Le grandi notti di Wrestlemania e della cerimonia della Hall of Fame che la precede sono ancora lontane, ma la WWE ha da qualche settimana già reso noti i primi nomi delle introduzioni del 2020. Su tutte spicca quella della NWO, la celebre stable nata nell’allora rivale WCW grazie al clamoroso turn heel dell’idolo di tutti, Hulk Hogan. Una stable rivoluzionaria, ancor più della D-X, introdotta un anno fa. La D-X fu fondamentale per la ripresa della WWE (all’epoca WWF, ndr), ma fu una reazione. La NWO fu invenzione e rivoluzione. Ripercorriamone brevemente le tappe.
Bash at the Beach 1996: lo shock! Il 1996 è l’anno dell’esplosione della WCW. La nuova compagnia di Ted Turner sta approfittando del momentaccio della WWF, alle prese tra liti interne e il caso steroidi. Sono tanti gli atleti degli anni d’oro che hanno abbandonato: ‘Macho Man’ Randy Savage, Kevin Nash (Diesel in WWF, ndr), Scott Hall (Razor Ramon in WWF, ndr). Altri sono tornati alla base: vedi Lex Luger e Ric Flair. Ma soprattutto un anno prima è approdato in WCW nientemeno che Hulk Hogan. L’eroe in giallo e rosso è stato già campione per un anno, mettendo il record di longevità per quanto riguarda la WCW. Ma un po’ per la sua latitanza dovuta agli impegni cinematografici (va detto che The Rock avrà decisamente più successo molti anni dopo, ndr) e un po’ per la monotonia del suo personaggio, non è raro iniziare a sentire qualche mugugno durante i suoi match. E’ a questo punto che la WCW decide di sorprendere tutti. A Bash at the Beach va in scena un tre contro tre. Da una parte i tre ‘face’: Sting, Randy Savage e Lex Luger. Dall’altra gli Outsiders, ossia Kevin Nash e Scott Hall, che annunciano un partner a sorpresa che arriverà a match in corso. La sfida degenera quando Luger si infortuna e gli Outsider sembrano distruggere gli altri due rivali. A questo punto arriva dal backstage Hulk Hogan, col consueto costume giallo e rosso. ‘The Immortal’ torna dopo qualche mese di assenza, ma a sorpresa rifila il suo Leg Drop a Savage, alleandosi con Nash e Hall. Incredibile ma vero! L’eroe più amato di sempre volta le spalle al pubblico. Hulk Hogan è un heel. E dimostra subito di saperci fare anche in quelle vesti per lui nuove, con un promo deciso, in cui insulta i fan, dice di volersi far chiamare Hollywood Hogan vista la sua fama di attore e dice che da questa sera ha inizio un nuovo ordine mondiale (New World Order, NWO, ndr) del wrestling.
Mossa vincente. Fin da subito nelle puntate dello show settimanale della WCW, Nitro, la NWO prende il controllo della situazione. A suon di soprusi, furbate, scorrettezze, Nash, Hall e Hogan dominano. Hogan va a prendersi il titolo mondiale, che a più riprese deterrà, difendendolo raramente. Inoltre la stable si allarga con ingressi eccellenti: The Giant (che sarà poi Big Show in WWE, ndr), Randy Savage, Syxx (X-Pac in WWE, ndr), Buff Bagwell, Scott Steiner. Ne potremmo nominare tantissimi. Fondamentale sarà però il manager Eric Bischoff, vicepresidente esecutivo della WCW, che rivela essere la mente della NWO. Per tutto il 1997 va in scena una guerra interna tra la NWO e la WCW, difesa strenuamente dalle sue icone Lex Luger, Ric Flair e Sting, rinnovato con l’indovinatissimo personaggio cupo ispirato al film ‘Il Corvo’. Ma questa guerra fa da sfondo a un’altra guerra, quella degli ascolti tv. Nitro e Raw, show principali di WCW e WWF, vanno in onda contemporaneamente il lunedì sera. Grazie alla genialata della NWO e a quel senso di novità perenne, la WCW riesce per un anno intero e oltre a posizionarsi sistematicamente davanti alla WWF negli ascolti, nonostante la compagnia dei McMahon possa contare su superstar di assoluto livello come Shawn Michaels, The Undertaker e Bret Hart (che dopo lo screwjob di Montreal passerà anche lui in WCW, ndr).
Wolfpack vs Hollywood e Fingerpook of Doom: il declino della NWO. Anche il 1998 è un anno importante, ma che parte bene, ma dove si iniziano a intravedere quei segnali di crisi che esploderanno clamorosamente l’anno successivo. Sting è il paladino della WCW e si oppone alla NWO e la formula sembra funzionare. Ma il tema portante che per oltre un anno ha reso celebre la stable inizia a stancare. Così la compagnia si inventa una nuova scrittura, che si risolve in scena in dissidi tra Kevin Nash e Hollywood Hogan, che sfociano nella divisione della NWO in due fazioni: la NWO Wolfpack capitanata da Kevin Nash e la NWO Hollywood capitanata da Hogan. E’ l’inizio della fine. La mossa non ha grande successo e se non fosse per l’esplosione di un personaggio esterno alla stable, ossia Goldberg, la WCW arrancherebbe molto prima negli ascolti. ‘Da Man’ impressiona per la sua striscia di vittorie che lo porta rapidamente a diventare campione battendo Hogan in un celebre match durante un episodio di Nitro. La WCW inizia ad andare per tentativi, ottenendo l’ingresso nella compagnia di The Warrior (Ultimate Warrior in WWF, ndr) e riproponendo lo storico feud con Hogan. Ma questo non solo sarà sottotono, ma sfocerà in un pessimo incontro a Halloween Havoc. Il declino della WCW e della formula NWO inizia a essere evidente. Dall’altra parte, in WWF, sembrano finalmente aver trovato la quadra: l’esplosione della D-X con Triple H e Shawn Michaels sugli scudi, l’impatto di due icone come The Rock e Stone Cold Steve Austin, la faida tra Undertaker e Kane, il pazzoide Mankind. Insomma, l’Attitude Era bussa insistentemente alla porta della compagnia di Ted Turner, fino a sfondarla, quando dopo anni la WWF torna avanti negli ascolti. La WCW si gioca l’ultima carta. Prima puntata del 1999, Hogan torna dopo mesi di assenza e sfida Nash, che in modo sporco è diventato campione mondiale mettendo fine alla ‘streak’ di Goldberg. Hogan diventa campione, ma è il modo che sorprende: stende Nash toccandolo con un dito. A fine match viene sancita la riunione della NWO. La scena del ‘fingerpook of doom’ si rivela essere un autogol clamoroso perché il pubblico decide di rivolgere lo sguardo più verso l’aggressiva WWF piuttosto che a un’ormai banale WCW (con una NWO ormai senza ‘verve’). La stessa WCW decide di abbandonare gradualmente la NWO senza scrivere una vera e propria storia. Semplicemente all’improvviso i vari membri iniziano a vestire costumi propri, a non parlare come membri della stable e Hogan torna l’eroe in giallo e rosso. Così, senza un motivo. Gli ascolti ne risentono e il 1999 si rivela essere non solo l’anno in cui la WWF torna al comando negli ascolti, ma anche quello in cui la WCW entra in una crisi da cui non uscirà mai più.
Vani tentativi di rinascita. Sempre nel vano tentativo di risollevare i rating, la WCW decise nel 2000 di riproporre la formula della NWO con membri nuovi. Nasce così la NWO 2000 composta da Bret Hart, Jeff Jarrett e i soliti Nash e Hall. Ma un po’ per via di infortuni vari e un po’ per lo scarso appeal, la stable viene abbandonata allo stesso modo del 1999 (senza un vero motivo, ndr). Nel 2002 ne è passata di acqua sotto i ponti. La WCW non esiste più ed è stata acquisita dalla WWF, che presto diventerà WWE. Ma proprio McMahon decide di giocare una carta importante: riesce a riportare in federazione dopo anni Hall, Nash e Hogan e decide di farli tornare nelle vesti di NWO, la stable che dovrà distruggere gli idoli della compagnia, Stone Cold Steve Austin e The Rock. L’impatto è straordinario e la formula funziona. Ma qui il booking si impegna davvero tanto ad affondare sul nascere il progetto. Dopo un mese di dominio assoluto si arriva a Wrestlemania X-8 (una delle più belle mai viste, ndr). E qui assistiamo alla fine di fatto della NWO. Nash e Hall dovrebbero sfidare Stone Cold in un Handicap match, ma Nash si fa male e lotta solo Hall, che viene sconfitto. Non proprio un grande inizio. Ma in quello che si rivela essere il main event di fatto, nella sfida tra leggende The Rock contro Hollywood Hulk Hogan, dopo un match spettacolare vince The Rock. In più a fine match Hogan torna ‘face’ rispondendo (grazie a The Rock, ndr) all’attacco di Nash e Hall. Due sconfitte e turn face del leader, in due parole: game over. Nei mesi successivi si vedranno altri tentativi di novità come il ritorno di X-Pac, o addirittura l’ingresso di Shawn Michaels nella stable. Ma tutto svanirà nel nulla. Ormai la NWO è finita.
Abbiamo ripercorso le varie tappe di una stable rivoluzionaria, che merita pienamente l’ingresso nella Hall of Fame. Sebbene quando ci si riferisce alla NWO è giusto considerare il periodo che va da quello shockante Bash at the Beach 1996 fino all’estate del 1998. Da lì in poi è stata tutta una forzatura, che ha portato al declino non solo della stable ma di un’intera promotion come la WCW. Ma forse la grandezza della NWO sta proprio in questo. La NWO era la WCW e la WCW era la NWO. Finita una non poteva che finire anche l’altra.