Colpo di scena! CM Punk è tornato! Sono le battute finali dell’anonimo talk WWE Backstage, che sembra aver fatto pochissimi ascolti alla prima uscita, quando Renée Young ha un annuncio sconvolgente da fare. La bella bionda dà il benvenuto a qualcuno: si ode una musica che da tempo non risuonava in qualcosa di associato alla WWE. E’ ‘Cult of Personality’ dei Living Colour, musica di entrata di CM Punk. Pochi istanti e proprio il ‘Best in the World’ si palesa. E’ qui. Cinque lunghissimi anni, quasi sei. Ma eccolo qui tra noi.
Il suo ruolo (per ora?). Facciamo però un po’ di chiarezza e ordine. Punk ha firmato un contratto non con la WWE, bensì con Fox. Ha firmato non per lottare, ma per fare da analista e opinionista fisso nel talk WWE Backstage. Quindi andiamoci piano. Ma ci sono elementi da non trascurare. La WWE ha sottolineato la cosa con un comunicato ufficiale sul proprio sito, ha sbloccato alcune pagine da cui CM Punk era rimosso, non ha richiamato alcuni atleti che non hanno esitato a sfidare il ‘Voice of Voiceless’ su Twitter. Uno su tutti, Seth Rollins. Diciamocelo chiaramente: se sei un ex wrestler di successo di una compagnia come la WWE e sei opinionista fisso in un talk che parla di quella promotion e che ospita anche superstar della stessa promotion, è facile prevedere che con qualche superstar possa nascere un work che porti a un futuro match. Troppo ottimisti? Forse, ma è un’ipotesi che vediamo probabile. Magari, facendo leva sul contratto con Fox e non con la compagnia, potrebbe cambiare il ruolo: magari stop a impegni estenuanti in tour, ma qualche presenza spot in match di qualche ‘big four’ per creare hype intorno agli eventi. Staremo a vedere.
L’addio del 2014. CM Punk mancava in WWE (e manca tutt’ora se consideriamo l’impegno in ring e negli show Raw o SmackDown, ndr) dalla Royal Rumble del 2014. Lì fece una bellissima figura. Fu il primo a entrare e arrivò tra gli ultimi quattro, prima della scellerata eliminazione ad opera di Kane (che era già stato eliminato, ndr). Punk avrebbe meritato il main event di Wrestlemania. Lo meritava da anni. Lo meritava dopo la splendida ‘Pipe Bomb’ di Raw prima di Money in the Bank 2011, dove sputò in faccia tutto quello che i fan volevano sentir dire da qualcuno sull’ipocrisia della compagnia e sul trattamento verso chi come lui si spaccava ogni giorno senza ottenere niente. Lo meritava ancor di più dopo lo splendido regno di oltre un anno da campione WWE a cavallo tra le Survivor Series del 2011 e la Royal Rumble del 2013. Ma nel 2012 il main event era già programmato e doveva essere il ‘Once in a Lifetime’ tra The Rock e John Cena. Nel 2013 gliela fecero sporca: regno perso contro un part-timer come The Rock, perché il main event di Wrestlemania 29 doveva essere ancora Cena contro Rock (ma non era ‘Once in a Lifetime’?); in compenso gli diedero il match contro Undertaker, e va bene così. Ma nel 2014 proprio no. Sì ok, l’ascesa di Daniel Bryan e dello ‘Yes Movement’, ma venne dopo, forse non era totalmente nei piani. Il 2014 doveva essere l’anno della sacrosanta ricompensa del main event di Wrestlemania per CM Punk. Ma la pensavano diversamente ai vertici. A nulla servì lottare mezzo infortunato. Punk non ottenne ciò che sognava (e forse sogna ancora oggi, ndr). Ma stavolta andò via. A modo suo. Senza avvisare, già dal giorno dopo.
Il post WWE del ‘Best in the World’. Sono seguiti anni di attacchi alla WWE, verbali, a mezzo stampa e per vie legali. Su tutte una causa intentata, e persa, dal medico Christopher Amman, accusato da Punk di averlo costretto a lottare negli ultimi periodi nonostante un’infezione da stafilococco, costole rotte e alcune commozioni cerebrali. Accuse anche per lo stipendio, ritenuto troppo basso per il suo valore, e per la sua gestione, a suo dire indegna se confrontata ad altri atleti. CM Punk ha provato anche a riciclarsi, dandosi alle MMA e sfruttando la sua popolarità per approdare addirittura direttamente alla UFC. Non un grande successo però. Quello è un altro mondo. Due sconfitte contro due sconosciuti. KO per sottomissione al primo round nel debutto contro Mikey Gall. Meglio alla seconda uscita, due anni dopo, contro Mike Johnson: dura fino alla fine, ma perde nettamente per decisione unanime. La sua esperienza in UFC termina e forse da lì inizia a ripensare al suo passato. Dove aveva ragione, ma anche doveva ha esagerato.
Ed eccoci qui. Rimarrà analista e basta? Tornerà anche a combattere, magari solo saltuariamente? Questo lo vedremo. Intanto le accuse non hanno tardato ad arrivare. Ipocrita, opportunista. Forse. Ma la storia della WWE è piena di ‘dietro-front’ clamorosi: uno su tutti Bret Hart, che è passato sopra allo Screwjob di Montreal e alla morte del fratello Owen, pur di tornare tra le braccia di Vince McMahon. CM Punk aveva dichiarato che mai più sarebbe tornato, ma questo è il business (tutto, ma proprio tutto, va preso con le ‘pinze’). C’è anche l’altra faccia della medaglia. Quanto manca a questa WWE priva di personaggi carismatici uno col carisma di CM Punk? Secondo noi tanto. E allora noi ci schieriamo dalla parte di chi non critica. Vai e mostra a tutti che sei sempre tu il ‘Best in the World’!