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Quando nella scorsa Wrestlemania ha fatto il suo ritorno per sfidare Seth Rollins nel primo scontro di un’epica faida, l’obiettivo era chiaro e lui non ci ha messo molto a fissarlo: salire sul tetto del mondo! Così Cody Rhodes ha iniziato il suo percorso verso la gloria, che ora, dopo il trionfo nella Royal Rumble, sembra ad un passo. Eppure è stato un percorso non privo di ostacoli.

Il fallimento del figlio d’arte. Le sue origini sono note. Suo padre era il celebre Dusty Rhodes, l’ ‘American Dream’, uno degli storici rivali di Ric Flair ai tempi della NWA. Dusty ha avuto una carriera ricca di titoli e più che onorevole, ma nel suo passaggio nell’allora WWF, complice l’età avanzata e l’esplosione di altre superstar, gli è mancato il titolo mondiale che avrebbe coronato la sua incredibile carriera. Quell’obiettivo non è riuscito a Dustin, l’altro suo figlio, relegato al personaggio di Goldust: a metà tra tra il simpatico e l’enigmatico, ma di certo nulla di eccezionale. Ma se parliamo di Cody, beh, è ben altra roba. Cody fin da subito si è messo in evidenza alla metà degli anni Duemila per le grandi doti atletiche e tecniche. Sembrava potesse esplodere da un momento all’altro quando è entrato in alleanza con Ted DiBiase Jr (altro figlio d’arte, ndr) nella stable della Legacy, capitanata da Randy Orton. Ma dopo la sconfitta nella resa dei conti di Wrestlemania XXVII, è iniziato un lento decadimento del personaggio. Un titolo intercontinentale, qualche titolo di coppia e dopo un periodo di stop, il colpo di grazia alla sua carriera. Infatti nel 2013 cambia personaggio e diventa Stardust, sulla falsariga del fratello Goldust con cui fa coppia. Personaggio quasi comedy, che ridimensiona non poco una stella come Cody. Durerà qualche anno, prima che Rhodes nel maggio 2016 lascia la compagnia.

La rinascita. Ma fuori dalla WWE Cody ritrova sé stesso e la nuova linfa. Lavora bene nelle varie TNA, ROH e NJPW e fa il grande passo quando insieme agli Young Bucks, con cui ha fatto parte della Elite in Giappone, dà prima vita a un evento di wrestling indipendente molto valido (All In) e poi alla nuova compagnia antagonista di McMahon, la AEW. Cody qui diventa una star grandiosa, popolare, acclamata e finalmente libera di mostrare le sue qualità senza impelagarsi in personaggi a lui tanto imposti dall’altro quanto poco congeniali. Il suo contratto con la AEW scade sul finire del 2021, ma in fin dei conti ne é il fondatore e il rinnovo è scontato. Ed invece è qui il colpo di scena. La WWE l’ha notato, ha visto quel potenziale che ha sfruttato male per anni e lo corteggia. Lo corteggia a tal punto che riesce nel colpaccio. Così, dopo aver assistito a varie fughe verso la nuova compagnia (le più eclatanti Chris Jericho, Daniel Bryan, ora Bryan Danielson, e Dean Ambrose, ora Jon Moxley) e al debutto di vecchie star (CM Punk, ndr), la WWE si aggiudica il ritorno del fondatore della promotion rivale, proprio Cody Rhodes.

Il grande ritorno e l’infortunio. Le voci del suo ritorno si susseguono, ma quando Seth Rollins sale sul ring di Wrestlemania per un match contro chiunque si proponga e risuona la musica dell’ ‘American Nightmare’ è il tripudio. Cody over come non mai, regala fin da subito un grandissimo match, che è solo il primo di tre incredibili incontri. Rhodes annuncia fin da subito che vuole realizzare quel sogno che non ha realizzato suo padre: diventare campione mondiale in WWE. Fin da quel momento tutti hanno pensato che sarebbe arrivato presto il suo momento, magari alla prossima Royal Rumble, vedendo in lui l’unico vero in grado di spodestare Roman Reigns. Ma nel frattempo Cody ha dovuto sfidare Seth Rollins, vincendo sempre e compiendo un autentico miracolo con la prestazione da urlo di Hell in a Cell, lottando nonostante la rottura del muscolo pettorale sinistro. E’ l’ultimo acuto perché il suo 2022 finisce qui e anche il suo sogno subisce un brusco stop.

La Royal Rumble e il sogno che torna. Ma il 2023 si è aperto da tanti video del suo ritorno annunciato alla rissa reale. Alla fine entra con il numero 30 e compie l’impresa, superando un fantastico Gunther, che era nella rissa fin dall’inizio. Il giorno dopo a Raw ha lanciato la sua sfida. Roman Reigns, che detiene entrambi i titoli mondiali dalla scorsa Wrestlemania (quando li ha unificati, ndr), è avvertito. Il grande sogno di Cody è tornato e sta per realizzarsi. E’ andato in basso, ha toccato con mano il suo fallimento, è rinato, è tornato e adesso vuole ciò che gli spetta: il titolo universale indiscusso!

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns