E dopo aver visto le donne, concentriamoci adesso sugli uomini. Vediamo i 10 migliori di questo 2022, sempre partendo dal decimo fino a risalire la china per arrivare al migliore.
Prima però facciamo anche qualche menzione d’onore. Non entrano nella top 10 ma certamente non possiamo trascurare il ruolo giocato da due veterani come Randy Orton e Rey Mysterio. Il primo è stato fondamentale nella crescita di Matt Riddle, affiancandolo, plasmandolo e condividendo con lui il titolo di coppia di Raw fino a maggio nella strana ma ottima coppia degli RK-Bro. Il secondo è stato fondamentale nella crescita di suo figlio Dominik. Dopo due anni di gavetta al suo fianco nei Mysterios, grazie a Rey, il buon Dominik è cresciuto atleticamente e come personaggio. Era arrivato il momento di distaccarsi e in questo Rey è stato fondamentale, quando ha scelto il vecchio amico Edge per combattere il Judgement Day, favorendo la reazione di suo figlio, ora finalmente pronto a dire la sua senza vivere nell’ombra del padre. Tutto questo senza sottovalutare il lavoro che ha fatto The Miz nel far nascere la stella Logan Paul e che sta facendo per elevare lo status dei vari Tommaso Ciampa, Johnny Gargano e Dexter Lumis.
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Posizione n. 10 – Kevin Owens
Un anno strano quello del ‘Prizefighter’. Non ha vinto nulla, eppure ha avuto, sebbene solo a sprazzi, momenti particolarmente intensi. Nella prima parte di anno è stato bravo a guadagnarsi un posto d’onore a Wrestlemania, riuscendo ad avere il suo angle e poi addirittura il suo match contro Stone Cold Steve Austin, tutt’altro che brutto. Poi è sparito, per tornare con prepotenza nel finale di anno, contribuendo alla storia tra Sami Zayn e la Bloodline. C’è stato poco, ma quando c’è stato si è fatto sentire
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Posizione n. 9 – Finn Balor
Per chi si ricorda di Finn Balor sia nel primo che nel secondo stint a NXT siamo ampiamente lontani da quei tempi. Eppure qualcosa sembra finalmente muoversi sul fronte “push” per l’irlandese. Da sempre utilizzato male sotto la gestione McMahon, con Triple H si è dato un senso al suo ruolo nel Judgement Day, trasformandolo dall’ottimo atleta con poca profondità a un personaggio che anche in termini di carisma sta via via crescendo. Potrebbero essere state poste le basi per un 2023 interessante
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Posizione n. 8 – Edge
Il solito grande Edge. La ‘Rated-R Superstar’ nei suoi momenti in cui è stato presente l’ha fatto ottimamente. Prima si è reinventato tornando a coprire il suo da heel, storicamente più congeniale a lui, creando il Judgement Day e divenendone il leader. E’ durata poco, visto il tradimento dei suoi, che ben presto l’hanno riportato tra i face. Il tutto condito da ottime prestazioni e la solita grandissima teatralità, che ha saputo dare un buon appeal alle storie raccontate. L’I quit match contro Finn Balor di Extreme Rules è stata la ciliegina sulla torta
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Posizione n. 7 – Austin Theory
Annata dai tre volti. L’ascesa, il crollo e la rinascita. Inizia il 2022 interpretando il ruolo del “cocco” del capo, ottenendo un match per Wrestlemania e da lì crescendo fino a diventare il più giovane campione statunitense di sempre e poi ancora il più giovane vincitore di sempre del Money in the Bank. Proprio dopo la conquista della ‘briefcase’, però, sono iniziati i dolori. Incassare su un Roman Reigns così dominante e detentore di entrambi i titoli mondiali era abbastanza difficile. Il booking team ha cincischiato impedendogli un paio di incassi. Ma poi, andato via McMahon, lo stesso booking team ha dovuto gestire la patata bollente del Mr Money in the Bank. Si è optato per la scelta assurda di farlo incassare su un titolo secondario come quello statunitense, facendogli addirittura fallire l’incasso. Il peggiore Mr MITB di sempre. Ma poi ecco la rinascita. Ha reso più aggressivo il suo personaggio e si è ripreso “sul campo” il titolo US. Problema risolto, ora non resta che farlo crescere. Il potenziale c’è tutto.
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Posizione n. 6 – Cody Rhodes
Tre mesi, ma che qualità! Cody Rhodes fa il suo ritorno a Wrestlemania 38 ed entra subito in faida con Seth Rollins. Certamente è stato favorito dall’aver feudato con un maestro assoluto come il ‘Visionary’ ed è stato assolutamente favorito dalla qualità immensa tirata fuori in ognuno dei tre match tra i due. Ma va anche detto che ci ha messo tanto del suo. In AEW Cody è cresciuto. Non tanto come atleta (era già bravo, ndr), quanto per capacità teatrali. Nulla a che vedere con Stardust. Peccato per l’infortunio, ma anche qui c’è solo da ammirare la sua abnegazione nel lottare ugualmente da infortunato a Hell in a Cell, tirando fuori tra l’altro una prestazione straordinaria. Poi, chiaro, ha dovuto fermarsi. Ora non resta che attenderlo e augurarsi un 2023 da protagonista
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Posizione n. 5 – Matt Riddle
Signori, che spettacolo! L’ ‘Original Bro’ è stato un grandissimo protagonista. Si è adattato a tutto. Tag team, midcarding, main event. Ha fatto tutto e l’ha fatto benissimo. Prima in coppia con Randy Orton negli RK-Bro, con cui è diventato anche campione di coppia a Raw. Dopo l’infortunio di Orton si è concentrato sulla Bloodline, arrivando fino a sfidare Roman Reigns, tirando fuori una grandissima, anche se inutile, prestazione nel match titolato tra i due. Poi la faida vinta contro Seth Rollins: bella, selvaggia, ma che lascia l’amaro in bocca per averci dato in dote solo match belli, ma non eccellenti. Quindi, in chiusura di anno, è tornato nel midcarding, andando a far coppia con Elias. La mancanza di titoli di rilievo, a parte la parentesi RK-Bro, forse non gli fa guadagnare altre posizioni, ma Riddle è stato assolutamente una delle note positive di questo 2022
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Posizione n. 4 – Sheamus
Una seconda giovinezza. Il ‘Celtic Warrior’ potrebbe essere anche da podio, ma non ce la siamo sentita di spodestare i tre che seguiranno in questa classifica. In compenso piazziamo l’irlandese a ridosso del podio. Ha saputo tirar fuori ottime prestazioni e ha saputo far crescere due emergenti come Butch e Ridge Holland, ponendosi come leader indiscusso dei Brawling Brutes. Sheamus è stato protagonista del solito ottimo incontro contro Drew McIntyre; poi il capolavoro, in piccola parte anche ripetuto qualche settimana dopo, contro Gunther; quindi il suo ruolo nel finale di anno come rivale della Bloodline. Il tutto condito da un’ottima presenza scenica. Chi l’avrebbe mai detto?
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Posizione n. 3 – Seth ‘Freakin’ Rollins
Una sola parola: certezza! Seth Rollins è una certezza. Non è stato campione mondiale come nel 2015 o come nel 2019. Ma ha inciso come pochi. Sempre protagonista. Alla Royal Rumble riesce a rendere bello un match che termina per squalifica, nel suo assalto al titolo universale contro Roman Reigns. Poi la sua disperata ricerca di un match a Wrestlemania, sfociata nel grande match e poi nella grandissima faida con Cody Rhodes. Tre sconfitte su tre che non l’hanno minimamente ridimensionato. Quindi il feud con Matt Riddle, condotto benissimo e dove ha esaltato il suo lato pazzoide. Poi il giusto premio della run da campione statunitense, terminata a Survivor Series WarGames con la perdita del titolo ma dopo una grandissima prestazione. Senza contare vari incontri disputati a Raw di buonissima qualità. Con Roman Reigns detentore di entrambi i titoli ma presente principalmente a SmackDown, è stato il ‘Visionary’ a prendere le redini di Raw e a farlo magistralmente
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Posizione n. 2 – Sami Zayn
Protagonista! Sami Zayn è stato il vero fulcro del 2022 a SmackDown. Prima con la sua bizzarra rivalità con Johnny Knoxville, sfociata nell’altrettanto bizzarro match di Wrestlemania. Poi la rapida e pessima faida con Drew McIntyre, che ha preceduto il vero rilancio del personaggio. Si è intrufolato nella Bloodline, riuscendo a ottenere le simpatie di Roman Reigns, di Paul Heyman e anche di Jimmy Uso. La vera storia, però, è stata quella dei sospetti sul suo conto di Jey Uso. Settimane di sospetti e occhiatacce da parte del samoano fino ad arrivare alla resa dei conti di Survivor Series WarGames, dove è stato combattuto tra la fedeltà utilitaristica alla Bloodline e quella all’amico di sempre Kevin Owens, che gli sarebbe costata la carriera. La scelta è stata drammatica e con essa il momento incredibile del low blow sul ‘Prizefighter’, che scioglie ogni dubbio e sancisce l’ingresso definitivo di Sami nella stable del ‘Tribal Chief’. Il tutto raccontato con la solita straordinaria qualità del vero protagonista di SmackDown
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MAN OF THE YEAR – Roman Reigns
Per il secondo anno consecutivo (per la terza volta nella storia dei nostri premi) è ancora Roman Reigns il nostro uomo dell’anno. E non poteva non essere lui. Se era dominante un anno fa, quest’anno ha superato ogni vetta. A Wrestlemania non solo ha consolidato il suo ormai interminabile regno da campione universale, ma addirittura ha battuto Brock Lesnar unificando il titolo con quello WWE, diventando il campione indiscusso. Da qui è partita una nuova fase della sua carriera, da part-timer. Ma quando è presente ormai il pubblico è in visibilio. Da heel che piace ha trovato una sua dimensione stratosferica. In molti gli sono stati opposti, ma nessuno è stato capace di sconfiggerlo. Merito certamente della sua stable, sempre in soccorso, ma il ‘Tribal Chief’ è ormai a pieno titolo uno dei migliori di sempre. Per la prima e forse unica volta nella storia, la WWE ha eretto a uomo simbolo un heel. Di grandi “cattivi” ne ha avuti tanti, spesso anche con regni lunghi, ma mai così dominanti come quello di Roman. Se già l’anno scorso ha mietuto vittime, quest’anno tanti altri sono caduti sotto i suoi colpi: Brock Lesnar sia a Wrestlemania che a Summerslam, Matt Riddle, Drew McIntyre, Logan Paul. In tanti hanno provato, in tanti hanno fallito. E’ stato anche questo l’anno dell ‘Head of the Table’
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Anni precedenti
2017 – Roman Reigns
2018 – AJ Styles
2019 – ‘The Fiend’ Bray Wyatt
2020 – Drew McIntyre
2021 – Roman Reigns [2]