Abbiamo visto lo shockante segmento finale di SmackDown post-Royal Rumble, ma abbiamo atteso. Abbiamo visto l’ultimo episodio di Raw e abbiamo ancora atteso. Poi è arrivata la conferenza stampa di presentazione di Wrestlemania XL, con l’annuncio ufficiale di Roman Reigns vs Cody Rhodes parte II. E allora possiamo commentare. Quando tutti sul web e sui social invocavano la “lesa maestà” di The Rock e più in generale della WWE nei confronti di Cody, noi abbiamo atteso perché avevamo intuito che facesse tutto parte di un piano più grande. Far parlare il WWE Universe di The Rock che da ‘People’s Champion’ diventa usurpatore, far volare l’hashtag #wewantcody, alimentare un movimento pro-Rhodes per spingere i vertici a non negargli la grande rivincita a Wrestlemania XL, è stato un modo per distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sullo scandalo sessuale di Vince McMahon (che ha coinvolto anche Brock Lesnar, ndr). Una mossa geniale. Ha creato un movimento di protesta che ha concentrato le attenzioni sulle storyline centrando due obiettivi: in primis far passare in secondo piano una vicenda reale, più seria e bruttissima; in secondo luogo far credere ai fan di aver negato loro ciò che vogliono, dandogli poi davvero ciò che vogliono.
Tutta questa premessa per parlare proprio del #wewantcody e delle sue analogie o differenze con lo ‘Yes Movement’ che portò esattamente dieci anni fa Daniel Bryan nel main event della trentesima edizione di Wrestlemania. Analogie effettivamente ci sono. Oggi come allora abbiamo un atleta bravo, carismatico, talentuoso, osannato dai fan, ma mai tenuto nella giusta considerazione dalla WWE per arrivare al top. Oggi come allora abbiamo, o per meglio dire avevamo, una superstar leggendaria, tornata in azione per prendersi ciò per cui l’atleta talentuoso e osannato ha lavorato per un anno intero. Oggi come allora c’è una fanbase che si rende conto del “sopruso” e che protesta, spinge e sbraita per schierarsi al fianco del proprio beniamino affinché abbia la sua meritata chance titolata nel main event di Wrestlemania. Oggi come allora abbiamo una WWE che fa sua quella protesta, la cavalca e alla fine dà ai fan quello che vuole. Ieri fu Daniel Bryan ad entrare di prepotenza nel main event di Wrestlemania XXX dopo la scena epica dell’occupazione del ring dei fan a Raw. Oggi è Cody Rhodes che grazie alla pressione dei suoi fan sui social ottiene il main event di Wrestlemania XL. Ma le analogie finiscono qui.
In linea di massima le due situazioni sono simili, ma a ben vedere chi si è affrettato a paragonarle è stato un attimino frettoloso. Ci sono tante differenze sia tra i due atleti, sia tra gli antagonisti, sia nelle dinamiche. Per non dire nei piani narrativi. Daniel Bryan era un atleta bravo, ma che per struttura fisica non aveva forse mai convinto i vertici. Aveva qualche run titolata alle spalle, ma poca roba: tre mesi da campione mondiale ma nell’epoca finale di quel titolo (quando ormai aveva perso valore un anno prima di essere inglobato nel titolo WWE, ndr), tra l’altro finiti anche male con una sconfitta in pochi secondi (contro Sheamus a Wrestlemania XXVIII, ndr); due titoli WWE, uno perso immediatamente dopo aver subito l’incasso del MITB, l’altro reso vacante il giorno dopo. Insomma, un atleta incompleto, quasi di “serie B”, che ha dovuto davvero scalare le montagne per arrivare in alto. Cody Rhodes viene da tutt’altra storia. Magari anche lui è stato in passato sottovalutato, ma se n’è andato, ha trovato successo altrove (in AEW, ndr), poi è tornato e si è preso la scena. Avrà anche perso l’occasione di diventare per la prima volta campione universale WWE un anno fa, ma è stato tra i grandi protagonisti del 2023 e ha vinto per il secondo anno consecutivo la Royal Rumble. Insomma, non proprio una star che deve spintonare per affermarsi.
E passiamo proprio al tema Royal Rumble, legandolo anche al discorso che faremo poi sull’antagonista. Mentre Cody Rhodes l’ha vinta addirittura per il secondo anno di fila, nel 2014 Daniel Bryan non aveva neanche preso parte alla rissa reale. A dimostrazione che una sua presenza nel main event di Wrestlemania non era proprio nei piani. Qui in fin dei conti Cody se l’è guadagnato e doveva solo scegliere il titolo per il quale competere. Per farla breve dieci anni fa, per quanto i fan non fossero d’accordo, ma narrativamente parlando era coerente un’assenza di Daniel Bryan: la rissa non solo non l’ha vinta, ma proprio non c’era, quindi perché dargli il main event? Cody l’ha vinta e doveva solo scegliere: quindi perché lasciare la scena a The Rock così a cuor leggero? E qui veniamo al discorso della leggenda antagonista. Anche nel 2014, come oggi con The Rock, abbiamo un vecchio beniamino dei fan, divenuto una star hollywoodiana, che si prende la scena ed entra nel main event di Wrestlemania. Nel 2014 fu Batista. Ma sempre guardando la coerenza narrativa, per quanto clamorosamente fischiato, per quanto ritenuto “usurpatore”, Batista aveva tutto il diritto di entrare nel main event perché aveva vinto la Royal Rumble. Avremmo potuto dire la stessa cosa se The Rock avesse preso parte alla rissa di quest’anno, vincendola. Ma ciò non è accaduto e per questo l’inserimento di Rocky al posto di Rhodes ha fatto discutere.
E veniamo allora alla soluzione adottata. Quella di Daniel Bryan fu davvero una narrazione modificata in corso d’opera perché la dirigenza davvero non lo aveva previsto nel main event, ma si è trovata costretta a farlo per non “bucare” lo show più importante della sua annata. Su Cody Rhodes abbiamo quantomeno il legittimo dubbio che tutto abbia fatto parte di un piano programmato: della serie “diamogli un’antagonista, facciamo casino, ma poi diamogli ciò che vuole”. Per Wrestlemania XXX il main event era fissato: Randy Orton contro Batista. Ma i fischi a Batista dopo la vittoria della rissa reale, il poco appeal del main event e i fan scatenati nell’invocare Daniel Bryan come unico realmente meritevole della title shot, fecero cambiare idea alla compagnia, che fu abile a riportare in storyline quella che era una protesta reale. Con Daniel Bryan, la fanbase ha realmente conquistato qualcosa. Per Wrestlemania XL il main event non era fissato ancora. Cody Rhodes doveva ancora ufficializzare la sua scelta. Doveva ancora ufficializzarlo dopo aver vinto la Rumble e doveva ancora ufficializzarlo dopo il passo indietro di SmackDown, con l’arrivo di The Rock. I fan si sono ribellati, hanno parlato, ma in fin dei conti nulla era ancora deciso. E infatti nella press-conference abbiamo avuto l’annuncio di Cody contro Roman. Se con Bryan la WWE ha effettivamente cambiato idea, qui la sensazione è che abbia finto di cambiarla, ma il piano era chiaro. Bryan fu un fulmine a ciel sereno; di Cody e di una sua rivincita se ne rumoreggia fin dalla sconfitta nel main event di un anno fa. Su, siamo seri e diciamo le cose come stanno.
Senza contare poi che per giustificare l’inserimento di Daniel Bryan dieci anni fa (facendolo prima passare per un match di “qualificazione” contro Triple H nella stessa serata, ndr) dovettero indire un triple treath, visto che Batista aveva vinto la Rumble e non potevano tirarlo fuori. Qui quella del triple treath che coinvolga comunque The Rock è comunque un ipotesi, ma non è certo per il beniamino dei fan (Cody, ndr) che dovrà essere giustificata la presenza nel main event. Semmai sarà con il ‘Great One’ che la compagnia dovrà studiare le mosse giuste per inserirlo ancora nel match