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Se l’obiettivo della WWE era far parlare di questa Wrestlemania, non solo per l’assenza di pubblico e per essere suddivisa in due giorni, è stato certamente centrato. I due episodi cinematografici dell’evento, non solo aprono il prevedibilissimo dibattito tra chi ha apprezzato e chi no, ma sembrano aver addirittura riscosso successo. Proviamo allora ad analizzarli nel dettaglio perché per quanto entrambi innovativi, sono diversissimi tra loro.

Seguiamo l’ordine cronologico e partiamo dal boneyard match, che è stato addirittura il main event della prima serata, tra The Undertaker e AJ Styles.

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E’ wrestling? La prima domanda è certamente questa. La risposta è un sì al 30%. La componente spettacolo prende chiaramente il sopravvento. Scenografia, musiche di sottofondo, parlato tra i protagonisti, le varie scene, le inquadrature. Più che a un match di wrestling abbiamo assistito a un piccolo film a tema wrestling. Calci, pugni e solo una Chokeslam e una Tombstone sono il parco mosse mostrato da Taker e Styles. Ma il 30% di wrestling è costituito più che altro dalla trama di fondo: uno dei due deve vincere seppellendo l’avversario, unica regola del boneyard match. Ma è chiaro che è solo un piccolo elemento, che si inserisce in un contesto cinematografico.

Scelta giusta? Indubbiamente sì. Se avessero proposto Undertaker contro AJ Styles dieci anni fa (forse anche qualcosa in meno, ndr) avremmo visto un signor match. Ma oggi, con Undertaker in palesi difficoltà di forma fisica e AJ Styles che si dice sia infortunato da tempo e che sembra aver perso la qualità di rendimento avuta fino al 2018, cosa sarebbe venuto fuori? Forse staremmo già qui a crocifiggere entrambi, o almeno Taker. E poi senza pubblico sarebbe stato un fallimento annunciato. Hanno scelto una stipulazione e un format che nasconde i limiti fisici del ‘Deadman’. Scelta saggia. Ma ora la domanda principale? E’ stato bello? Ripercorriamolo.

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La storia di fondo è interessante. AJ Styles appena tornato da un breve infortunio rimediato alla Royal Rumble, torna e fa più o meno velati riferimenti a The Undertaker. Si diverte, gioca, ma ne paga le conseguenze quando a Super ShowDown il ‘Deadman’ si palesa dinanzi a lui nel Tuwaiq Trophy, mettendolo ko con una Chokeslam. Ma il ‘Phenomenal’ non impara la lezione e durante un episodio di Raw batte Aleister Black schienandolo come faceva Taker dopo la sua Tombstone. Neanche a dirlo, il ‘Deadman’ si presenta ancora dinanzi a lui a Elimination Chamber, con un’altra Chokeslam, che costa a Styles la sconfitta nel rematch contro Aleister Black. A questo punto il ‘Phenomenal’ fa il grande passo: sfida Undertaker a Wrestlemania e spavaldo dice di essere pronto a seppellire lui e la sua carriera. Non ha paura, lo chiama per nome (Mark, ndr), dicendo che di misterioso non ha più nulla e che avrebbe dovuto ritirarsi dopo la fine della streak o dopo la sconfitta di tre anni fa contro Roman Reigns. Gli dice che è solo un vecchio, che lotta ancora perché obbligato da sua moglie, e che posta sui social. Taker effettivamente, accetta la sfida, ma si mostra in modo più umano e poco ‘Deadman’. AJ si gioca l’ultima carta per averlo come ‘becchino’ e lo sfida a un boneyard match (nuovo nome del buried alive match, ndr), dove promette ancora di seppellirlo. 

Scena 1: il ritorno dell’American Badass. Si arriva alla sfida, che è nientemeno il main event del day 1 di Wrestlemania. Un’auto arriva in una villa circondata da tombe. Dall’auto due incapucciati tirano fuori una bara, mentre in sottofondo si ascolta la storica theme di Undertaker. Ma quando viene aperta non c’è il ‘Deadman’, ma c’è un divertito e spavaldo AJ Styles (cambia immediatamente la theme song, ndr), per nulla intimorito da una fossa con una lapide coperta. Chiama a gran voce il suo rivale, ma nessuno sembra arrivare. Finché ecco una moto in avvicinamento, la musica di sottofondo diventa quella dei Metallica (Now That We’re Dead, ndr) ed ecco arrivare The Undertaker a bordo della moto. Sì: prima emozione. Niente ‘becchino’, ma torna come ‘American Badass’, la vecchia gimmick da biker intrerpretata a inizio anni Duemila.

Scena 2: dall’auto alla fossa. Poi si comincia. AJ prova a giocare sporco provando a lanciare una pietra contro Taker, che però lo blocca e inizia il primo scontro, nei pressi dell’auto che ha portato Styles nella villa. Taker sembra in controllo e tutto sembra già chiudersi, con l’ ‘American Badass’ che senza grandi fatiche getta AJ nella fossa. Deve solo seppellirlo, ma iniziano i problemi.

Scena 3: gli OC, i druidi e la riscossa di AJ. Taker viene chiamato da Luke Gallows e Karl Anderson, gli scagnozzi di AJ, che vengono in soccorso del loro leader. Undertaker si avvicina, ma da un capannone escono fuori alcuni uomini incappucciati, che lo circondano. La musica di sottofondo diventa quella da film western. Undertaker sembra in controllo: uno a uno cadono tutti e anche Gallows e Anderson le prendono. Ma intanto AJ Styles ha recuperato le forze e torna con prepotenza schiantando una lapide sulla schiena del rivale. L’inerzia del match-film cambia. Il ‘Phenomenal’ prende il sopravvento e schianta Undertaker contro una recinzione, che viene sfondata. Il ‘Badass’ respira a mala pena, mentre AJ lo irride e lo colpisce ancora. E’ davvero finita. Taker viene portato sull’orlo della fossa e lanciatovi dentro con un colpo con una pala. 

Scena 4: resurrection. AJ Styles pronuncia “ashes to ashes, dust to dust” e sale a bordo della ruspa posta sopra la fossa per seppellire il rivale. Mette in moto, ma succede l’imponderabile. Undertaker tira fuori i poteri soprannaturali che storicamente fanno parte del suo personaggio e appare alle spalle dell’atleta di Gainsville. La musica di sottofondo cambia ancora e diventa solenne e in crescendo. AJ scappa sul tetto di una struttura. Undertaker lo raggiunge; Styles indietreggia, ma Taker scatena delle fiamme alle sue spalle. Arrivano Gallows e Anderson, ma è tutto inutile. Il primo viene lanciato giù dalla tettoia; il secondo subisce una Tombstone. AJ è in balia del rivale e della paura, ma Taker non ha pietà: lo afferra e lo lancia giù con una Chokeslam. 

Scena finale: RIP AJ. Siamo alle battute finali. AJ Styles non è più spavaldo, ma ora a mala pena parla. Undertaker lo provoca, invitandolo a parlare ancora di sua moglie o a reagire. Nulla. Se lo carica in spalle e lo trascina fino all’orlo della fossa. AJ con le ultime energie chiede perdono per tutto. Il ‘Badass’ sembra quasi impietosirsi e lo abbraccia. Sembra quasi volerlo lasciare andare ed effettivamente gli volta le spalle e sembra andar via. Ma troppa è la rabbia per le provocazioni subite. Undertaker si gira e rifila un calcione che spedisce il ‘Phenomenal One’ nella fossa. Quindi sale a bordo della ruspa e seppellisce il rivale. Il match è finito e Undertaker toglie il velo alla lapide, che laconica scandisce “AJ Styles 1977-2020”. Dalla terra una mano è ciò che resta in superficie del due volte campione WWE.

Undertaker torna a bordo della sua moto, alza il braccio, le fiamme si alzano nella villa e dalla struttura dietro di lui compare il suo logo, mentre risuona di nuovo la musica dei Metallica.

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Una sola parola. Spettacolare! Non potevano regalarci emozioni nel ring, ma l’hanno fatto in quest’altro modo. Fantastici. Ho amato tutto di questo trash. Sì, perché in fin dei conti è trash. Ma coinvolgente. 

Un film, da mettersi comodi a seguire, uscendo dai canonici schemi del match di wrestling.

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns