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Che sia questa la volta buona per Cody Rhodes? Il momento della conquista del titolo WWE. Il titolo che fu di Bruno Sammartino, Hulk Hogan, Bob Backlund, Ric Flair (anche se Ric ha costruito la sua leggenda soprattutto con titoli NWA e WCW), Bret Hart, Shawn Michaels, Stone Cold Steve Austin, Triple H e sì, anche di The Rock. Quello stesso titolo che è mancato a suo padre Dusty. Quello stesso titolo che è sempre mancato anche a Cody.

Un anno fa, dopo aver ricostruito la propria carriera a suon di titoli mondiali altrove, l’ ‘American Nightmare’ finalmente otteneva la sua chance, con tanto di favore popolare (vedi questo post). Ma a Wrestlemania 39 ha dovuto ingoiare il boccone amaro della sconfitta. Quel titolo WWE (che oggi in realtà è unificato al titolo universale, di più recente istituzione, ndr) è sfuggito ancora una volta (vedi questo post). Ma Rhodes non si è perso d’animo e ha continuato a lottare, trascinato anche dal favore dei fan che non ha mai perso.

Il suo è stato un 2023 senza picchi eccessivi, ma sicuramente senza momenti di “down”. Il feud con Brock Lesnar, chiuso con la decisiva vittoria di Summerslam, è servito a dargli una vittoria importante contro un avversario di valore, al fine di mantenerne alta la popolarità pur senza titoli in vita. Poi è stata la volta della faida contro il Judgement Day, condotta in primo piano con alleati come Sami Zayn, Jey Uso e anche Seth Rollins, con cui sono stati messi da parte i dissapori del feud del 2022. Ed infine il feud con il rigenerato Shinsuke Nakamura, condotto interamente a Raw prima della Royal Rumble e chiuso anche questo con una vittoria.

La popolarità di Rhodes è rimasta altissima e ha resistito anche al ritorno di CM Punk, tanto da ottenere un grande pop anche dopo aver eliminato proprio il ‘Best in the World’ nell’ultimo atto della rissa reale. E così arriviamo al “back to back” e alla Road to Wrestlemania con la scelta di avere la rivincita contro Roman Reigns per il titolo universale indiscusso (WWE e universale unificati, ndr) per “finire la storia”. Una scelta quasi guidata dalla rivolta dei fan, che hanno rigettato l’incontro dei sogni tra Roman Reigns e The Rock. Brava poi la WWE a tornare sui suoi passi e a costruire da questo errore una fantastica storia, con The Rock sapientemente impiegato nei promo e nelle trame. E poi questo concetto di “finire la storia”, che si ripete costantemente. Nello slogan del videogame WWE 2k24, nelle frasi di Cody, nelle prese in giro di The Rock. Perché tutto deve portare lì: a finire la storia. Quella storia iniziata col ritorno di Cody in WWE nel 2022 e che a Wrestlemania un anno fa doveva concludersi col lieto fine, ma ha avuto una brusca frenata. L’ ‘American Nightmare’ fuori dalla compagnia di Stamford ha ottenuto tutto quello che poteva ottenere: campione mondiale NWA come suo padre Dusty (in TNA, ndr), campione mondiale ROH, campione statunitense IWGP nella NJPW, campione TNT in AEW. Ma tutto questo non basta. Deve vincere laddove suo padre non ha mai avuto la possibilità di competere e laddove lui stesso non è mai riuscito. Deve prendersi il titolo WWE (e universale, ndr) e per farlo deve battere colui che è imbattibile: Roman Reigns.

Il regno del ‘Tribal Chief’ è forse all’ostacolo principale. Roman, campione dal 30 agosto 2020, punta a tenere il titolo almeno fino a settembre per superare il record di 1474 giorni del primo regno da campione di Hulk Hogan e salire sul podio dei tre regni più lunghi di sempre della storia della WWE. Se la compagnia ha questa intenzione allora anche stavolta Cody fallirà. Ma la strada che si sta prendendo, crediamo proprio che sia quella del “finire la storia”.

Non vediamo possibile come una storia partita così da lontano possa concludersi senza il lieto fine. La narrativa è giusta e anche lo scenario è quello giusto. Il regno del ‘Tribal Chief’ se dovrà finire dovrà essere a Wrestlemania. Poi ogni decennale, lo ‘Showcase of Immortals’ ha regalato consacrazioni e momenti epici. La decima fu quella della ribalta di Bret Hart. La ventesima quella del grande abbraccio tra Eddie Guerrero e Chris Benoit, prima delle loro tragedie. La trentesima fu il trionfo dello ‘Yes Movement’ di Daniel Bryan. Ora tocca a Cody. E non sottovalutiamo la figura di The Rock. La sua sudditanza a Roman Reigns è chiaramente una farsa. Narrativamente non è credibile che uno col suo ego si sottometta al cugino e al momento opportuno gliela farà pagare.

Due scenari secondo noi. Nel primo The Rock e Roman Reigns vincono il main event della prima serata e la sfida tra Cody e Reigns seguirà le regole della Bloodline, con il ‘People’s Champion’ magari arbitro speciale, che però tradirà il cugino sul più bello, permettendo a Rhodes di finire la sua storia. Nel secondo invece potremmo vedere la vittoria di Cody e Rollins, con il main event della seconda serata che diventerà una vera sfida uno contro uno tra il ‘Tribal Chief’ e l’ ‘American Nightmare’, ma in cui ad un certo punto qualcuno della Bloodline proverà comunque ad interferire, con The Rock che farà altrettanto ma non per aiutare Roman, bensì per andargli contro.

Entrambi gli scenari portano verso una sola direzione: Cody finirà la sua storia! È il suo momento.

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns