Randy Orton (c) v Batista v Daniel Bryan
in un triple treath match per il WWE World Heavyweight Championship
Quando si nomina Wrestlemania XXX non si può non pensare allo Yes Movement, ossia il movimento popolare capitanato da Daniel Bryan e che ha portato l’ ‘American Dragon’ sul tetto del mondo. Già, perché mai come in questa occasione, questa è stata la Wrestlemania del popolo col finale voluto dal popolo. La storia parte da lontano. A Summerslam 2013, l’allora campione WWE, John Cena, decide di dare una chance titolata a un atleta meritevole ed emergente come Daniel Bryan, che però non sembra particolarmente amato dalla dirigenza. L’arbitro speciale di quel match è Triple H, che però fa egregiamente il suo lavoro e non ostacola Daniel nel suo grandissimo incontro, che lo porta a diventare campione WWE. Ma la trappola è dietro l’angolo: Randy Orton arriva per incassare il Money in the Bank; Triple H stende Bryan col Pedegree e a Orton non rimane che schienare l’ ‘American Dragon’ per porre subito fine al suo regno. Bryan riesce a riconquistare il titolo un mese dopo, ma appena una sera dopo gli viene revocato per presunte irregolarità. Nel decisivo Hell in a Cell match tra i due, l’Authority beffa ancora Daniel, che perde definitivamente contro Orton. Sembra finita, anche perché per il match di unificazione dei titoli WWE e World Heavyweight la sfida che viene promossa è quella tra Randy Orton e John Cena. Ma qui inizia la ribellione del pubblico. In modo assolutamente inaspettato, durante la conferenza di presentazione del match tra Orton e Cena, dove sono presenti tutti gli atleti del roster, tutti cantano in favore di Daniel Bryan. La dirigenza non la prende bene e punisce Daniel non inserendolo neanche nella Royal Rumble. Emblematica la posizione del pubblico, che arriva a fischiare sonoramente un beniamino come Rey Mysterio, entrato come numero 30 quando tutti si aspettavano Daniel, e anche ad ‘accogliere’ con dei ‘booo’ la vittoria di un altro beniamino appena rientrato come Batista. Non c’è storia che regga: la gente vuole Daniel Bryan. Bryan riesce almeno a farsi inserire nell’Elimination Chamber dove il campione del mondo WWE, Randy Orton, mette in palio il titolo. Bryan va vicinissimo a vincere, ma l’Authority interferisce e lo fa perdere ancora. Non c’è scampo. Ma non è esattamente così. Il 10 marzo 2014, a Raw, accade qualcosa di incredibile. Daniel Bryan occupa il ring insieme a una gran fetta di pubblico. Lo Yes Movement è ormai incontrollabile. La gente si rivolta contro Triple H, che prova a cacciarli dal ring. A questo punto ‘The Game’ deve cedere alle richieste di Daniel. Bryan chiede esplicitamente una volta per tutte di regolare i conti e sfida Triple H a Wrestlemania. Il ‘Cerebral Assassin’ accetta. Ma non è finita qui. Daniel Bryan aggiunge che prima di lasciare il ring ha un’altra condizione da fissare: chi vincerà si aggiungerà a Batista e Randy Orton nel main event per il titolo mondiale WWE. Triple H è costretto ad accettare. La prima sfida di Wrestlemania XXX è proprio lo scontro tra Daniel Bryan e Triple H, che è fantastica e viene vinta dall’ ‘American Dragon’, che entra nel main event. Ma la strada è in salita: Triple H e Stephanie McMahon, in preda alla frustrazione, lo attaccano violentemente nel post-match, infortunandolo al braccio
Gran partenza per Daniel, ma poi Orton è bravo a sfruttare l’infortunio al braccio dello ‘Yes Man’, che subisce l’iniziativa dell’ ‘Apex Predator’. Messo temporaneamente fuori causa Bryan, Randy è costretto, però, a vedersela con Batista. ‘The Animal’ irrompe sul ring e duella col campione. I due se le suonano di santa ragione anche fuori dal ring dove si lanciano reciprocamente contro le barricate e contro il ring-step. Orton in particolare rifila un Back Body Drop sul ring-step e un Back Suplex sulle barricate al rivale. L’azione sembra proseguire nel ring, ma ecco che torna all’attacco Daniel Bryan, che si ripresenta sul quadrato con un Missile Dropkick che colpisce entrambi gli avversari. Quindi dà inizio alla saga degli Yes Kick, chiusa con un Roundhouse Kick su Batista, ma non su Orton, che lo abbranca e gli rifila un Exploder Suplex. Batista rinviene, ma è ancora il momento di Daniel Bryan, che riesce a portare i due avversari ai due angoli del ring. Quindi gli rifila una serie di Running Dropkick. Frankensteiner su Randy, ma non su Batista, che lo ricaccia fuori dal ring. ‘The Animal’, però viene steso da un Superplex di ‘The Viper’, che intanto rinviene. Ma Bryan torna all’attacco: Flying Headbutt su Orton, che viene chiuso nella Yes Lock. Vittoria vicina e allora ecco lo sporco intervento dell’Authority: Triple H e Stephanie McMahon tirano via l’arbitro e lo sostituiscono con Hardcore Holly. Bryan si distrae e finisce col subire una Spinebuster da Batista, che piazza poi anche la Batista Bomb. Sembra finita, ma Daniel resiste al conto di due effettuato da Holly, poi reagisce e manda Batista fuori dal ring, quindi si lancia in Suicide Dive su Holly, Triple H e Stephanie. Ma Triple H non si arrende e afferra lo Sledgehammer. Ma il leader dello ‘Yes Movement’ non demorde, lo colpisce e gli ruba lo Sledgehammer per colpirlo ancora e metterlo fuori causa. Poi sorprende Batista con un Roll-Up, ma stavolta arriva Orton a interrompere il conteggio. Orton e Batista, come ai tempi dell’Evolution, fanno squadra e vanno all’attacco di Daniel Bryan, che viene letteralmente demolito fuori dal ring: lanci contro le barricate, Clothesline, pestaggi con i ring-step e con i monitor. E, ‘dulcis in fundo’, una fantastica e tremenda azione combinata: Batista Bomb e RKO contemporanea sul tavoli di commento. Daniel Bryan è ormai fuori gioco. Il titolo è ormai affare per due. Batista e Randy tornano a lottare tra loro e stavolta sembra essere Batista ad avere la meglio, mentre Daniel Bryan viene caricato su una barella e portato via. Reazione di Orton, che mette Batista ko con un Viper DDT fuori dal ring. Intanto Bryan si rialza dalla barella e prova a rientrare nel match, ma Randy lo travolge. Lo riporta poi nel ring per la RKO, ma Daniel la evita e riesce a chiudere il rivale nella Yes Lock. Batista interrompe la presa, ma poi è lui a subire la stessa mossa; ma Orton ricambia il favore e ferma tutto. Fase confusa. Randy botcha una RKO su Batista, che si lancia su di lui in Spear, ma Orton schiva e così ‘The Animal’ centra in pieno Bryan. Quando si gira ad attenderlo c’è Randy Orton, che piazza finalmente la sua RKO. Ma incredibilmente il pin è solo di due. Orton si rialza per provare una nuova azione, ma Daniel Bryan lo centra in pieno con Knee Plus. Ma Batista si riprende e butta via Daniel, andando lui a schienare Orton. Ma è ancora solo pin di due. Quando si rialza, Orton subisce una devastante Batista Bomb. ‘The Animal’ assapora la vittoria, ma Daniel Bryan torna e lo stende col Knee Plus, quindi lo chiude nella Yes Lock. Attimi col fiato sospeso per un pubblico trepidante, poi il delirio. Batista cede. Batista cede. Daniel Bryan è campione del mondo WWE a Wrestlemania. Il finale è uno dei più iconici di sempre, con tutto il pubblico a gridare ‘Yes’ e a gesticolare con le braccia in sù. Momento epico che rappresenta l’apice dello Yes Movement
Esito: Daniel Bryan vince e diventa WWE World Heavyweight Champion
Giudizio: incontro fantastico. Probabilmente non il miglior triple treath proposto in un main event di Wrestlemania, ma certamente quello col maggior coinvolgimento del pubblico. Narrativamente è un capolavoro per la storia che lo sorregge. Daniel Bryan non era campione né aveva vinto la rissa reale, ma la gente l’ha letteralmente spinto nel main event e la compagnia non ha potuto non tenerne conto. Forse il vero capolavoro è il match contro Triple H che lo porta ufficialmente nel main event, ma questa sfida e il suo finale glorioso è uno dei simboli dell’era moderna della WWE e dello ‘Yes Movement’ di Daniel Bryan