Si è conclusa anche l’edizione numero 37 di Wrestlemania. Un’edizione che ha ulteriormente migliorato nel rendimento rispetto all’ultimo anno. Edizione bella anche per il ritorno del pubblico e per la formula della doppia giornata che la rende decisamente più fruibile.
Prima di analizzare i match però, diamo il solito sguardo ai pronostici. Chiudiamo con un ottimo 9-5. Addirittura con un 6-1 nella prima serata dove il nostro unico errore è stato sul match tra Lashley e McIntyre, dove avevamo puntato sullo scozzese. Nella seconda serata lo score è negativo, infatti chiudiamo con un 3-4 a causa degli errori sul Fiend, sul match per i titoli di coppia femminili, su quello per il titolo intercontinentale e sul main event, in cui avevamo puntato su Daniel Bryan. Ma l’ottimo risultato della prima serata ci fa comunque chiudere con i risultati indovinati in maggioranza su quelli sbagliati.
Bene, ora passiamo all’analisi dei match
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Bobby Lashley (c) v Drew McIntyre per il WWE Championship => 8
Gran bella apertura di Wrestlemania. Un match solido tra due colossi, che non hanno badato a spese nei colpi da infliggersi. Grande prestanza fisica di Lashley, ma anche ottima prestazione di McIntyre, che mostra anche un gran background, tirando fuori colpi che non sono il suo marchio di fabbrica come il salto in Plancha o la Kimura. La sua sconfitta è comunque ben “coperta” sia dalle distrazioni provocate da MVP sia dallo svenimento durante la sottomissione alla Hurt Lock. Scelta coraggiosa quella della WWE di dar fiducia al regno di ‘The All Mighty’, ma ci può stare, anche se dopo un anno vissuto al top era ipotizzabile una vittoria dello ‘Scottish Warrior’. Il match comunque è stato ben costruito e ha confermato la buona chimica tra i due, punto di partenza, magari per scontri futuri
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tag team turmoil match => 6+
Non ha assolutamente annoiato. A tratti, magari, sarà stato anche banale ma il match per la title shot per i titoli di coppia è stato gradevole. La Riott Squad ha dominato la contesa tra fortune e buone prestazioni, fino all’arrivo di Natalya e Tamina, le due favorite della vigilia. Non si sono viste cose straordinarie, ma si è visto un buon ritmo che ha reso gradevole l’andamento dell’incontro
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Cesaro v Seth Rollins => 8,5
Match della serata. Grandissimo incontro, dove forse l’unica cosa negativa è il minutaggio, che si sperava fosse più lungo. Due grandissimi atleti, che sfoderano un ottimo repertorio tecnico. Rollins è una certezza, lo è anche Cesaro, ma per lo svizzero era la prima volta in un match che conta a Wrestlemania. E’ stato assolutamente all’altezza della situazione. Una prestazione bellissima da entrambe le parti: Rollins straordinario nel mandare over il rivale, Cesaro bravo a sfruttare l’occasione della vita. Sarà il punto di partenza per la sua definitiva affermazione? Lo vedremo, ma intanto questo match è stato da incorniciare e lo ricorderà a lungo nella sua carriera
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The New Day (c) v AJ Styles/Omos per il Raw Tag Team Championship => 6,5
Match non particolarmente spettacolare e dalla struttura semplice e forse scontata. Ma assolutamente coerente con la storia che si doveva raccontare. E’ stato strutturato per creare il personaggio di Omos, gigante grosso e imbattibile. E così è stato. Il New Day tiene fuori Omos finché può, ma capitola quando l’omone entra nel ring. Sorpresi dal vedere AJ Styles subire così tanto e non riuscire a combinare niente fino al tag con Omos. Ma a parte questa delusione, il match è stato comunque costruito non diciamo bene ma sicuramente in modo coerente. Tecnicamente poca roba, ma narrativamente ineccepibile
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Braun Strowman v Shane McMahon in uno steel cage match => 7-
Match anche qui godibilissimo. Shane McMahon è una sicurezza per gli spot dove deve farsi male. La struttura anche qui è semplice e prevedibile, ma nella sua semplicità e prevedibilità è coerente con quanto raccontato nelle settimane passate e non annoia. Strowman doveva apparire, almeno fino al momento chiave, come lo stupido tutto muscoli e niente cervello. Shane doveva apparire come il furbo e scorretto. E così è stato. Molto bello il momento della rottura della gabbia da parte di Strowman, che spiana la strada alla vittoria del ‘Monster Among Men’. Nulla di straordinario, ma tutto fatto bene e con il giusto minutaggio
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Damian Priest/Bad Bunny v The Miz/John Morrison => 7,5
Avevamo pochissima hype per questo match e ne usciamo piacevolmente sorpresi. Bad Bunny è forse l’unica celebrità nella storia che, impiegata in un match di wrestling, dimostra di saper lottare e di aver “studiato” per non fare brutta figura. Si va oltre l’intrattenimento. Non è un match tecnico, ma Bunny che wrestler non è piazza tre o quattro mosse che senza un’adeguata preparazione tecnica non è possibile realizzare. Ottimo l’impatto di Priest. Molto belle le entrate, magari un po’ pacchiane, ma gradevoli. Un giusto mix di intrattenimento e lottato. Gran bella sorpresa per una sfida alla quale non avevamo chiesto nulla
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Sasha Banks (c) v Bianca Belair per lo SmackDown Women’s Championship => 8,5
Gran bel main event. Se nel famoso triple treath del 2019 volevamo il grande main event tra donne e ci siamo dovuti accontentare di un buonissimo match, stavolta abbiamo avuto il main event al femminile che volevamo vedere allo Showcase of Immortals. Due ottime atlete che sfoderano una grandissima prestazione dove si vedono tecnica, agilità e voglia di vincere da entrambe le parti. Bella l’idea di utilizzare la coda dei capelli di Bianca Belair come arma o come ausilio per sfuggire alle mosse della ‘EST’. Finale con grande pathos. Tutto fatto davvero molto bene. Contende a Cesaro-Rollins la palma di match della serata. Un ottimo modo per chiudere la prima serata
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voto alla night 1: 8
Tenendo conto che la card della prima serata non era eccezionale, questa prima serata è stata assolutamente ottima. I tre match principali sono stati ottimi: Cesaro contro Rollins straordinario, il main event bellissimo, Lashley contro McIntyre appena sotto come qualità. Ma anche le altre quattro sfide, meno belle dal punto di vista tecnico e/o interpretativo, sono state godibili. Scritte nel modo giusto e coerente con le storie che dovevano raccontare. E poi la bella sorpresa di vedere un non wrestler come Bad Bunny comportarsi egregiamente sul ring sia nel selling che nella realizzazione delle mosse. Una prima serata davvero fatta bene e che lascia sperare positivamente per la seconda
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Randy Orton v The Fiend => 7-
Forse ci inimicheremo la maggior parte dei fan, ma abbiamo assolutamente apprezzato questo opener. Sia chiaro, non per la qualità del lottato, dove siamo al minimo sindacale. Ma per la narrazione e lo sviluppo narrativo. Il tradimento inatteso di Alexa Bliss, che arriva addirittura a depotenziare il Fiend, che stava dominando, è qualcosa di straordinario. Tutto avremmo immaginato tranne che la ‘Goddess’, che tanto ha invocato il ritorno del maligno e la “morte” di Orton, lo tradisse facendolo perdere. E poi come? Con una RKO, una sola, dopo che si è rialzato sotto colpi ben maggiori. Tutto molto strano, certo. Incoerente, forse. Ma ha quel non so che di geniale. Narrativamente abbiamo apprezzato tantissimo
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Nia Jax/Shayna Baszler (c) v Natalya/Tamina per il Women’s Tag Team Championship => 5
Questa forse è l’unica vera pecca dell’intera doppia serata. Da qualche parte l’hanno salvato. Ma noi no. Match brutto tecnicamente e narrativamente. Botch a non finire, errori su errori. Ma cosa ancora più grave è un minutaggio esagerato per una contesa che già in partenza aveva poco da raccontare. Dispiace vedere Shayna Baszler “parcheggiata” in match del genere. Unica nota stonata dell’intera rassegna
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Kevin Owens v Sami Zayn => 7,5
Uno spot fest. Gli danno pochi minuti e loro cosa fanno? Mettono insieme le migliori mosse dell’uno e dell’altro e se le sparano tutte, ma proprio tutte. Un concentrato di mosse e contromosse. Un piacere vedere Zayn fare sul ring ciò che sa fare, visto che col personaggio del ‘Great Liberator’, da tempo ha messo da parte l’aspetto tecnico che lo contraddistingueva. Ottimo incontro, penalizzato solo dal poco tempo a disposizione. Il meglio l’hanno dato in altre occasioni a NXT o a Battleground nel 2016, ma qui hanno fatto un lavoro egregio col poco tempo che avevano
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Riddle (c) v Sheamus per lo United States Championsip => 8-
Grande grande match. Già a Raw ci avevano fatto capire di essere capaci di ottime cose. Ne abbiamo avuto la conferma. Incontro intenso, con un buon ritmo e con tante mosse da una parte e dall’altra. Riddle bravissimo anche con le sottomissioni. Finale perfetto e con quel Brogue Kick che ha fatto davvero molto male. Peccato solo per un paio di ‘botch’ evidenti, che però non hanno penalizzato la riuscita dell’incontro. Bravi davvero e, dispiace per Riddle, ma Sheamus per l’impegno di questi mesi meritava un premio
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Big E (c) v Apollo Crews in un Nigerian drum fight per l’Intercontinental Championship => 7,5
Dovevano farsi perdonare la “ciofeca” di Fastlane e l’hanno fatto benissimo. Incontro anche buono nello storytelling, dove si è percepito l’odio e si è visto un Big E incazzato come non mai. Poco spazio alla tecnica, ma tanto alla violenza e all’uso di bastoni e tavoli. Quello che serve in un match che in fin dei conti era uno street fight match con un nome diverso. Originale il finale con l’arrivo di Dabba-Kato (forse gli daranno un altro ringname) in aiuto di Apollo, che ormai stava per capitolare. Big E forse meritava la ribalta a Wrestlemania, ma per far crescere il personaggio di Crews ci può stare. E poi Big E è uno dei face in maggiore evidenza nel roster di SmackDown; magari potrebbero pusharlo per qualcosa di più importante ancora
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Asuka (c) v Rhea Ripley per il Raw Women’s Championship => 8-
Altro supermatch. Forse meriterebbe un mezzo voto in meno, ma vogliamo premiare l’impegno e la qualità delle mosse fatte vedere da due che non si sono mai afforntate prima d’ora. Senza alcuna idea sulla chimica in ring, hanno sfoderato un ottimo incontro nella serata più importante e con un minutaggio non elevatissimo. Complimenti a entrambe e complimenti a Rhea Ripley per essersi presa a un’età giovanissima le luci della ribalta (che le spettavano già un anno fa)
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Roman Reigns (c) v Edge v Daniel Bryan in un triple treath match per l’Universal Championship => 9+
E cosa dire di questo main event? Di diritto tra i main event più belli di sempre nella storia di Wrestlemania. Senza problemi può essere inserito in mezzo ai match storici che hanno chiuso lo Showcase of Immortals. Siamo al capolavoro. Booking perfetto. Interferenze ben gestite. Azione continua. Mai una tregua. Tutti sembravano sul punto di vincere. Interpretazione magistrale da parte di ciascun contendente. Finisher a raffica. Tavoli frantumati. Sottomissioni clamorose. E poi quel finale con Edge che va vicino al trionfo e che invece finisce con l’essere schienato insieme a Bryan da Roman Reigns, che chiude in trionfo. Strano destino il suo: a Wrestlemania 32 aveva chiuso da campione face ma tra i fischi, un anno dopo ha battuto Undertaker ma nessuno ha gradito. Oggi da heel si consacra e anche questa è una scelta coraggiosa della compagnia, che decide di far chiudere Wrestlemania bene per un heel, col finale non a lieto fine, cosa non scontata. Ma a parte questo aspetto, abbiamo assistito a un match che ha scritto la storia di questo evento
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voto alla night 2: 7,5
La differenza sostanziale con la night 1 è una minore omogeneità. Se nella prima notte ci sono stati diversi picchi, ma il livello generale è stato alto, nella seconda abbiamo un picco tremendo in alto con il main event, uno tremendo in basso col match per i titoli di coppia femminili, un incontro che fa discutere come l’opener e forse difficilmente valutabile, e tutto il resto della card di livello alto. I primi due match rischiano di far crollare la valutazione verso il basso, anche se abbiamo spiegato che l’opener per noi è ottimo se usciamo dal contesto puramente lottato e passiamo al discorso intrattenimento. Il main event potrebbe farlo invece schizzare verso l’alto. La verità sta nel mezzo dove, come nella night 1, troviamo tanti ottimi incontri che rendono la serata piacevole. Meno costante nella godibilità, forse, ma assolutamente piacevole
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voto finale all’evento: 8
Forse dovremmo dare qualcosa in meno ma premiamo il fatto di aver assistito per la prima volta dopo anni a una Wrestlemania davvero bella. Nella top 10 di sempre forse non entrerà, ma di certo è la miglior edizione dalla straordinaria Wrestlemania XXX. Da allora ogni edizione ha sempre avuto dei punti deboli: la 31 l’abbiamo sempre vista come la migliore anche grazie al main event, ma aveva dei match trascurabili (Wyatt-Taker o Sting-Triple H, grande delusione); la 32 e la 34, salvo qualcosina, forse sono state le più brutte; la 33 carina ma è mancato il supermatch; la 35 bella ma lunga e con qualcosa che stonava; la 36 bella ma senza pubblico, senza atmosfera e con i match cinematografici, per noi belli, ma oggettivamente divisivi. Qui invece abbiamo avuto davvero tanto anche da match da cui non ci aspettavamo nulla. La prima sera doveva essere la più debole ed è stata invece la più solida: nessuna insufficienza, un bell’opener, Cesaro-Rollins da paura e un gran bel main event tra donne. La seconda è stata meno continua ma ha racchiuso alcuni ottimi incontri e un grandissimo main event. Era da Wrestlemania 31 che non ci emozionavamo così per un main event del Grandaddy of them All. Ne sentiremo parlare in futuro? Pensiamo di sì. Lo speriamo perché lo merita