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Passiamo ora a ricapitolare tutti i pay per view dell’anno, ma a modo nostro. Dal peggiore al migliore.

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n. 11 – Payback (@ PPG Paints Arena, Pittsburgh, Pensylvania)

Evento tra i più scialbi dell’anno. La presenza di John Cena non ha elevato lo show ed è stata, onestamente, anche poco rilevante. Il Grayson Waller Effect ha dato lo scoop di Jey Uso che torna dopo il brevissimo addio. Va bene, ma non capiamo il perché di farlo annunciare a Cody Rhodes, invitato al talk per dire due parole, bah. Il vero picco è stato lo street fight match per i titoli di coppia. Non un capolavoro, ma certamente un incontro degno di un PLE e ben scritturato. Il main event e l’opener? Carino il main event, anche se inferiore ai precedenti scontri visti tra Rollins e Nakamura. Carino ma non eccezionale l’opener, con Becky e Trish che tirano su un match buono che chiude definitivamente il pessimo feud tra le due. Il resto oscilla tra l’appena sufficiente e il mediocre. Un evento di transizione che non ha emozionato nessuno

Top match: Kevin Owens/Sami Zayn (c) v Judgement Day in uno street fight tag team match per l’Undisputed WWE Tag Team Championship

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n. 10 – Crown Jewel (@ Mohamed Abdu Arena, Riyadh, Arabia Saudita)

I PLE brutti in Arabia Saudita sono ormai solo un ricordo. Ormai anche gli eventi sauditi riescono a scorrere in maniera quantomeno accettabile. Tuttavia questo show ha alternato molto tra match belli e match orrendi. Siamo partiti benissimo con un grandissimo match tra Rollins e McIntyre, abbiamo avuto una flessione, poi una fase centrale molto buona e poi un finale dimenticabile. Di certo lo show ci lascia con due momenti narrativi niente male: Logan Paul campione statunitense grazie all’erroraccio di Santos Escobar, che avvia la sua fuoriuscita dal LWO; Iyo Sky ancora campionessa femminile WWE grazie al ritorno di Kairi Sane, che apre una crepa nelle Damage CTRL. Se aggiungiamo che questi due snodi narrativi arrivano al termine di ottimi match il gioco è fatto. Ma ci sono anche tante sfide che non brillano, main event compreso. Nel complesso comunque l’evento scorre e di certo una sufficienza riesce a prendersela

Top match: Seth ‘Freakin’ Rollins (c) v Drew McIntyre per il World Heavyweight Championship

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n. 9 – Backlash (@ Coliseo Josè Miguel Agrelot, San Juan, Porto Rico)

Un evento che, vista la card, non generava particolare hype. Nonostante questo si è lasciato guardare. Quasi tutti i match sono risultati almeno sufficienti, con un opener sopra la media generale e una bella sorpresa nello street fight match, penalizzato forse solo dall’overbooking del finale, ma che è stato a mani basse il match migliore della serata. Lo show nel complesso è quantomeno sufficiente. Non doveva essere un momento chiave dell’annata WWE, ma un momento di transizione tra Wrestlemania e i prossimi grandi appuntamenti (Night of Champions, Money in the Bank, Summerslam). Ha anche aperto un paio di snodi narrativi interessanti come ad esempio le crepe tra gli stessi samoani della Bloodline

Top match: Bad Bunny v Damian Priest in uno street fight match

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n. 8 – Fastlane (@ Gainbridge Fieldhouse, Indianapolis, Indiana)

Il main event superlativo e l’ottimo triple treath femminile alzano il livello della serata. Ma il resto è davvero poca roba. L’opener riesce a salvarsi un po’ nel finale, che rende migliore un incontro bruttino. Mentre nessuno sconto meritano il tre contro tre e il match di coppia tra la Bloodline e il team composto da LA Knight e John Cena. Brutto il primo, brutto anche il secondo che è stato anche lungo e noioso. Se i primi due incontri citati alzano di molto il livello della serata, gli altri tre hanno l’effetto contrario

Top match: Seth ‘Freakin’ Rollins (c) v Shinsuke Nakamura in un last man standing match per il World Heavyweight Championship

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n. 7 – Night of Champions (@ Jeddah Superdome, Gedda, Arabia Saudita)

Il vero capolavoro, più per storytelling che per quanto effettivamente visto nel ring, è il main event. Il resto è uno show solido che vive una prima metà di buonissimo livello con i primi tre incontri e che cala nei successivi tre che precedono il main event. Deludenti i match per i titoli femminili (brutto il primo, ingiudicabile il secondo). Ma lo show tutto sommato è riuscito a scorrere. Diciamo che il main event alza di molto l’asticella, ma allo stesso tempo non lo si può considerare un evento brutto

Top match: Kevin Owens/Sami Zayn (c) v Roman Reigns/Solo Sikoa per l’Undisputed WWE Tag Team Championship

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n. 6 – Elimination Chamber (@ Bell Centre, Montreal, Quebec, Canada)

Giudizio ampiamente positivo. Le due chamber sono assolutamente positive, sebbene non saranno ricordate come capolavori. Il main event ha regalato il pathos e l’atmosfera che volevamo. Il vero limite è forse la scontatezza e i due match centrali davvero brutti. Ma dire che sia stato un brutto evento sarebbe sbagliato

Top match: Roman Reigns (c) v Sami Zayn per l’Undisputed WWE Universal Championship

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n. 5 – Money in the Bank (@ O2 Arena, Londra, Inghilterra, Regno Unito)

Assolutamente godibile. Scorre via facilmente e il coinvolgimento del pubblico inglese è davvero incredibile. Ma a questo evento se da un lato non sono mancati i momenti alti e sorprendenti, dall’altro è mancato il grande match, quello da far gridare al miracolo. Sicuramente molto bene i due match tematici, ossia i due MITB. Quello femminile finalmente di alto livello dopo tante battute a vuoto degli anni passati. Al contrario, quello maschile è inferiore ad altri passati (come quello dell’anno scorso ad esempio, ndr), ma è certamente un gran bel match. Il main event in generale sarebbe inferiore ai due incontri citati, ma la sequenza finale è straordinaria e scrive un’altra grandissima pagina della fantastica storyline dedicata alla Bloodline. Un po’ una delusione Rollins contro Balor, così come Gunther contro Riddle. Ma ci teniamo su con il ritorno di Drew McIntyre e la sorpresa di John Cena. Insomma, nulla di cosmico, ma certamente un buonissimo evento con colpi di scena interessanti

Top match: Usos v Roman Reigns/Solo Sikoa

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n. 4 – Summerslam (@ Ford Field, Detroit, Michigan)

Tanti bei match: l’opener, Rollins contro Balor, il triple treath femminile con tanto di incasso del Money in the Bank. Un main event assolutamente godibile e avvincente e con colpi di scena. Un solo vero punto di demerito nel pessimo MMA rules match con protagonista Ronda Rousey. Un midcarding più che buono. Insomma un buon Summerslam. Non era stato costruito benissimo, a parte alcuni match, ma la card ha saputo rispondere bene alle attese dei fan. Chi temeva può stare tranquillo. Il ‘Biggest Party of Summer’ non ha deluso

Top match: Ricochet v Logan Paul

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n. 3 – Royal Rumble (@ Alamodome, San Antonio, Texas)

Il 2023 dei PLE in WWE parte bene. Parte con uno show fatto bene, solido, che ha nel main event il vero capolavoro. Le due risse non passeranno forse alla storia, ma hanno avuto il merito di centrare l’obiettivo della godibilità, superando di gran lunga quelle dell’anno passato. Riempitivi gli altri due match, superlativo il main event. Poco altro da dire. Se solo non avessimo avuto una rissa maschile dall’esito così scontato, forse parleremmo di un evento addirittura superiore. Ci accontentiamo di questo. E dopo un main event così non possiamo che ritenerci ultrasoddisfatti

Top match: men’s Royal Rumble match

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n. 2 – Survivor Series War Games (@AllState Arena, Rosemont, Illinois)

Dopo tre eventi appena sufficienti, con questo Survivor Series War Games arriviamo a parlare di uno degli show migliori del 2023. Grandissima chiusura. Un solo match sottotono (quello col titolo mondiale femminile in palio, ndr), ma il resto è assolutamente di buon livello. Ma se la parte centrale della card è godibile, il vero clou è rappresentato dai due match a tema, che sono opener e main event. Il war games femminile è stato avvincente, bello, dinamico e anche narrativamente ben fatto. Quello maschile, però, sebbene più lento, nella parte conclusiva è stato scritto benissimo: le liti per la mancanza di Orton, il quasi incasso del MITB di Damian Priest e il grande ritorno di Randy Orton. E poi il gran finale. Telefonato o meno che sia, il ritorno di CM Punk ha fatto esplodere tutti. Ha forse rubato la scena al resto della serata, ma è sicuramente un momento funzionale alla riuscita dello show

top match: women’s War Games match

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PLE OF THE YEAR – Wrestlemania 39 (@ SoFi Stadium, Inglewood, California)

E il premio del PLE dell’anno non può che andare a Wrestlemania, lo ‘Showcase of Immortals’. Non tragga in inganno la delusione per alcuni finali discutibili della seconda serata. Asuka forse era quella giusta per battere la Belair; Edge non doveva battere e affossare ‘Demon’ Balor; ma soprattutto Roman Reigns non doveva battere Cody Rhodes. Vero, tutto vero. Ma la delusione non deve contaminare il giudizio su questa Wrestlemania. E’ stata una gran bella Wrestlemania, che ci ha regalano quattro supermatch: due dal punto di vista del lottato, due (i main event) dal punto di vista della scrittura e dell’intensità. Oltre a questi almeno altri quattro incontri ben al di sopra della sufficienza e soprattutto nessun match al di sotto. Davvero pochi punti deboli. Una Wrestlemania come non la si vedeva da tempo. Alzata ancora l’asticella della qualità, migliorando ulteriormente il bel lavoro fatto con le edizioni 37 e 38. Se doveva essere il canto del cigno della WWE vecchia maniera, prima dell’imminente vendita e fusione con la UFC, è stata davvero grandiosa. Per noi può entrare nella top 10 di sempre delle Wrestlemania. Magari non in una posizione molto alta, ma sicuramente in top 10

Top match: Usos (c) v Kevin Owens/Sami Zayn per l’Undisputed WWE Tag Team Championship

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Anni precedenti
2017 – Royal Rumble
2018 – Survivor Series
2019 – Wrestlemania 35
2020 – Royal Rumble
2021 – Money in the Bank
2022 – Wrestlemania 38

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns