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“Sono molto grato. Sono nervoso di essere qui, perché non pensavo che sarebbe successo questo. Sono io, una versione di me che non ho mai mostrato. Sono io, proprio come, per la prima volta. Voglio solo dirvi che in quest’ultimo anno della mia vita ho perso molte persone preziose della mia vita. E ho perso la mia carriera, la mia fiducia in me stessa, ho perso due persone molto vicine a me. Ho perso la strada, pensavo che tutto quello che avevo fatto in WWE non importasse a nessuno. Ma mi sbagliavo. Quando ho smesso di sentirmi male, ho capito tutto quello che avevo. Mi chiedevano quando sarei tornato, cosa avrei fatto… Mi dicevano, Bray, voglio solo ringraziarti per tutto, perché ho perso la mia gente, mi sento debole e tu mi hai aiutato, Bray. Mi hai salvato la vita, Bray. La verità è che non penso a cose del genere. Posso sedermi, posso guardarvi tutti negli occhi, e so che mi siete stati tutti dietro quando ero debole, quando ero vulnerabile. Voglio solo dirvi che tutti voi tifosi mi avete salvato la vita”.

Così parlava Bray Wyatt nell’episodio di SmackDown del 14 ottobre 2022, il primo dopo il suo atteso ritorno avvenuto pochi giorni prima alla fine del main event di Extreme Rules. Un ritorno che arrivava dopo una lunga assenza, dovuta a problemi di salute. Salute mentale. A quanto pare la vita di Windham Rotunda, vero nome di Bray, è stata segnata da una data, quella del 26 dicembre 2020. In quel giorno moriva un suo grande amico, prima ancora che partner nella Wyatt Family, ossia Luke Harper (in quel periodo in forza in AEW col nome di Brodie Lee, ndr). L’evento ha sconvolto Bray, tanto che i primi mesi del 2021 sono stati difficili e dopo la sconfitta di Wrestlemania 37, che ha chiuso il feud con Randy Orton, Wyatt dal nulla ha mollato tutto. Si è allontanato dalle scene, svuotato, depresso e anche con problemi fisici da curare. Nel luglio 2021 la WWE l’ha licenziato, ma oltre un anno dopo è tornata sui suoi passi perché di Bray non si poteva fare a meno. 

Già, perché personaggi come lui ormai sono sempre più rari da trovare. In un mondo, quello del wrestling, oggi molto piatto. In un business dove tanti atleti sono magari acrobati incredibili sul quadrato ma hanno il carisma di una formica, Bray (come pochi altri oggi) si distingueva. Sul ring non aveva qualità eccelse, ma era trascinante. Bravo a raccontare storie, bravo a lavorare sul suo personaggio, creativo, fantastico nei promo. Da lui trasparivano oscurità, inquietudine, ma anche tanta passione. Straordinaria la sua figura di ‘guru’ alla guida dei barboni della Wyatt Family, che prende di mira figure cardine della compagnia (Daniel Bryan, Kane, Undertaker, John Cena). La sua faida con John Cena e quella vittoria che sarebbe stata sacrosanta per quanto era over a Wrestlemania XXX sono qualcosa di unico. Per capire quanto la gente lo amasse basta tornare proprio a quella notte ad Orlando. In quella che fu la notte della consacrazione di Daniel Bryan e della fine della streak di Undertaker, il pubblico cantava per lui all’unisono “he’s got the world in his hands” durante il match contro John Cena. 

La WWE ne ha saputo riconoscere il valore e l’impegno, garantendogli una vetrina nella Road to Wrestlemania del 2017, facendogli vincere il titolo WWE a Elimination Chamber, schienando due atleti di punta come John Cena e AJ Styles nella camera di eliminazione. Regno di transizione, certo, terminato per mano di Randy Orton dopo meno di due mesi. Ma comunque un riconoscimento giusto iscrivere il suo nome tra i campioni della compagnia. Ma ad un certo punto la sua figura era diventata stantia. Affascinante, oscura, ma spesso, troppo spesso, perdente. E qui il colpo di genio di Bray. Ha preso in mano il suo personaggio, ottenendo dalla WWE la rara opportunità di intromettersi il meno possibile nella sua creatività. Da qui è nato il Fiend, l’alterego del Bray simpaticone ma psicopatico. Una figura che si intrecciava con quella del leader della Wyatt Family, ma che scavava nel suo lato più oscuro e demoniaco. Inutile dire che è stato un trionfo.

Il 2019 è stato l’anno della svolta. Bray nelle vesti del Fiend è riuscito a creare una figura indistruttibile, posseduta, che volutamente non “vende” le mosse che subisce, perché sono i poteri oscuri a dargli forza. Un Undertaker dei tempi moderni (più cattivo, ma purtroppo meno longevo). Bray è stato bravissimo a lavorare sul personaggio: quando interpretava il buontempone psicopatico era fantastico nei suoi cambi di espressione, dal sorridente conduttore della Firefly Funhouse allo psicopatico che fissava la telecamera e cambiava voce quando il maligno che era dentro di lui prendeva forza per avvertire il suo prossimo avversario. Un personaggio così non può non far presa sui fan, tanto che è andato talmente over che la compagnia l’ha portato subito all’apice facendogli vincere il titolo universale contro Seth Rollins.

Un nuovo problema, però, sorgeva. Come si poteva battere in modo più o meno credibile un demone così? La WWE commette un errore gravissimo, danneggiandolo nel PLE arabo di Super Show Down 2020, facendogli perdere il titolo universale come l’ultimo degli scemi contro la “cariatide” Goldberg. Questo solo perché a Wrestlemania 36 bisognava vendere il main event tra Goldberg e Roman Reigns (con Goldberg che non era più quello dei tempi della WCW e Reigns che era lontanissimo dall’essere la superstar che catalizza le attenzioni che è oggi). Il destino ci ha messo una mano su quel main event (sebbene sia saltato per via della pandemia), ma Bray ci ha messo la sua di mano per risollevare un personaggio improvvisamente svuotato. Per Wrestlemania 36 ha preso di mira un vecchio nemico come John Cena e si inventa il Firefly Funhouse match. Non un match di wrestling nel senso classico. Bensì un cortometraggio; un viaggio nella carriera di John Cena visto dalla mente di Bray; un mini-film in cui si vede John, l’uomo dei 16 titoli mondiali, fallire in ogni suo tentativo. Bray fa scoprire a Cena cosa sarebbe successo se non fosse riuscito a stupire il mondo nel suo match di debutto contro Kurt Angle, se non avesse avuto tutti quei muscoli, se fosse stato un heel e se a Wrestlemania XXX fosse venuto meno ai suoi principi di lealtà, accettando l’invito di Bray di farsi colpire con una sedia durante il loro match. Capolavoro.

Questo ha permesso a Bray di riprendere la scalata verso il titolo universale, riconquistato dopo un feud con l’ex partner della Wyatt Family, Braun Strowman, trovando anche una nuova alleata in Alexa Bliss, corrotta dal male. Il regno è durato ancor meno, ma almeno stavolta è stato “coperto” perché Roman Reigns ha iniziato il suo interminabile regno vincendo un triple treath e schienando Strowman e non il Fiend. Ma qui sono iniziati i dolori. Bray/Fiend iniziava il suo feud magnifico con Randy Orton, che sembrava concludersi quando Randy a TLC ha dato fuoco al Fiend. Bray è rimasto lontano dalle scene per qualche mese. Infortunio? Forse. Sta di fatto che proprio in quel periodo è morto Luke Harper ed è cosa nota che Bray sia entrato in una spirale depressiva. La WWE ha guardato avanti, scritturando il feud tra Orton e Wyatt in vista di una resa dei conti a Wrestlemania 37. Alexa Bliss è riuscita a riportare in auge il Fiend, prima di tradirlo proprio a Wrestlemania 37, dove Orton si è aggiudicato definitivamente la faida. Da qui è iniziata la discesa. Bray non ce la faceva a recitare una parte. Dentro di sé qualcosa era morto. Si è allontanato ancora dalle scene. C’è chi ha speculato su un passaggio in AEW. Ma no. Non c’era business dietro questo allontanamento, solo una forte debolezza. Ma i fan hanno atteso, sapevano che sarebbe tornato e che l’avrebbe fatto per loro.

E torniamo a quel 14 ottobre 2022. Una settimana prima ad Extreme Rules i fan sono esplosi nel rivederlo. Ma c’era un promo da mandare avanti. Ma Bray a SmackDown ha stupito ancora tutti. Nulla a che vedere col suo personaggio, ancora rinnovato. Wyatt quasi in lacrime ha ringraziato i fan. Grazie a loro aveva trovato la forza per reagire, per tornare. Loro gli avevano salvato la vita. Si tornava così all’opera con un nuovo Bray, che riprendeva in parte il ‘guru’ della Wyatt Family ma con una doppia personalità, minata dalla presenza di una nuova figura accanto a lui, lo strano Uncle Howdy. L’ennesimo rinnovamento del personaggio, che portava alla vittoriosa faida con LA Knight nelle vesti del nuovo Fiend. In vista di Wrestlemania il nuovo obiettivo sembrava essere Bobby Lashley (sembra a causa di un rifiuto di Brock Lesnar a lavorare con lui, ndr). Sembrava essere una narrazione interessante: non solo per la faida con Bobby, ma anche perché lentamente la trama stava portando a svelare chi fosse davvero Uncle Howdy e come incideva sulla doppia personalità di Bray. Risposte che non avremo mai. Wyatt già un mese prima di Wrestlemania si allontanava di nuovo. Problemi di salute, ancora. Ma stavolta non c’è stato alcun ritorno.

E lentamente si arriva al 24 agosto 2023. Dal nulla ci si sveglia una mattina con un post di Triple H su X, che annuncia la morte di Windham Rotunda, aka Bray Wyatt, figlio di Mike Rotunda (meglio noto in WWE come IRS), nipote di Robert Windham (noto negli anni Settanta e Ottanta come Blackjack Mulligan). Figlio d’arte, ma che ha senza dubbio inciso più dei suoi antenati. Una perdita grandissima. I fan gli avevano salvato la vita, diceva, e per questo li ringraziava. Ma la realtà è che siamo noi a ringraziarlo. Se fossimo ancora negli anni del boom del wrestling in Italia, questa morte sarebbe paragonabile a quella di Eddie Guerrero. Ma poco importa. Noi ti abbiamo visto, noi ti abbiamo ammirato. Grazie di tutto Bray. Buon viaggio!

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns