestlemania si era ormai abbassato. Ci ha pensato Brock Lesnar in un venerdì di ottobre a porre fine allo strazio in dieci secondi.

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In conclusione

Con questo cosa vogliamo dire? Che ad oggi Jey Uso viaggia a vele spiegate verso una Wrestlemania, che probabilmente sarà una “YeetMania”, dove andrà a prendersi ciò che si merita. Dove raccoglierà i frutti di 15 anni di wrestling, dove ha avuto tante soddisfazioni in coppia col fratello Jimmy, ma poche come singolo. Dove vendicherà i tanti tentativi a vuoto (Roman Reigns a Summerslam 2023, Damian Priest nel 2024, Gunther nell’ultimo Saturday Night’s Main Event; un regno da campione intercontinentale durato un mese scarso, ndr). Dove finalmente sarà campione e sarà un gran bel Wrestlemania Moment. Starà poi a lui confermare questo status e accrescerlo ancor di più e rendere la YeetMania molto più che un “momentum” ma un vero inizio di qualcosa di più grande. Perché la rincorsa è bella, ma il difficile viene dopo

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns