Come un fulmine a ciel sereno. Il week end scorso è sceso giù splendidamente. Una Wrestlemania davvero molto bella. Dal nostro punto di vista superiore a tutte quelle viste almeno dalla trentesima edizione fino ad oggi e assolutamente papabile per una top 10. Grandi match, grande spettacolo, tutto davvero bello. Mancava solo l’ultimo tassello, quello che tutti (anche noi) avevamo pronosticato: la fine del regno di Roman Reigns e la vittoria straordinaria di Cody Rhodes. Ma come tutti sappiamo non è andata così.
Sgombriamo il campo da equivoci. Che non sia andata come speravamo o pronosticavamo non incide minimamente né sulla qualità dello show, davvero alta, né su quella del secondo main event, anch’essa superlativa. Semplicemente non ce l’aspettavamo e ci sembra davvero strano. Talmente strano che quando abbiamo visto lo schienamento dopo la Spear decisiva eravamo certi che all’ultimo centesimo di secondo prima del fatidico “tre” dell’arbitro, Cody avrebbe alzato la spalla. E invece no. Ha vinto ancora il ‘Tribal Chief.
Cosa ha in mente la WWE? Non possiamo saperlo con certezza, ma sono tante le teorie. La prima potrebbe essere legata all’ormai imminente fusione del brand con la UFC e per valorizzare il prodotto forse è meglio farlo con un campione consolidato, sebbene heel, ma che rappresenta in toto la compagnia. E con tutto il rispetto per il percorso di Rhodes, ma Roman Reigns da questo punto di vista ha uno status superiore.
L’altra strada è quella di un’ulteriore costruzione dell’ ‘Amercan Nightmare’. Magari è ancora lui l’uomo designato a spodestare Roman, ma dovrà ancora fare qualche altro mese di gavetta. Parliamoci chiaro, Cody è un’ex scontento che è andato dalla concorrenza e solo un anno fa è tornato in WWE. Ha ottenuto un ottimo push grazie alla bella faida con Seth Rollins, ma si è infortunato rimanendo fuori fino alla Royal Rumble, poi vinta. I fan lo acclamavano, ok, ma oggettivamente servirgli il titolo universale indiscusso sul piatto d’argento nel main event di Wrestlemania forse era troppo. Inoltre è stato specificato dai vertici che questa decisione era presa già da mesi, quindi è stata una sorpresa solo per noi; anche Rhodes sapeva di arrivare nel main event e perdere. Da qui l’idea di un feud con una star che, battendola, potrebbe rendere Cody di nuovo un candidato credibile. E chi se non Brock Lesnar. Prepariamoci a una faida molto intensa, che potrebbe svelarci molto sul futuro dell’ ‘American Nightmare’, che magari potrebbe proporsi come challenger di Reigns per un futuro evento top come Summerslam o Money in the Bank a Londra o Kings and Queens of the Ring in Arabia Saudita.
Altra ipotesi ancora è legata al Draft annunciato da Triple H. Presto saranno mischiate le carte e tutti saranno eleggibili. Questo significa che i campioni unificati come Sami Zayn/Kevin Owens per i titoli di coppia e soprattutto Roman Reigns per il titolo universale indiscusso, potranno far parte solo di un roster. Già ora è così, ma fondamentalmente c’è molta libertà, visto che gli atleti appaiono senza una vera e propria regola in entrambi gli show. Col Draft le cose cambieranno e Roman inevitabilmente farà parte di un solo roster, portando con sé il titolo universale indiscusso. Questo significa che potremmo avere un altro roster senza campione. Cosa impossibile e inaccettabile. E allora che sia contro qualcun altro che Cody possa arrivare laddove non è arrivato a Wrestlemania?
Tutte ipotesi percorribili, ma con un comun denominatore. Al di là dei piani più o meno giusti, si è persa un’occasione. Si poteva incoronare un nuovo top face della compagnia, bravo, credibile e amato dai fan. E lo si poteva fare allo ‘Showcase of Immortals’, ma Cody è stato sacrificato alla causa della Bloodline. Magari tutto questo avrà un senso narrativo e ci divertiremo lo stesso. Ma ad oggi rimane una delle più cocenti delusioni ricevute a Wrestlemania