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Sgt Slaughter (c) v Hulk Hogan
per il WWF Championship

Alla Royal Rumble del 1991 termina il regno, iniziato con tante speranze circa un anno prima, di Ultimate Warrior da campione WWF. Il ‘guerriero’ rifiuta sistematicamente le sfide lanciategli da ‘Macho Man’ Randy Savage, che si vendica attaccandolo durante il match tra lui e Sgt Slaughter, consegnando al sergente di ferro vittoria e titolo. Poco più tardi Hulk Hogan ripete l’impresa dell’anno precedente, portandosi a casa per il secondo anno consecutivo la rissa reale. Ma è nel finale di serata che accade qualcosa di sconvolgente. L’integerrimo Sgt Slaughter, neo campione WWF, volta le spalle alla sua patria e abbraccia la causa dell’Iraq in piena Guerra del Golfo. Slaughter brucia la bandiera statunitense e manda su tutte le furie l’Hulkster, che promette di difendere fino alla morte la patria e di vendicarla. Inizia la faida tra i due nel segno della sfida USA-Iraq, che sfocia nel main event di Wrestlemania con in palio il titolo WWF. Piccola nota, la cosa viene presa fin troppo sul serio dai fan, che arrivano quasi a minacciare di morte Slaughter (che in realtà con l’Iraq non c’entra nulla e sta solo interpretando un personaggio). Ci sono addirittura timori di attentati e viene perfino spostata la sede di Wrestlemania dal grande Staples Center al più piccolo Memorial Coliseum. Col senno di poi si può dire che la compagnia ha forse sbagliato a costruire la storia su un tema così delicato.

Tutti gridano “USA USA” e spingono Hogan verso la vittoria. Ma la sfida fin da subito si fa dura, con il sergente di ferro che gioca sporco con manovre scorrette e facendo leva sugli aiuti esterni del fedele Colonel Mustafa. Hogan prova a reagire, ma Slaughter riesce sistematicamente a mettere fuori gioco l’eroe in giallo e rosso. Il culmine si ha quando il campione chiude l’Hulkster nella Camel Clutch. Hogan, come anni prima riuscì contro Iron Sheik, anche stavolta esce dalla presa. Ma rimane stordito e sembra incapace di abbozzare una benché minima reazione. Slaughter ha il rivale in pugno e vuole chiuderla in trionfo. Dopo un’ennesima manovra andata a segno, il sergente schiena Hogan coprendolo con la bandiera irachena. Un durissimo affronto. Un gesto che il ‘real american’ non può accettare. Così eccolo, che esce dal conteggio e si desta come solo lui sa fare. Reazione veemente, che culmina col Leg Drop sul rivale. Hulk Hogan vince ed è acclamatissimo dal pubblico. E’ di nuovo campione WWF, ma per molti è il trionfo dell’America sul male. 

Esito: Hulk Hogan vince e diventa WWF Champion

Giudizio: nulla di straordinario; esito scontato in quanto il match era costruito sul tema “USA contro i cattivi” ed era chiaro che il rappresentante a stelle e strisce avrebbe avuto la meglio; match sulla falsariga degli incontri di Hogan, con tanta sofferenza fino all’improvvisa reazione. Manca però il pathos delle grandi sfide. Sufficiente, nulla di più

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns