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Anche questa Wrestlemania si è conclusa ed è passata agli archivi. Un evento di buonissima qualità, con incontri che nel complesso hanno avuto un ottimo storytelling e con lo spettacolo che è riuscito a mantenere una continuità nella sua godibilità, che era mancata nelle ultime tre o quattro edizioni. Azzarderei che se la gioca con Wrestlemania 31 per essere la migliore degli ultimi 3 o 4 anni. Sono poche le delusioni, tanti i match di buon livello, con uno che certamente rientrerà tra i migliori visti a Wrestlemania negli ultimi anni. Finalmente anche il main event è degno dello ‘Showcase of Immortals’, nonostante ci sia qualcosa da ridire su questo incontro, ma ci arriveremo.

Prima di iniziare passiamo al solito capitolo pronostici. Siamo andati bene, ma come da tradizione, Wrestlemania si rivela meno scontata nei pronostici e capita di sbagliare un po’ di più. Bilancio comunque positivo: su un totale di 17 match ne abbiamo indovinati 10. I nostri errori: Tony Nese che vince il titolo dei pesi leggeri (kick-off), Carmella che vince la Women’s Battle Royal (kick-off), gli Usos che mantengono i titoli di coppia di SmackDown, le IIconics che vincono quelli di coppia femminili, la vittoria di Baron Corbin nel match di addio di Kurt Angle, quella di Shane McMahon su The Miz e quella di AJ Styles su Randy Orton. Considerando anche il kick-off, che ha avuto ben quattro match. E ora diamo i voti alla card.

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1) per il WWE Universal Championship : Brock Lesnar (c) v Seth Rollins – Che opener! Che partenza! Non ci aspettavamo questo match subito, al pronti-via. L’adrenalina che è salita subito alle stelle, l’aggressività esplosiva di Lesnar, la reazione furba di Rollins, la sequenza dei Curb Stomp salutata da ovazioni del pubblico e il pin decisivo, con tanto di grida di gioia dei fan, rendono questo incontro un match da ricordare. Tecnicamente non ha detto nulla. Già confrontato col match successivo sarebbe inferiore, ma nel wrestling e in eventi come questo, poi, non si può guardare solo l’aspetto del lottato, ma anche il coinvolgimento, le emozioni, l’intensità. E queste non sono mancate per niente. Anche la modalità della vittoria di Rollins sono state indovinatissime. Doveva vincere lui, senza far perdere credibilità alla figura di Lesnar. Ha funzionato tutto. – voto: 7

2) AJ Styles v Randy Orton – Mezza delusione. Chiariamoci: il match è stato buono, ricco di mosse reciproche e col giusto tasso di intensità. Ma è il classico caso in cui se fosse una puntata di SD Live o un incontro di un qualsiasi altro ppv, gli daremmo un 7 o anche di più. Ma questa è Wrestlemania e bisogna gettare il cuore oltre l’ostacolo e dare al pubblico qualcosa di più. La sensazione che abbiamo avuto è stata quella del match bello, ma a cui è mancato qualcosa. Bravi, certamente, ma volevamo qualcosa di più.- voto: 6,5

3) Fatal Four Way Tag Team match per il WWE SD Tag Team Championship : The Usos (c) v The Bar v Ricochet/Aleister Black v Rusev – Il ritmo è quello bello, veloce e confusionario dei fatal four way, di coppia poi, quindi il discorso è amplificato. Ma a dirla tutta è servito solo a dare respiro agli spettatori dopo l’uno-due iniziale, senza però calare troppo nell’intensità e nel livello qualitativo. La sufficienza c’è sicuramente, anzi, è ampiamente superata, grazie anche al bel finale con le finisher messe a segno un po’ da tutti, fino ad arrivare alla chiusura con gli Usos che si prendono il loro momento di gloria conservando i titoli, tra i pochissimi a esserci riusciti in questa edizione. – voto: 7

4) Falls Count Anywhere match : The Miz v Shane McMahon – Questi due sono due marziani dello storytelling. Hanno raccontato un incontro geniale. Tecnicamente si è visto poco, ma non era l’incontro dove i tecnicismi dovevano farla da padrone. Rissa in mezzo al pubblico doveva essere e rissa in mezzo al pubblico è stata. Miz che diventa aggressivo è favoloso da vedere. Shane che come sempre non si risparmia. Gli spot nell’arena sono coinvolgenti e poi il finale? I due ci regalano lo spot della serata con quel Suplex di Miz sulla cima di un’area dell’arena, che termina con Shane per ‘sbaglio’ con un braccio sopra l’ ‘A-Lister’ e incredibilmente vincitore inconsapevole di un match condotto benissimo dall’ ‘Awesome One’. Grandiosi. – voto: 7,5

5) Fatal Four Way Tag Team match per il WWE Women’s Tag Team Championship : Boss ‘n’ Hug Connection (c) v The Divas of Doom v Nia Jax/Tamina v The IIconics – Sì ok, azione buona e caciara classica da match a quattro coppie. Ma in fin dei conti non è poi tutto sto granché. Soprende il finale con la vittoria del team più inatteso, le IIconics. Ma a ben vedere abbiamo visto pochi spot che possono farci ricordare a lungo questo incontro. Poca roba. Uno dei punti deboli di questo evento. – voto: 5,5

6) per il WWE Championship : Daniel Bryan (c) v Kofi Kingston – Signore e signori, il match della serata. Che azione, che scrittura, che prestazioni. Non c’è nulla di sbagliato. Incontro che ha saputo tenere alta l’attenzione di un pubblico che definire coinvolto è poco. Ovazione totale per Kofi Kingston, la cui vittoria è stata salutata ai livelli di un gol. Tra i più bei match delle ultime Wrestlemania. In un’ipotetica graduatoria dei match più belli della storia dello ‘Showcase of Immortals’ questo incontro ci entra sicuramente. Forse non nella top 10, ma sicuramente in un elenco dei match più belli lo ritroveremo in futuro. Grandissimo match, incerto e con le presenze esterne di Rowan e del New Day che sono state gestite benissimo. Kofimania doveva essere, Kofimania è stata. Ma oltre al risultato, quello che a noi interessa è che è stato un incontro coi fiocchi. – voto: 8,5

7) per il WWE United States Championship : Samoa Joe (c) v Rey Mysterio – Un angle più che un match. Incontro che serve a far crescere lo status di demolitore di Samoa Joe, che in pochi minuti regola la ‘pratica’ Rey Mysterio. Al ‘folletto’ di San Diego viene concessa solo la gloria per l’inizio bomba con tanto di 619, ma alla prima occasione subisce la Coquina Clutch e ciao a tutti. Ci aspettavamo un match interessante, ci ritroviamo un match invalutabile.- voto: ingiudicabile

8) Roman Reigns v Drew McIntyre – Quando il pubblico fa tanto. Dopo essersi caricato a pallettoni col favoloso Bryan/Kofi (il match di Samoa Joe e Rey Mysterio non lo consideriamo, essendo durato pochissimo, ndr), la gente era un po’ scarica. Dagli spalti abbiamo notato molto menefreghismo e i due atleti sono stati praticamente isolati nella loro azione. Incontro che forse rivisto avrebbe anche qualche spunto, ma sinceramente ci è parso che si stia tornando sulla solita strada di Reigns supereroe, che subisce per 3 quarti di match e poi vince lo stesso. Così torneranno a fischiarlo sicuramente. – voto: 5

9) No Holds Barred match : Triple H v Batista – Partenza bella cattiva, fase centrale lenta, finale duro e aggressivo. Un gran bel lavoro di storytelling. La stipulazione non lasciava spazio a tecnica e la forma fisica dei due aveva bisogno di essere mascherata da una stipulazione che li esaltasse sotto altri aspetti. La vecchia scuola dimostra di saperla ancora lunga e sia Triple H che Batista hanno saputo regalare attimi di grande intensità. Qualche mugugno nella fase centrale, troppo lenta e portata per le lunghe, ma l’inizio con ‘The Game’ cattivissimo e il finale con martelli e gradoni al centro dell’attenzione è davvero di ottimo livello. Bel match. E bravi a sti due ‘vecchietti’ del ring. – voto: 7

10) Kurt Angle v Baron Corbin – Non si poteva fare meglio? Probabile. Giusto portare avanti il personaggio di un atleta emergente come Corbin, piuttosto che dare una vittoria che serve a poco a un atleta che si sta ritirando, come Angle. Anche se, a dirla tutta, avremmo preferito una scrittura con un Corbin dominante e un Angle che vince con l’ultimo sussulto d’orgoglio, chiudendo la carriera con un successo. Ma la WWE ha voluto non essere scontata e sinceramente apprezziamo. Anche se il match in sé ha raccontato poco quanto niente ed è insufficiente. Ma va bene lo stesso. Grazie di tutto Kurt. – voto: 5

11) per il WWE Intercontinental Championship : Bobby Lashley (c) v Finn Balor – Se non è uno squash poco ci manca. Balor in versione demone è inarrestabile e subito domina, anche se a evitare all’incontro la dicitura ‘ingiudicabile’ ci pensa la reazione di Lashley, che dura poco. L’incontro sarebbe da 5 ma la Powerbomb di Finn Balor su un atleta grosso almeno il doppio di lui fa alzare certamente la valutazione. – voto: 6=

12) Triple Treath Winner Takes All match per il WWE Raw Women’s Championship e per il WWE SD Women’s Championship : Ronda Rousey (c) v Charlotte Flair (c) v Becky Lynch – Il main event per la prima volta vedeva impegnate le donne. Ha dei pro e dei contro. Partiamo dai contro. Certamente un finale anticlimatico, con la vittoria di Becky che, per quanto credibile nelle dinamiche, è arrivata un po’ troppo all’improvviso; personalmente dagli spalti, anche se siamo sobbalzati e abbiamo esultato, abbiamo avuto la sensazione che il match sarebbe proseguito un po’ di più. Altro punto a sfavore è forse l’eccessiva pressione che sembrava esserci sulle tre, che portavano sulle spalle il peso del momento più importante di Wrestlemania, quello che sigilla la carriera di una superstar: le tre, anche se molto brave nella conduzione del match, hanno lasciato trasparire questa tensione di fondo. Ma ci sono anche tanti pro. Anzitutto la qualità del match, che non è forse ai livelli di Bryan contro Kofi e non è un match a cinque stelle, ma sicuramente è un ottimo incontro, con un buon ritmo. Altro punto a favore è che finalmente abbiamo visto un main event degno di questa dicitura a Wrestlemania, dopo le tre ‘ciofeche’ degli ultimi tre anni. Poi certamente il finale, tutti volevano vedere Becky vincere e la nostra amata ‘The Man’ ce l’ha fatta. Anche la scrittura del match e del finale sono credibili, Ronda è una pluridecorata campionessa, può perdere solo con una furbata, come ha fatto Becky con quel Roll-Up mentre stava subendo la Armbar. Rimane il rammarico che, per come era stato costruito e per la hype intorno, avremmo potuto parlare di un match da favola, ma ci ritroviamo a parlare di un incontro ‘solo’ ottimo. – voto: 7

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Nel complesso possiamo quindi parlare di un buonissimo evento, che è certamente il migliore dell’anno in questa prima parte di 2019. Una Wrestlemania che non passerà forse alla storia tra le migliori di sempre (non entrerà nella top 10 delle 35 edizioni per capirci, ndr). Ma una Wrestlemania che allo stesso tempo non ha deluso le aspettative e che si inserisce certamente tra le edizioni meglio riuscite. Se restringiamo, poi, il campo d’azione agli ultimi 4-5 anni, togliendo la trentesima edizione che è stata l’ultima superlativa dello ‘Showcase of Immortals’, questa è stata probabilmente la migliore. La 32 era stata in gran parte deludente, la 33 carina ma era mancato il supermatch (che stavolta invece c’è, ndr), la 34 era partita benissimo ma poi era calata di intensità. Forse solo la 31 regge il confronto, ma se regge è solo perché ha un main event che per il suo finale shockante rimane un po’ più impressa. Ma a nostro modo di vedere questa ‘Mania è superiore. Tornando al giudizio complessivo, pochi punti bassi e tanti punti alti. Picco assoluto con Kofi contro Bryan, match ad altissima intensità emotiva e anche il migliore tecnicamente. Tecnicamente zero, ma pregevoli nello storytelling il Falls Count Anywhere di The Miz e Shane e il No Holds Barred di Triple H e Batista. Opener da sballo con Seth Rollins che batte Lesnar. Main event che al netto degli aspetti che abbiamo fatto notare, è finalmente un finale degno di Wrestlemania. In sintesi, gran bello show e siamo ben lieti di poter dire di esserci stati. We were there. – voto: 7,5

Di Mario Grasso

giornalista pubblicista, laureato in Giurisprudenza e potenziale avvocato. Da sempre appassionato di wrestling. Tra i suoi miti 4 nomi si tutti: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome