Il titolo in palio sarà anche un titolo di seconda fascia, ma guai a commettere il grave errore di considerare la chamber maschile di quest’anno come secondaria. Sebbene offuscata dalla resa dei conti tra Roman Reigns e Sami Zayn, la supersfida di quest’anno vedrà all’opera sei performer davvero incredibili e potrà darci realmente delle soddisfazioni.
Nella storia la chamber è stata utilizzata principalmente per mettere in palio titoli mondiali o per dare title shot per gli stessi a Wrestlemania (in aggiunta a quella classica della Rumble). Togliendo le poche chamber di coppia, solo una volta è stata “relegata” al ruolo di seconda fascia per un titolo del midcarding, quando nel 2015 è servita alla riassegnazione del vacante titolo intercontinentale. Ma lì sì che è stato un declassamento di importanza, dovuto forse anche al fatto che Elimination Chamber quell’anno non si è tenuto nella Road to Wrestlemania, ma dopo. Ora la storia è diversa.
In palio c’è il titolo statunitense, che Austin Theory sta difendendo con onore. Non l’onore del combattente stoico, anzi: lui è il classico heel codardo, spavaldo e opportunista. Eppure sta funzionando perché è carismatico, è cazzuto e sta ripercorrendo le orme di quel John Cena che per certi versi gli assomiglia se lo paragoniamo alla prima fase della sua carriera. La crescita di Theory è dovuta alla sapiente guida di Seth Rollins, un vero maestro. Il ‘Visionary’ non solo è sempre bravo ad attirare l’attenzione con le sue interpretazioni, ma ha lavorato e sta lavorando egregiamente per esaltare le qualità atletiche e recitative di quello che da diversi mesi è il suo rivale principale. Inevitabile, quindi, che in questa chamber ci fosse anche Seth.
E gli altri quattro? Eh beh anche qui c’è davvero tanta carne sul fuoco. Gli ultimi due ingressi sono davvero top. Damian Priest e Montez Ford. Cominciando dall’ ‘Archer of Infamy’ del Judgement Day, possiamo dire che siamo di fronte a un atleta dal grandissimo potenziale: potente, di impatto, duro, bravo. Non sarà forse la sera della sua consacrazione, ma potrà mettere un altro tassello importante sulla sua carriera, che senza scossoni sta costruendo mattoncino dopo mattoncino. E che dire di Montez? Fin da quando gli Street Profits sono approdati nel main roster, non ce ne voglia il pur bravo Angelo Dawkins, ma si è visto subito che Ford aveva quel “quid” in più che, se sfruttato bene, può portare a un futuro push in singolo. Perché presto o tardi la separazione da Dawkins (magari pacifica e senza turn clamorosi) sarà inevitabile. Troppo bravo Montez per rimanere ancorato nel panorama tag team, in cui potrà sempre cimentarsi ancora una volta che sarà finito il monopolio degli Usos. E vogliamo osare, pensando che magari in questa chamber possa andare talmente vicino alla vittoria, da iniziare un percorso in singolo che magari tra un anno potrà portarlo alle soglie di Wrestlemania a competere per un titolo del midcarding. Ora è presto, ma le basi ci sono tutte.
Gli altri due sono Johnny Gargano e Bronson Reed. Johnny è stata la nostra stella a NXT, quando lo show era ben più del roster di sviluppo ed era arrivato quasi a contendere l’importanza del main roster. E se c’era arrivato era per gente come Adam Cole, Tommaso Ciampa e Johnny Gargano. Il buon ‘Johnny Wrestling’ a suon di prestazioni epiche ha rapito tutti noi. Non sarà grosso e questo forse è un limite che si porterà dietro per sempre in WWE, ma non abbiamo dimenticato nulla delle sue straordinarie trilogie con Ciampa e con Cole o dell’incredibile match contro Andrade Almas. Ecco, se quel Gargano sarà riproposto anche nel main roster e magari già nella chamber state certi che non ci annoieremo. Bronson Reed è un omone atipico. Grossa mole ma più che discreta agilità e un bel mix di potenza e tecnica. Forse dei sei è quello che diverte meno, ma diciamocelo: non esiste una chamber che non abbia almeno uno che sia più grosso e/o rissaiolo.
Morale della favola. Forse vincerà ancora Theory perché l’obiettivo è farlo arrivare allo ‘Showcase of Immortals’ da campione, ma questa chamber sarà il test per capire su chi puntare per il futuro (tolto Rollins, che è una certezza e che avrà il ruolo di “padrino” della sfida). Di secondario non c’è un bel niente. Potrebbe essere davvero una bella contesa. Godiamocela