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Passa in rassegna anche Hell in a Cell e lo fa con luci e ombre (e il riferimento non è solo all’illuminazione durante il main event, ndr). Il tema della violenza e dell’aggressività, che si richiede ai match tematici in questione, è stato pienamente centrato. Semmai fa discutere, almeno per il secondo dei due, quello del main event, l’epilogo, che rischia di danneggiare pesantemente entrambi gli interpreti, ma ci arriveremo. Lo show è stato calante. Partito bene, proseguito con un peggioramento costante. Poteva rialzarsi col main event, ma il finale è troppo compromettente per la riuscita dell’incontro, che già dalla sua scrittura si era infilato in un vicolo cieco. Ma analizziamo tutto incontro per incontro.

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1) Hell in a Cell match per il WWE Raw Women’s Championship: Becky Lynch (c) v Sasha Banks – Opener fantastico. A mani basse il match della serata e di diritto tra i migliori del 2019 del main roster. Sasha e Becky perfezionano quanto di buono fatto vedere a Clash of Champions e sfoderano un Hell in a Cell match davvero bello. Tanti gli spot con la gabbia e le varie armi contundenti ben utilizzate. Tema del match centrato. Non si è raccontata una vera storia, forse, ma abbiamo visto una bella sequenza alternata di manovre. Poteva vincere chiunque e avrebbe meritato. Alla fine ha vinto ‘The Man’, che consolida il suo status e ora sembra davvero senza rivali. Ma a parte questo, complimenti a entrambe per lo spettacolo offerto. – voto: 8,5

2) Tornado Tag Team match: Roman Reigns/Daniel Bryan v Erick Rowan/Luke Harper – Match solido, ben interpretato da tutti i protagonisti. Bella l’intuizione di renderlo un tornado match, invece che un classico tag team. Ha valorizzato l’azione. Buone le interazioni e ben fatto il finale. Soprattutto gli spot sui tavoli di commento. Coinvolgente il turn face finale di Daniel Bryan. – voto: 7+

3) Ali v Randy Orton – Per essere un match riempitivo non è stato niente male. Ma onestamente, seppur buono, da questo momento e con questo incontro inizia la fase calante dello show. Il livello viene mantenuto alto dall’atletismo di Ali, che ben si compensa con l’esperienza di Orton. Ma è un buonissimo match da puntata settimanale, nulla di più. – voto: 6,5

4) per il WWE Women’s Tag Team Championship: Alexa Bliss/Nikki Cross (c) v The Kabuki Warriors – Uno dei punti più bassi della serata. C’è lo snodo narrativo dell’inversione dei ruoli: le Kabuki lottano da heel, Alexa e Nikki da face. E il finale ne è la prova. Match comunque bruttino, che serve solo a dare nuova linfa ad Asuka e alla Sane, che erano finite un po’ nel dimenticatoio. – voto: 5

5) Six-Men Tag Team match: Braun Strowman/The Viking Raiders v The OC – Qui la sufficienza potrebbe anche starci, ma il finale per squalifica fa perdere mezzo voto. Match costruito per esaltare la buona tenuta dei Viking Raiders in ottica titoli di coppia, lo status heel degli OC e soprattuto la potenza di Strowman. Elemento, quest’ultimo, che emerge nel post-match, dove il ‘Monster Among Men’ lancia un chiaro segnale a Tyson Fury in vista di un probabile scontro con il celebre pugile inglese. – voto: 5,5

6) Chad Gable v King Corbin – Le premesse erano discrete. Bella finale del King of the Ring un mese fa. Rivincita terminata per squalifica a Raw pochi giorni fa. Una buona costruzione con Gable che si ribella all’incoronazione di Corbin. Eppure è stato un fiasco. Qualche bel ‘ribaltone’ di Gable, comunque telefonatissimo viste le provocazioni pre-match di Corbin. Per il resto poco altro. Bocciato. – voto: 5

7) per il WWE SD Women’s Championship: Bayley (c) v Charlotte Flair – Buon match, ma come già accaduto a Clash of Champions, le due non sfondano. Stavolta il minutaggio era adeguato, ma solo la Flair riesce a coinvolgere, mentre Bayley rimane in quel limbo che non sembra mai portarla al definitivo salto di qualità. Sfida che si lascia guardare, ma che non ci lascia con quella sensazione di straordinario che dovrebbe lasciarci ogni match di un ppv. Non ci aspettavamo la vittoria di Charlotte, che comunque mette un’altra ciliegina sul suo ottimo 2019, mettendo a segno il record dei 10 titoli femminili in carriera. Nessuno come la ‘Queen’. – voto: 6,5

8) Hell in a Cell match per il WWE Universal Championship: Seth Rollins (c) v ‘The Fiend’ Bray Wyatt – Main event difficile da giudicare. Proviamo a farlo con ordine andando per schemi: tema, storia, esito e ripercussioni sui personaggi. Sui primi due punti nulla da eccepire. Il tema è stato centrato benissimo: è stato un Hell in a Cell match cattivo, violento e con quella luce bassa che ha darto anche l’atmosfera horror al match. La storia è stata scritta molto bene, presentandoci un ‘The Fiend’ posseduto e indistruttibile. Ma qui arrivano i dolori. Nel corso del match proprio questa scrittura ha tremendamente danneggiato Rollins. Tutti quegli Stomp e quei Superkick, oltre che Flying Knee e Pedegree, che hanno portato solo a un pin di uno. L’immagine del campione ne esce tremendamente ridimensionata. Ma la WWE con un finale balordo è riuscita a danneggiare anche il personaggio di Wyatt, almeno in parte. L’ira del campione che porta alla sospensione del match. Per il secondo anno consecutivo un Hell in a Cell match, main event della serata, che finisce in no contest. Come rovinare tutto. Un match che poteva anche prendere un voto molto alto, viene tremendamente penalizzato da questo epilogo. Va bene il post-match con la ‘risurrezione’ di Bray, ma oggettivamente ci sembra tutto un po’ campato in aria. Con una costruzione del genere o si fa vincere Wyatt o niente. Non ci sono alternative. Ora abbiamo un campione ‘face’ fischiato che ha ufficialmente stancato e perso di credibilità. E un ‘Fiend’ che non si sa cosa vuole. – voto: 5,5

 

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E siamo alle valutazioni finali. Come è stato questo Hell in a Cell? Partiamo dal concetto chiave di quando si valuta un evento a tema: centrare il tema, appunto. Su questo ci siamo. Al di là dell’esito discutibile del main event, non si può dire che i due Hell in a Cell match non abbiamo rispecchiato la violenza e la pericolosità della stipulazione. Certo, Sasha e Becky l’hanno esaltata con la prestazione, mentre Wyatt e Rollins con la storia, ma è stato rovinato tutto dal finale. Il primo HIAC match è stato una perla di questo 2019, il secondo ci lascia con quella sensazione di ‘poteva essere e non è stato’ e apre a scenari ricchi di dubbi su entrambi i personaggi coinvolti. Il resto dell’evento è un calare continuo. I livelli rimangono alti con il Tornado Tag Team match con Reigns e Bryan protagonisti e, in parte, con la sfida tra Ali e Randy Orton. Ma poi è un lento e inesorabile declino. Charlotte e Bayley alzano l’asticella, ma senza strafare. Il main event è il più grande interrogativo della serata. Evento certamente sufficiente, ma che non decolla e in parte delude. – voto: 6

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns