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Un atleta capace di reinventarsi continuamente. Volto della WCW negli anni d’oro della WWF con un personaggio carismatico e positivo. Volto della WCW negli anni della ‘Monday Night War’ con la sua storica figura ispirata al corvo con l’iconinco faicepainting bianco e nero. Un punto di riferimento per le vecchie e le nuove generazioni. In una parola: Sting.

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FOCUS SULLA CARRIERA (solo major e principali ‘indies’)

  • 2 volte NWA World Heavyweight Champion
  • 6 volte WCW Champion
  • 4 volte TNA World Heavyweight Champion
  • 2 volte WCW International Champion
  • 2 volte United States Champion
  • 3 volte WCW World Tag Team Champion [una volta con The Giant, una volta con Kevin Nash, una volta con Lex Luger]
  • 1 volta TNA World Tag Team Champion [con Kurt Angle]
  • 1 volta AEW World Tag Team Champion [con Darby Allin]
  • 2 volte NWA TV Champion
  • WWE Hall of Famer
  • PWI ‘atleta rivelazione dell’anno’ 1988
  • PWI ‘ispirazione dell’anno’ 1990
  • PWI ‘match dell’anno’ 1991 (contro gli Steiner Brothers)
  • PWI ‘atleta più popolare dell’anno’ 1991, 1992, 1994 e 1997
  • PWI ‘ritorno dell’anno’ 2006, 2011 e 2014
  • PWI ‘wrestler dell’anno’ 1990

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I primi passi nei Blade Runners
Steve James Borden nasce ad Omaha il 20 marzo del 1959. In giovane età si appassiona al culturismo e il caso vuole che negli anni Ottanta, periodo in cui vive a Venice Beach, in California, alcuni road agent si mettono alla ricerca di atleti possenti da inserire nei roster delle loro promotion di pro-wrestling. Steve viene ingaggiato da uno di questi e inizia a competere prima nella giovane CWA e poi nella UWF, Qui prende il nome di Flash Borden e fa coppia con un altro ragazzo dal fisico possente, Jim Hellwig, che anni dopo sarà conosciuto nel mondo come Ultimate Warrior. Flash Borden e Jim Hellwig formano i Freedom Fighters con cui si fanno conoscere nella CWA, ma già nella UWF cambiano look, iniziando ad utilizzare il face painting e facendosi chiamare Blade Runners. Cambiano anche i loro nomi: Hellwig diventa Rock, mentre Flash diventa Sting. I due riscuotono un bel successo nell’underground del wrestling, ma le loro strade si separano. Rock inizia il suo percorso che lo porterà a salire in cima in WWF negli anni Novanta. Mentre Sting resta in UWF, dove cambia vari partner, ottenendo anche qualche titolo di coppia nella federazione e mostrando le sue doti. Alla fine viene notato dal leggendario Dusty Rhodes, booker dell’ambiziosa JCP (antenata della futura WCW, ndr), promotion appartenente al circuito della NWA. 

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L’ascesa e il trionfo di Great American Bash 1990
Reclutato per la JCP, fa il suo debutto a Starrcade 1997, dove fa squadra con Michael Hayes e Jimmy Garvin contro il trio composto da Rick Steiner, Eddie Gilbert e Larry Zbyszko. La compagnia viene acquisita da Ted Turner che la trasforma in WCW, sempre all’interno del circuito NWA. Qui Sting cresce costantemente in popolarità, tanto da arrivare in brevissimo tempo a competere per il NWA World Heavyweight Championship. La cosa avviene a Clash of the Champions del 1988, dove il giovanissimo Sting affronta il già celebre veterano Ric Flair, allora campione. L’impresa riesce a metà, in quanto Sting non perde, ma neanche riesce a conquistare il titolo in quanto il match si conclude in pareggio dopo il raggiungimento del tempo limite di 45 minuti. Ric Flair rimane campione, ma l’appuntamento è solo rinviato.

Sting è popolare ed è a tutti gli effetti l’uomo simbolo della compagnia. Vince anche qualche titolo, il primo nel marzo del 1988 battendo Mike Rotunda e diventando NWA TV Champion. Il titolo lo perde l’anno dopo quando a The Great American Bash affronta The Great Muta. Match che vede Sting vincere, ma dopo che viene mostrato un replay in cui si evince che il pin è avvenuto con le spalle di Muta sollevate da terra, il titolo viene reso vacante. Sting si riprende il titolo qualche mese dopo, battendo ancora Muta dopo svariati incontri tra i due. Il 1989 è un anno d’oro per Sting, che  lo chiude con una vittoria a Starrcade sul campione mondiale NWA, Ric Flair. Il match non è valido per il titolo, ma permette a Sting di chiudere al primo posto nel torneo Iron Man, per decretare il nuovo pretendente ufficiale al NWA World Heavyweight Championship.

Vittoria che incrina però dei rapporti. Infatti Sting era entrato a fare parte dei Four Horsemen, la celebre stable di cui Ric Flair era il leader. Dopo la vittoria del torneo Iron Man, gli viene chiesto di rinunciare alla sua title shot, ma Sting non ci pensa affatto e viene così estromesso dalla stable, contro cui inizia un feud.  I Four Horsemen infortunano Sting al ginocchio. Al posto di Sting  la title shot  viene concessa all’amico Lex Luger, che però perde contro Ric Flair per count-out nel tentativo di salvare Sting da un nuovo assalto dei Four Horsemen, mentre stava assistendo al match di Luger per dargli sostegno a bordo ring. Ma Sting fa finalmente il suo ritorno al ring e ottiene la sua grande occasione a The Great American Bash 1990. Qui, in uno degli incontri più iconici delle loro carriere, Sting e Ric Flair tirano fuori una prestazione incredibile. Alla fine Sting riesce a battere finalmente ‘The Nature Boy’ per la  prima volta in carriera, laureandosi per la prima volta NWA World Heavyweight Champion. Per Sting è la consacrazione definitiva. Negli anni in cui spopola la WWF con i vari Hulk Hogan, Ultimate Warrior e Randy Savage, Sting diventa la risposta della WCW e del circuito NWA.

Il regno da campione dura per tutto il 1990, anno in cui Sting difende con successo l’alloro dagli assalti di atleti duri come lo stesso Flair e Sid Vicious e soprattutto dal curioso Black Scorpion. Quest’ultimo viene sconfitto a Starrcade e viene smascherato, rivelandosi essere proprio Ric Flair.

Sting trionfa a The Great American Bash 1990, diventando per la prima volta in carriera NWA World Heavyweight Champion

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Volto della WCW
Il 1991 per Sting si apre male perché alla fine perde il NWA World Heavyweight Championship contro Ric Flair, ma è l’inizio di un nuovo percorso. Conqusita per un breve periodo lo US Championship battendo Steve Austin, prima di perdere lo stesso titolo dopo circa tre mesi contro Rick Rude. Insieme all’amico Lex Luger va all’assalto dei WCW Tag Team Championship, arrivando ad uno scontro epico contro gli Steiner Brothers a SuperBrawl. I due diventano campioni insieme, ma alla lunga Lex Luger lo tradisce. Sting intraprende sul finire dell’anno una faida con la nascente Dangerous Alliance, capitanata da Rick Rude e con al suo interno atleti come Steve Austin, Larry Zbyszko, Arn Anderson e Bobby Eaton. Durante questa faida avviene il tradimento di Lex Luger, che intanto diventa WCW Champion, titolo diventato il principale della promotion, dopo il distacco di quest’ultima dal circuito NWA. Il feud tra Luger e Sting sfocia nel 1992 quando a SuperBrawl II arriva la tanto attesa sfida tra i due ex amici. Match di pregevole fattura che si conclude con la vittoria di Sting, che diventa per la prima volta WCW Champion. 

Lex Luger e Sting prima del loro match per il WCW Championship di SuperBrawl II

Nei primi mesi di regno, però, si affaccia una nuova minaccia, ossia il grosso Big Van Vader, che attacca Sting infortunandolo. Nonostante tutto i due si affrontano col titolo in palio a Great American Bash, dove però Vader ha la meglio e vince il titolo. Le attenzioni di Sting si spostano per un po’ sulla Dangerous Alliance, che continua a dargli noie. Alla fine la faida si conclude quando a WrestleWar viene indetto un war games destinato a restare nella storia. Da una parte la Dangerous Alliance composta da Rick Rude, Steve Austin, Arn Anderson, Larry Zbyszko e Bobby Eaton; dall’altra lo Sting’s Squadron, ossia la stable creata da Sting e composta oltre che da lui anche da Ricky Steamboat, Dustin Rhodes, Barry Windham e Nikita Koloff. 

Dopo un breve feud con Cactus Jack, Sting torna a tuffarsi su Vader, che intanto ha perso il WCW Championship. Ma tra i due c’è ben altro oltre al titolo. E’ una  questione d’onore, che sfocia nella sfida di Starrcade del 1992, vinta da Sting. Il feud è tutt’altro che finito, ma ha il suo culmine nel 1993 in un incredibile strap match che va in scena a SuperBrawl III, vinto da Vader, che intanto era tornato WCW Champion e riesce così a conservare il titolo. I due si affrontano ancora strappandosi a vicenda il WCW Championship durante un tour estivo in Europa: Sting diventa campione a Londra nel luglio 1993, ma perde il titolo sei giorni dopo a Dublino. Il 1993 si chiude col ritorno di Ric Flair in WCW (dopo una breve parentesi in WWF, ndr). Sting diventa alleato del ‘Nature Boy’ e si congratula con lui quando Ric spodesta finalmente Vader per il WCW Championship.

Sting e Big Van Vader prima di uno dei loro tanti match combattuti tra il 1992 e il 1993

Il 1994 vede Sting ancora confrontarsi con rivali storici come Vader e Rick Rude, riuscendo a conquistare contro quest’ultimo il WCW International Championship (titolo secondario poi abolito, ndr). Lo perde poi contro lo stesso Rude, ma lo riconquista a Slamboree 1994 contro Vader. Ma nel frattempo si rompe l’alleanza con Ric Flair, arrivando così allo scontro di Clash of the Champions XXVII per l’unificazione dei titoli WCW e WCW International. A vincere è il ‘Nature Boy’, che unifica i titoli. 

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Baluardo contro il NWO
Il 1995 non regala particolari spunti nella carriera di ‘The Icon’, anche perché già dalla metà del 1994 il ruolo di protagonista della WCW se lo prende Hulk Hogan, appena acquistato dalla compagnia di Ted Turner, che dà il via all’acquisizione di diverse star della rivale WWF. Anche il 1996 scorre via senza particolari spunti, ma la svolta si ha a Bast at the Beach. Qui Sting fa squadra con Lex Luger e l’ex WWF, ‘Macho Man’ Randy Savage. I tre se la devono vedere contro altri due ex WWF, ossia Scott Hall e Kevin Nash, noti nella WWF qualche anno prima come Razor Ramon e Diesel. I due hanno un partner a sorpresa, che non inizia la contesa. Nel bel mezzo del match quel partner a sorpresa si rivela essere proprio Hulk Hogan, che però passa dalla parte degli ‘heel’ attaccando i buoni, Sting compreso. E’ la notte in cui nasce il NWO. La neonata stable capitanata dall’ex Hulkster, che ora si fa chiamare Hollywood Hogan, prova più volte a portare Sting nelle proprie fila. Sting rifiuta, ma allo stesso tempo lo si vede combattere al fianco del trio heel. Ben presto si scopre che il NWO ha ingaggiato un falso Sting e i conti tra il ‘fake’ e il vero Sting vengono risolti alla vigila del War Games. In occasione del War Games, Sting dimostra di essere un fedele amico della WCW e conduce il Team WCW alla vittoria sul Team NWO, ma nella stessa notte lascia la compagnia.

E’ solo una preparazione al futuro ritorno che arriva nel 1997 in nuovissime vesti. Dopo qualche mese, infatti, mentre il NWO continua a fare il bello e il cattivo tempo, ingrandendosi a suon di scorrettezze e corruzione, senza che vi sia un paladino dei buoni a contrastarli, ecco che nelle piccionaie delle arene appare un personaggio oscuro. Un uomo col viso dipinto di bianco e di nero, come il personaggio del “Corvo”. Un personaggio che si cala dall’alto sui ring e che terrorizza la stable di Hogan. Si tratta proprio di Sting, che ha cambiato completamente look, diventando un personaggio oscuro e temibile, di poche parole, ma che va dritto contro i suoi nemici. Sting infiamma le arene con questo nuovo personaggio e lo fa ancor di più quando arriva a sfidare direttamente il NWO e il suo leader, ottenendo il match attesissimo dai fan contro Hollywood Hogan per il WCW Championship a Starrcade. Qui la sfida è abbastanza controversa. Sting in effetti perde, ma un altro nuovo acquisto WCW, Bret ‘Hitman’ Hart, impedisce di suonare la campana e fa proseguire il match, che Sting vince nonostante Hogan non ceda alla sua Scorpion Deathlock (la nuova finisher, ndr). Sting viene celebrato dai face del roster come nuovo WCW Champion.

Sting col nuovo face painting bianco e nero versione “corvo”, col quale si erge a principale baluardo della WCW contro lo strapotere del NWO

Sting diventa in questo periodo il baluardo della WCW contro lo strapotere del NWO e del suo leader Hollywood Hogan. Ma il regno da campione dura poco a causa del controverso esito del match di Starrcade e del no contest della rivincita della sera successiva in un episodio di Nitro. Il titolo viene reso vacante, ma torna in palio a SuperBrawl VIII, ancora una volta in una sfida tra Sting e Hogan. Anche qui, dopo un altro finale controverso, Sting vince ancora e diventa ancora WCW Champion. Il regno dura un paio di mesi con ‘The Icon’ che lo difende dall’assalto di atleti importanti del NWO come Kevin Nash, Scott Hall, ancora Hogan e Randy Savage.

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La parentesi NWO Wolfpack e il ritorno al top
A Spring Stampede, però, Sting perde il WCW Championship in favore di Randy Savage. Ma Sting inizia a far coppia con The Giant (che anni dopo sarà noto come Big Show in WWE, ndr) e insieme conquistano i WCW World Tag Team Championship. Durante il loro regno, però, il NWO inizia a fare pressione su entrambi e lo fa nell’ambito della rivalità interna alla stable. Così accade che il team si separa con The Giant che approda nel gruppo classico, guidato da Hogan, ossia il NWO Black & White, e Sting, che lascia le vesti da paladino della WCW e approda anche lui nel NWO, ma nella versione Wolfpack, guidata da Kevin Nash. In questo periodo cambia anche il suo face painting, che diventa rosso e nero. Nonostante tutto il 1998 non è un anno da ricordare per la carriera di Sting, che intraprende una rivalità con Bret Hart (passato al NWO Black & White) e che per una sola notte si riunisce anche con lo storico amico The Warrior (Jim Hellwig, ndr), con cui insieme affrontano Hogan e Bret Hart. Ma il 1998 in generale è un anno deludente a causa anche di probemi fisici e personali dell’atleta.

Sting in compagnia di Lex Luger, Kevin Nash e Konan nel NWO Wolfpac

La musica cambia decisamente nel 1999, quando Sting torna nelle sue classiche vesti bianco e nero e mette a segno ben 19 vittorie consecutive. Sembra inarrestabile e arriva a competere per il WCW Championship durante un episodio di Nitro del 26 aprile, dove affronta il campione DDP. Ne viene fuori uno dei suoi migliori match, probabilmente il primo davvero di altissimo livello dal cambio di gimmick. Sting supera DDP e per la quinta volta in carriera diventa WCW Champion. Ma dura poco perché perde il titolo pochissimi giorni dopo in un match a quattro. L’anno prosegue con una faida con lo storico rivale Ric Flair, a cui toglie la carica di presidente della WCW durante un match tra i due in un episodio di Nitro. Poi si allea con Hollywood Hogan (tornato face, ndr) e con Goldberg nella battaglia contro il trio composto da Rick Steiner, Sid Vicious e Kevin Nash. Chiusa favorevolmente la breve faida, Sting ottiene una title shot per il WCW Championship contro Hulk Hogan, tornato l’eroe in giallo e rosso del passato. La sfida tra Sting e Hogan va in scena a Fall Brawl, dove clamorosamente Sting riceve una mazza da baseball da Lex Luger e colpisce Hogan, effettuando un clamoroso turn heel. Sting diventa per l’ultima volta WCW Champion. Difende il titolo ancora contro Hogan, ma anche contro altri avversari come Chris Benoit e Bret Hart, prima di perdere il titolo contro Goldberg ad Halloween Havoc.

Sting nel bellissimo match contro DDP in cui torna WCW Champion

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La fine della WCW e l’approdo in TNA
Dopo l’ottimo 1999, il 2000 è un anno abbastanza strano. Sting si allea con il giovane Vampiro, ma i rapporti tra i due si incrinano quando nella primavera arriva la rivoluzione del New Blood, la stable delle nuove leve della WCW guidata dai manager Eric Bischoff e Vince Russo. Vampiro si schiera proprio col New Blood, prima causando la sconfitta di Sting contro Scott Steiner nella finale del torneo per l’assegnazione dello US Championship. Il feud tra Sting e Vampiro non sarà tra i più avvincenti della carriera di ‘The Icon’, figlio dello stanco ultimo periodo di vita della WCW. Dopo l’estate e dopo un match vinto contro Kevin Nash, Sting si prende un periodo di pausa per problemi fisici. In questi mesi la WCW vive una crisi finanziaria incredibile, che sfocia a marzo 2001 con l’acquisizione della compagnia da parte della rivale WWF. Sting fa il suo ritorno solo per l’ultima puntata di Nitro, dove affronta e batte il rivale storico Ric Flair. La WCW, compagnia alla quale è stato sempre fedele, scompare per sempre.

Sting, però, così come alcune altre superstar di primissimo livello della WCW, non passa alla WWF. Bazzica qua e là nel mondo del wrestling, con qualche apparizione nell’australiana WWAS, che non avrà grande fortuna. Decisamente notevoli invece le apparizioni nell’ambiziosa TNA, una promotion nata nel 2002 con l’obiettivo di essere il principale competitor della WWF, che intanto è diventata WWE. Tra il 2002 e il 2005 le sue apparizioni in TNA, per lo più al fianco di Jeff Jarrett, sono saltuarie. Ma quando Sting annuncia il suo ritiro e Jeff Jarrett manda dei suoi scagnozzi a spiarlo, i rapporti tra i due si incrinano e ‘The Icon’ annuncia l’ingresso in pianta stabile nella TNA. E’ l’inizio di una nuova giovinezza per lui.

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Di nuovo campione NWA e gli anni d’oro della TNA
Gli anni in TNA vedono Sting vivere una nuova giovinezza, entrando in pieno nelle varie storyline della compagnia. Nel 2006 corona il percorso competendo a Slammiversary nel King of the Mountain match per il celebre e storico NWA World Heavyweight Championship, acquisito dalla promotion, pur non vincendo. Ma la rincorsa al titolo prosegue e, dopo un nuovo fallimento a Victory Road a causa del tradimento di Christian Cage, Sting finalmente riesce a superare Jeff Jarrett a Bound for Glory, laureandosi NWA World Heeavyweight Champion per la seconda volta in carriera dopo 16 anni.

Il regno dura un solo mese in quanto Sting perde il titolo perdendo anche se solo per squalifica (regola per il cambio titoli in TNA, ndr) contro Abyss. Nei mesi seguenti, fino alla fine del 2006, Sting tenta più volte di riprendersi il titolo ma senza successo. Nel 2007 Sting resta nel giro titolato, avendo altre occasioni per la conquista del NWA World Heavyweight Championship, ma ancora senza riuscire nell’intento. Intanto finisce la collaborazione tra TNA e NWA, con il titolo storico che non viene più difeso nella compagnia. Il titolo principale diventa il TNA World Heavyweight Championship e Sting resta nell’orbita. Prima però inizia a far coppia con Kurt Angle, con cui diventa TNA World Tag Team Champion per qualche mese. Poi tra i due i rapporti si incrinano quando Sting ottiene la title shot per sfidare Kurt a Bound for Glory per il TNA World Heavyweight Championship, nelle mani dell’ ‘Olympic Hero’. Tra i due va in scena quello che forse è il più bel match di ‘The Icon’ nel suo stint in TNA e si conclude con la vittoria di Sting, che per la prima volta diventa TNA World Heavyweight Champion. Il regno dura poco perché in un successivo incontro in un episodio di Impact è lo stesso Angle a riprendersi la cintura, sebbene in un match non al livello del precedente.

Sting e Kurt Angle uno contro l’altro a Bound for Glory 2007 per il TNA World Heavyweight Championship

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La Main Event Mafia
Il 2008 fa registrare un colpo di scena con il turn heel di Sting, con un attacco a Samoa Joe durante un suo match contro Booker T. Sting torna dalla parte dei cattivi dopo esserlo stato per pochi mesi solo nel 1999 in WCW. Il percorso da heel porta bene a ‘The Icon’, che a Bound for Glory batte Samoa Joe e torna TNA World Heavyweight Champion. Durante questo regno diventa membro della Main Event Mafia, una stable heel guidata da Kurt Angle e composta da altri veterani come Kevin Nash, Booker T e Scott Steiner. Il regno di Sting dura diversi mesi, durante i quali si difende dall’assalto di talenti come AJ Styles, Samoa Joe, Rhino e perfino Kurt Angle stesso durante una faida interna alla fazione. Nonostante alcune incomprensioni, prosegue il suo periodo nella Main Event Mafia e prosegue il suo regno da campione, che si conclude solo nel 2009 quando a Lockdown viene sconfitto da Mick Foley.

Ma si incrinano definitivamente i rapporti con Kurt Angle quando a Sacrifice va in scena un match a quattro tra Kurt Angle, Sting, Jeff Jarrett e Mick Foley, campione TNA. La stipulazione prevede che Foley perderà il titolo solo se schienato, ma prevede anche che Kurt Angle perderà la leadership della Main Event Mafia se schienato. Il match viene vinto da Sting, che però preferisce schienare Angle piuttosto che riprendersi il titolo, diventando così leader della stable. Ma la sua leadership non viene apprezzata perché Sting inizia a predicare valori come il rispetto dell’avversario, non proprio da heel. Alla fine il gruppo si ribella al capo e Sting viene estromesso dalla MEM, iniziando una personale battaglia contro la stessa e tornando face. Durante il 2009 Sting porta a termine il suo piano contro la MEM aiutando AJ Styles a vincere il TNA World Heavyweight Championship contro Kurt Angle. Ma lo stesso Angle a più ripetizioni dirà che il titolo di Styles non è meritato perché l’aiuto di Sting è stato determinante. Questo porta AJ a chiedere un match risolutivo proprio contro Sting, che viene pubblicizzato come l’ultimo match della carriera di ‘The Icon’. Incontro stupendo in cui AJ Styles ha la meglio, confermandosi campione.

Sting ed AJ Styles nel loro bellissimo match di TNA Bound for Glory 2009

Sting scompare un po’ dai radar, ma non ha affatto concluso il suo stint nella TNA, sebbene tra il 2009 e il 2011 compare molto più raramente e solo in piccole faide, che coinvolgono anche altri veterani come Ric Flair, Hollywood Hulk Hogan, RVD, ecc. Un nuovo ritorno si ha all’inizio del 2012, quando a Victory Road affronta un irriconoscibile Jeff Hardy, battendolo e diventando per la terza volta TNA World Heavyweight Champion. Titolo che conserva fino a Slammiversary, quando lo perde per mano di Mr Anderson. Ma proprio contro Anderson qualche settimana dopo riconquista il titolo in un episodio di Impact. Anche stavolta il regno è breve e si conclude ad Hardcore Justice per mano di Kurt Angle.

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Sting in WWE
Nell’estate del 2014 Sting, libero da vincoli con altre compagnie, per la prima volta inizia una collaborazione commerciale con la WWE, entrando addirittura come personaggio nel nuovo videogame. Il tutto è il preludio ad un evento storico che va in scena alle Survivor Series. Qui nel bel mezzo del match tra Team Cena e Team Authority, Sting irrompe nell’arena attaccando il leader dell’Authority, Triple H, e favorendo la vittoria del Team Cena, ponendo Dolph Ziggler sopra Seth Rollins. Le apparizioni di ‘the Icon’ in WWE sono da part-timer, ma generano un’incredibile popolarità tra i fan, che sognano il match contro Undertaker a Wrestlemania. Un match tra personaggi oscuri, che da anni tutti vorrebbero vedere.

Ma i tempi sono cambiati. Undertaker ha perso la sua streak l’anno prima e non è più in forma come un tempo. Anche Sting viene da un anno dove è stato pressoché fermo. Alla fine le mire di ‘The Icon’ si concentrano sul leader dell’Authority, Triple H, i cui destini si incrociano a Wrestlemania 31 in quella che è l’unica apparizione di Sting nella sua carriera allo ‘Showcase of Immortals’. Il match contro ‘The Game’ non è brutto, ma paga l’overbooking con le interferenze di ex DX in favore di Triple H e di ex NWO in favore di Sting. A vincere è Triple H, che però stringe sportivamente la mano a Sting a fine match. Sting scompare per qualche altro mese dalle scene.

Sting e Triple H si affrontano a Wrestlemania 31. Per ‘the Icon’ è il primo storico match in WWE e l’unico della sua carriera a Wrestlemania

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Il ritiro e la Hall of Fame
Ma ‘The Icon’ nello stesso 2015 torna in azione, puntando dritto al titolo mondiale WWE, detenuto dall’astro nascente Seth Rollins. Sting mette paura al campione, riuscendo ad ottenere la title shot per Night of Champions. Il match tra Sting e Rollins è forse il migliore disputato da ‘The Icon’ nel suo brevissimo stint in WWE. Questo è anche però l’ultimo match per lui perché proprio durante questo incontro, Sting subisce un bruttissimo infortunio al collo, che rischia quasi di paralizzarlo. Poco tempo dopo Sting annuncia di non poter più combattere e si ritira dal wrestling. La WWE lo omaggerà comunque l’anno dopo, facendolo entrare nella WWE Hall of Fame. Nella cerimonia viene introdotto dallo storico rivale Ric Flair.

Sting contro Seth Rollins nel suo ultimo match in WWE a Night of Champions

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AEW: l’ultimo acuto di ‘The Icon’
Dal 2016 al 2020 Sting lo si vede solo dietro le quinte come ambasciatore della WWE, ma proprio nel 2020 arriva una grandissima sorpresa. Sting sembra aver recuperato dal grave infortunio e torna al wrestling lottato, apparendo nella puntata dello show Dynamite della AEW del 2 dicembre, schierandosi al fianco del giovane Darby Allin. Negli anni che seguono Sting assume le vesti principalmente di mentore e partner di Allin, facendosi apprezzare nel backstage per il suo sapiente ruolo di veterano che fa crescere i giovani talenti. Nella sua carriera in AEW disputa solo match tag team, sempre in coppia con Allin e talvolta anche con altri atleti aggiunti ai due. Il culmine del percorso si ha nell’episodio di Dynamite del 7 febbraio 2024, dove Sting e Allin diventano AEW World Tag Team Champions. Il regno dura poco perché Sting annuncia il suo ritiro ufficiale dal mondo del wrestling, annunciando che a Revolution disputerà con Allin e contro gli Young Bucks l’ultimo match della carriera. Il match viene comunque vinto da Sting e Allin, con ‘the Icon’ che si ritira con una cintura in vita.

Una carriera al top, in cui ha vestito sia i panni dell’eroe sorridente e positivo che piace ai bambini sia quelli dell’eroe oscuro e di poche parole. L’unico grande rammarico è averlo visto troppo tardi e per troppo poco tempo nella WWE, compagnia di cui è stato a lungo rivale, essendo stato sempre fedele alla WCW. Il vero rammarico è non averlo mai visto in un match contro The Undertaker. Ma questo non scalfisce la sua carriera incredibile. Un’icona!

 

Sting in compagnia di Darby Allin, suo partner fisso nei circa quattro anni in cui ha militato in AEW, dove ‘The Icon’ ha chiuso la carriera

 

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Dieci match da vedere di STING in ordine cronologico

  1. JCP Clash of the Champions 1988: Sting v Ric Flair (c) per il NWA World Heavyweight Championship
  2. WCW Great American Bash 1990: Sting v Ric Flair (c) per il NWA World Heavyweight Championship
  3. WCW SuperBeawl (1991): Sting/Lex Luger v Steiner Brothers per il WCW World Tag Team Championship
  4. WCW SuperBrawl II (1992): Sting v Lex Luger (c) per il WCW Championship
  5. WCW WrestlerWar 1992: Sting Squadron v Dangerous Alliance [war games match]
  6. WCW SuperBrawl III (1993): Sting v Big Van Vader (c) per il WCW Championship [Strap match]
  7. WCW Starrcade 1997: Sting v Hollywood Hogan (c) per il WCW Championship
  8. WCW Nitro del 04/04/1999: Sting v DDP (c) per il WCW Championship
  9. TNA Bound for Glory 2007: Sting v Kurt Angle (c) per il TNA World Heavyweight Championship
  10. TNA Bound for Glory 2009: Sting v AJ Styles

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns