Quante volte un’edizione di Wrestlemania è passata alla storia non per la sua bellezza, iconografia o per la sua card? Spesso. Molte volte a fare la differenza è stato il main event. Altre volte è stato, invece, un singolo match, inserito in card che ha finito col superare decisamente l’ultimo incontro.
Abbiamo deciso allora di stilare un elenco, in rigoroso ordine cronologico, dei vari match che avrebbero meritato di chiudere lo ‘Showcase of Immortals’, soprattutto alla luce di un main event bruttino.
Premessa: non citeremo alcuni match memorabili, che però, magari pur essendo più belli del main event, fanno parte comunque di edizioni in cui il main event è comunque passato alla storia. Ad esempio, è unanimemente riconosciuto che il match tra Randy Savage e Ricky Steamboat fu il match più bello di Wrestlemania III, ma di certo non può essere considerato un ‘main event morale’ visto che chiuse lo show l’indimenticabile sfida tra Hulk Hogan e Andre The Giant. Stesso discorso per i fantastici Owen Hart contro Bret Hart e Shawn Michaels contro Razor Ramon di Wrestlemania X: incontri stupendi, ma lo show fu chiuso dal magico momento della vittoria di Bret Hart, campione WWF dopo aver battuto Yokozuna. O ancora lo stupendo Shawn Michaels contro Kurt Angle di Wrestlemania 21, che però è passata alla storia comunque per la grande vittoria di Batista nel main event su Triple H. O ancora la ‘End of an Era’, ossia il grandioso Hell in a Cell tra Undertaker e Triple H di Wrestlemania XXVIII; match unico, ma in quella edizione il main event è stato comunque un pezzo di storia, col ‘Once in a Lifetime’ tra The Rock e John Cena.
Quindi, in questa classifica, vedremo solo ed esclusivamente i match che hanno surclassato il main event effettivo. Ne abbiamo scelti sei, in rigoroso ordine cronologico. Bene. Ora partiamo.
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Wrestlemania VII – The Ultimate Warrior v Randy Savage in un Retirement match
Se c’è un’edizione in cui il main event per la prima volta passa davvero in secondo piano, quella è Wrestlemania VII. Certo lo scontro Hulk Hogan contro Sgt Slaughter, che riprende lo scontro USA contro Iraq, fa presa sull’animo patriottico americano. Ma uscendo dai confini della location dell’evento (e comunque è stata cambiata per via di un flop di vendite, ndr), questa edizione non gode del classico main event trascinante che aveva contrassegnato tutte le edizioni precedenti. Così a rubare la scena è il match tra Ultimate Warrior e ‘Macho Man’ Randy Savage con in palio la carriera dell’uno e dell’altro. Durante il suo regno da campione WWF, Warrior si è sempre rifiutato di sfidare ‘Macho Man’, che allora si è fatto giustizia da solo attaccando il ‘guerriero’ alla Royal Rumble del 1991 e costandogli il titolo. Inevitabile la resa dei conti, con i due che mettono in palio le loro carriere. Match molto bello e intenso, che finisce con Warrior che trionfa e con Savage che viene abbandonato da Sensational Sherri, ma che prima di ritirarsi ritrova l’amore della sua vita, Elizabeth. La realtà sarà ben diversa: sarà Warrior a sparire per circa un anno, mentre Randy sarà riabilitato e un anno dopo addirittura lo vedremo lottare per il titolo WWF. Ma questa è un’altra storia.
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Wrestlemania VIII – Ric Flair (c) v Randy Savage per il WWF Championship
L’ottava edizione di Wrestlemania viene costruita sulla storia del doppio main event. Vengono pubblicizzati due match di cartello: il classico match per il titolo WWF, che deve mettere di fronte il campione Ric Flair contro Randy Savage, e il match uno contro uno tra Hulk Hogan e Sid Justice, promosso come l’ultimo match dell’Hulkster prima del ritiro (cosa falsissima visto che la carriera di Hogan sarà ancora lunghissima, ndr). Nella realtà dei fatti, però, a chiudere l’evento è il bruttissimo Hogan contro Sid, non salvato neanche dal ritorno di Ultimate Warrior. Per la prima volta il match per il titolo WWF non chiude Wrestlemania, ma è di gran lunga la punta di diamante della card. Match molto bello, costruito benissimo e con tanto di rissa finale. ‘Macho Man’, che solo un anno prima sembrava aver chiuso la sua carriera, diventa campione WWF per la seconda volta. Incontro da vedere, certamente il migliore di quell’edizione.
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Wrestlemania 13 – Bret Hart v Stone Cold Steve Austin in un Submission match
Cosa sarebbe Wrestlemania 13 se togliessimo questo match iconico? Una m***a. Neanche The Undertaker che nel main event vince il titolo WWF contro Sid salva la faccia. Main event brutto di una Wrestlemania brutta. Eppure una perla c’è. Bret ‘Hitman’ Hart che sfida il già tifatissimo Stone Cold Steve Austin in un Submission match per chiudere una volta per tutte i loro dissidi iniziati alla Royal Rumble del 1997, chiusasi in favore del texano ma con un finale controverso. Match cattivo, selvaggio, senza esclusione di colpi e con un finale clamoroso. Austin che subisce la Sharpshooter e sviene, con il volto insanguinato per le ferite. Finale poi col clamoroso turn heel dell’amatissimo Bret, che fa scalare ufficialmente Austin nella graduatoria delle preferenze popolari. Il vero main event di questa Wrestlemania bruttina.
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Wrestlemania X8 – The Rock v Hollywood Hulk Hogan
Icon v Icon. Sfida leggendaria. Promossa come il main event. Ma inspiegabilmente, all’ultimo, si decise di piazzare l’anonimo Triple H contro Chris Jericho per il titolo WWF come match di chiusura. Un vero peccato perché la sfida tra il ‘People’s Champion’ e ‘The Immortal’ è ancora oggi uno dei momenti più alti mai toccati a Wrestlemania. Atmosfera elettrizzante, pubblico in delirio. Grande hype e non c’è nulla di meglio di un match che rispetta le aspettative. Rock e Hogan, quest’ultimo nelle vesti di leader della stable heel della NWO, danno spettacolo e scrivono una pagina di storia incredibile di Wrestlemania. Ancora oggi ci chiediamo come mai non sia più stato scelto come main event.
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Wrestlemania XXV – The Undertaker v Shawn Michaels
Ovviamente non si può citare in questa classifica il match dei match. Il più bello di sempre mai realizzato allo ‘Showcase of Immortals’. Il trionfo del wrestling in tutte le sue forme: dalla tecnica allo storytelling. Due atleti completi che hanno dato spettacolo dal primo all’ultimo istante di questo fantastico incontro. Shawn Michaels eroico, le prova tutte per porre fine alla leggendaria ‘streak’ del ‘Deadman’, ma alla fine non ci riesce e viene beffato quando viene agganciato durante un tentativo di Moonsault, subito trasformato in Tombstone. Spettacolo totale. Un anno dopo a Wrestlemania XXVI riusciranno quasi a ripetersi, ma almeno in quel caso è stato giustamente proposto come main event.
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Wrestlemania XXVII – The Undertaker v Triple H in un No Holds Barred match
Chiudiamo con un altro grande classico. Wrestlemania XXVII è passata alla storia come una delle più brutte Mania di sempre. Eppure c’è un match che vale il prezzo del biglietto. Il geniale, cattivo e incerto No Holds Barred match tra The Undertaker e Triple H. Cattiveria, potenza, senza regole. Succede di tutto e vediamo grande determinazione. Soprattutto da parte di Triple H, che per la prima volta fa uscire Undertaker in barella da un match a Wrestlemania. Vince il ‘Deadman’, che dal nulla trova la mossa della disperazione con una Hell’s Gate inattesa che fa cedere ‘The Game’. Ma proprio il ‘Cerebral Assassin’ è il vincitore morale di questo incontro perché è lui a uscire dall’arena sulle sue gambe. Sarà la base della storia che porterà alla ‘End of an Era’ dell’anno successivo. Grandissimo match, vero main event di questa scialba Wrestlemania XXVII.