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L’edizione numero 39 di Wrestlemania è ormai alle porte. Hollywood sarà teatro dell’imminente prossimo ‘Showcase of Immortals’. Ma che Road to Wrestlemania è stata? Ne abbiamo viste di peggiori, ma anche di migliori, ma più che questo aspetto ci colpisce molto il fatto che, se da un lato si è provato a costruire l’ascesa al trono dei due vincitori delle risse reali, Cody Rhodes e Rhea Ripley, come ogni Road to Wrestlemania dovrebbe fare, dall’altro non è mancato il solito abuso di hall of famer, part-timer, stelle affermate, star extra-wrestling. In due parole: usato sicuro.
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I vincitori delle Rumble. Se non altro non è stato ripetuto l’errore commesso negli ultimi anni con i vincitori delle risse reali. Nel 2021 e nel 2022 la Rumble è andata a star ultra affermate come Edge e Brock Lesnar, garantendo alla compagnia guadagni facili senza dover fare grandi sforzi nella scrittura delle storie. Con due così nel main event, lo show vende da solo. Nel 2022, poi, questo errore è stato commesso anche tra le donne, con la vittoria di Ronda Rousey. Almeno quest’anno hanno fatto le cose nel modo giusto. Cody Rhodes non è certo un novellino, ma in WWE è come se lo fosse, visto che nel suo primo stint è stato ingiustificatamente messo ai margini, crescendo poi solo in AEW e trovando nuova luce in WWE solo da un anno a questa parte. La sua costruzione ha senso: tornato per ottenere ciò che suo padre non ha mai vinto, tornato per dimostrare chi sia davvero, tornato dopo un infortunio che ha fermato la sua ascesa iniziata già a metà 2022, ma soprattutto tornato per spodestare Roman Reigns, che detiene da oltre due anni il comando della compagnia. Il feud l’ha mandato avanti da solo, o al massimo con Kevin Owens, Sami Zayn e il resto della Bloodline, visto che il ‘Tribal Chief’ è un part-timer e non sempre si è fatto vedere. Ma le rare presenze di Roman e gli ottimi segmenti tra i citati, hanno reso la costruzione se non memorabile quantomeno interessante. Bene anche il lavoro fatto con Rhea Ripley. Lei e Liv Morgan erano oggettivamente le vincitrici più giuste della rissa femminile e la ‘Eradicator’ c’è riuscita. Buona anche l’idea della grande rivincita contro Charlotte Flair per il titolo femminile di SmackDown. Il feud ha vissuto di tanti promo a distanza, ma anche di una notevole rissa. Anche qui, non memorabile, ma neanche da buttare.
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Delusione Bianca-Asuka, grande attesa per i titoli di coppia. I primi dolori di questa Road to Wrestlemania iniziano però se parliamo del match per il titolo femminile di Raw. Chiariamoci: Bianca Belair contro Asuka sulla carta è un supermatch, tra due grandissime performer. Il problema è che è stata costruita male la faida. Asuka si è fatta notare solo per mindgames e per un solo attacco, senza però accompagnare il tutto con dei promo degni di nota. Il fatto che nell’ultimo Raw sia stata completamente accantonata questa faida la dice lunga. Decisamente meglio con il feud tra Usos e la ritrovata coppia Sami Zayn/Kevin Owens. Una costruzione partita da lontano, ben fatta e da noi già illustrata in precedenza. Peccato solo che tutto il gran lavoro fatto da Sami porterà al massimo “solo” alla conquista dei titoli di coppia, ma Cody è over e va bene così. Poi la distruzione della Bloodline è tutto sommato un buon compromesso.

 

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L’usato sicuro. Ma i veri dolori arrivano col resto della card. Chiariamoci: non tutti i match sono trascurabili, anzi, in molti casi sono interessanti, ma il problema di fondo è un altro. Tutta la card è incentrata su star affermate, che faranno certamente vendere molto all’evento. Tanto per iniziare è stato estratto dal cilindro nientemeno che John Cena, che tra un impegno cinematografico e un altro, si ripresenta per mandare over Austin Theory nel match per il titolo US. Theory è bravo, ma il match vende grazie a ‘Big Match John’ e non potrebbe essere diversamente. Poi si torna alla carica con Logan Paul, lo youtuber che sa far bene anche sul ring, che avrà di fronte il miglior performer in circolazione oggi, ossia Seth Rollins. Match che promette bene, ma il fan casual lo guarderà per vedere come se la cava Logan, parliamoci chiaro anche se adoriamo Seth. Edge contro Finn Balor? Ok che Balor è bravo, ok che torna in versione demone, ok che sarà un hell in a cell da spettacolo assicurato. Ma vogliamo provare a dire che il match non vende grazie a un hall of famer come la ‘Rated-R Superstar’? Passiamo alla sfida padre contro figlio tra Rey Mysterio e Dominik. Anche qui, bene la costruzione, match che almeno noi attendiamo con un più che discreto hype. Ma il nome Rey Mysterio è una garanzia per le vendite: lo conoscono tutti. Brock Lesnar contro Omos: bella la storia dell’impresa titanica di dover mettere giù un omone di oltre 2 metri per 185 kg, ma dall’altra parte c’è Brock Lesnar, il cui curriculum parla per sé. Anche tra le donne non si scherza. Il tre contro tre vedrà dalla parte delle face oltre all’affermata Becky Lynch, due leggende come Trish Stratus e Lita. Con buona pace delle Damage CTRL, ma sono le due hall of famer a tirar su le vendite. E anche il “riempitivo” Wrestlemania Showcase non fa eccezione visto che tra le tante superstar tenute fuori dai match che contano, qui è stata parcheggiata una certa Ronda Rousey. Insomma. Guardando la card le uniche eccezioni sono il triple treath per il titolo intercontinentale, assolutamente interessante, e il corrispettivo maschile del Wrestlemania Showcase, che però al contrario genera menefreghismo.
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Insomma: Brock Lesnar, Edge, Rey Mysterio, Logan Paul, Trish Stratus, Lita, Ronda Rousey e perfino John Cena. Che Wrestlemania sia da sempre terreno fertile per riproporre vecchie leggende o superstar di altri mondi sul ring è cosa nota. Nessuno dimentica i vari Mr T e Lawrence Taylor addirittura nei main event; o anche Akebono, Floyd Mayweather, Bad Bunny, Butterbean e altri ancora. O anche Stone Cold tornato in azione un anno fa, The Rock proposto ben due volte contro John Cena, o la riproposizione di Brock Lesnar contro Goldberg o di Triple H contro Batista. Ma l’abuso di questa pratica è stato un tantino eccessivo quest’anno. L’impressione è che non si abbia più la voglia di costruire qualcosa di quantomeno carino, favorendo l’usato sicuro per far sì che Wrestlemania venda come sempre o più di sempre. Sarà così. Sarà un successo anche quest’anno. Ma a che prezzo? Il prezzo è chiaro: oggi quelle star che oggi garantiscono le vendite ci sono; oggi si può ancora ripescare dal cilindro i vari Lesnar, Cena, Edge, ecc., finché ce la fanno. Ma potremo fare lo stesso tra dieci anni con Seth Rollins e Bianca Belair? La paura è che il fan di wrestling sarà attratto da questi nomi, ma il fan casual no. Un tempo, grazie a ottime scritture, anche chi non ha nel wrestling la sua passione, ha inevitabilmente conosciuto queste star. Ma oggi è diventato difficile attrarre il pubblico e questo per colpa di storie scritte superficialmente e poco avvincenti e perché quando arriva il grande evento, un po’ per necessità e un po’ per scelta, si ricorre all’usato sicuro. Finché sarà sicuro

Di Mario Grasso

giornalista pubblicista, laureato in Giurisprudenza e potenziale avvocato. Da sempre appassionato di wrestling. Tra i suoi miti 4 nomi si tutti: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome