Andiamo ora a vedere quali sono stati gli special event migliori del 2018. Un anno in cui sono stati comunque i big four a recitare la parte del leone, ma dove anche tra alti e bassi gli altri ppv si sono difesi bene. Ci sono stati i flop e tra questi indubbiamente vanno considerati i live show, proposti e promossi come ppv, come i due disputati in Arabia Saudita. Andiamo a scalare la classifica, dallo special event peggiore a quello migliore dell’anno.
Backlash. Il punto più basso forse è stato toccato da Backlash. I due show in Arabia Saudita sono stati brutti, ma nascevano come live event e per business sono stati promossi a ppv. Backlash, che tradizionalmente parte già male essendo un ppv di transizione che arriva dopo Wrestlemania, non riserva niente di buono. E dire che era partito benissimo con quello che è stato uno dei match più belli dell’anno, come la sfida per il titolo intercontinentale tra Seth Rollins e The Miz. Ma dopo di questo il nulla. Una lenta discesa, dove praticamente nessun match lascia senza fiato. Appena meglio degli altri è il No Disqualification match per il titolo WWE tra AJ Styles e Shinsuke Nakamura, che alzano ancora il livello dei loro match, ma che viene penalizzato da un finale con poco senso. Ma dopo questo incontro l’evento torna a scendere e culmina in un main event noioso e poco sentito dai fan, quello tra Roman Reigns e Samoa Joe. Davvero un punto bassissimo della stagione WWE. – Top match: Seth Rollins (c) v The Miz
Greatest Royal Rumble. Gli eventi extra-USA non sono stati una gran trovata. Non parliamo in termini economico-finanziari, ma in termini di qualità proposta ai fan non casual. Questo show, poi, a differenza già dei successivi Super Show-Down e Crown Jewel, risente ancor più dell’impronta da live event. Match costruiti per nulla e messi lì per caso. Nessun incontro sembra strafare. Partenza pachidermica, al di là dell’importanza dei due contender, tra John Cena e Triple H. Quindi una serie di match brutti, con il solo Ladder match per il titolo intercontinentale a salvarsi, raggiungendo una sufficienza piena. Così così AJ Styles e Nakamura per il titolo WWE, pessimo Roman Reigns contro Brock Lesnar nello steel cage match per il titolo universale. Il main event doveva essere la più grande Royal Rumble di sempre, ma che a parte per il record di Daniel Bryan e per la divertente caduta sotto il ring di Titus O’Neil, non si ricorda. Braun Strowman vince una “gran rissa” che non serve praticamente a nulla e di cui nessuno parla più già dal giorno successivo. Evento pressoché inutile. – Top match: Seth Rollins (c) v Finn Balor v Samoa Joe v The Miz [Fatal Four Way Ladder match]
Crown Jewel. Il secondo evento in Arabia Saudita è appena meglio del primo. La qualità generale dei match in realtà è per più della metà dello show almeno sufficiente. Nessun match stellare, ma la WWE World Cup tanto pubblicizzata riesce quantomeno a intrattenere fino alle semifinali, con buonissimi incontri. Succede poi che qualcosa va storto. Passi il match onesto tra AJ Styles e Samoa Joe per il titolo WWE, che arriva a fine faida e un po’ improvvisato, ma il resto è davvero da buttare. Prima il pessimo match per il titolo universale tra Brock Lesnar e Braun Strowman. Poi la World Cup mandata all’aria con un booking senza senso che porta un non wrestler che non ha disputato alcun match prima della finale, a diventare il ‘best in the World’. E poi, dulcis in fundo, la sagra del botch e del vecchiume: massimo rispetto per la storia e per ciò che hanno rappresentato i vari Triple H, Shawn Michaels, The Undertaker e Kane; ma effettivamente non ce la fanno più e il loro match, per quanto apprezzato dal pubblico casual saudita, è in realtà qualcosa che fa piangere il cuore pensando a cosa hanno tirato fuori in carriera questi quattro giganti del ring. E’ l’effetto dei soldi: possono tutto, anche far tornare stelle andate con l’età, ma minandone la dignità e in parte anche il loro splendido ricordo. – Top match: Seth Rollins v Dolph Ziggler
Extreme Rules. Dei ppv in terra statunitense, Extreme Rules è appena meglio di Backlash. Brutto evento, che non rispetta il tema estremo dello show e che non regala match degno di nota. Una noia mortale di match mediocri, interrotta solo da un apprezzabilissimo match per il titolo WWE tra AJ Styles e Rusev e da un main event forse troppo sottavolutato e stroncato dalla critica. Seth Rollins e Dolph Ziggler hanno forse svolto nel corso del 2018 altri match molto più belli, ma il loro Iron Man match di Extreme Rules per il titolo intercontinentale non è affatto da buttare. Vive sulla rimonta di Seth Rollins e la conclusione con l’overtime risulta davvero indovinatissima. Un incontro molto buono, che non salva però un evento pessimo. – Top match: Dolph Ziggler (c) v Seth Rollins [30-minute Iron Man match]
Elimination Chamber. Non male l’ultimo evento esclusivo di Raw, nel bel mezzo della Road to Wrestlemania. Apertura incredibile con un gran bel primo storico Elimination Chamber match femminile, con una brava e furba Alexa Bliss e con Sasha e Bayley che sembrano vicine a dare inizio a un feud, che invece non partirà mai. Più che buono anche il match tra Asuka e Nia Jax, dove la ‘Empress of Tomorrow’ difende la sua streak, che terminerà a sorpresa a Wrestlemania. Quindi il divertente e ottimo segmento della firma del contratto di Ronda Rousey. E poi il gran finale con l’Elimination Chamber maschile che vede la gran bella prestazione di Seth Rollins e Finn Balor, fermata solo dalla furia di Braun Strowman, autentico dominatore, che elimina tutti. Tutti, tranne uno. Roman Reigns, lanciatissimo all’assalto al titolo universale e che riesce a spuntarla in un incontro che sembrava segnato. Scontato forse, visti i tanti rumors che hanno preceduto l’incontro, ma nel complesso non male. E non male neanche l’intero evento. – Top match: Roman Reigns v John Cena v Seth Rollins v Finn Balor v Braun Strowman v The Miz v Elias [Men’s Elimination Chamber match]
Fastlane. Buon evento, l’ultimo della Road to Wrestlemania e l’ultimo riservato a un singolo roster, in questo caso di SD Live. Un evento che parte piano e finisce in crescendo. Ottimo l’ennesimo capitolo della saga Usos contro New Day coi titoli di coppia di SD Live in palio. Match molto bello anche tra Charlotte Flair e Ruby Riott per il titolo femminile. E poi un gran bel main event con AJ Styles che difende con successo il titolo WWE dall’assalto di ben cinque rivali: i due principali, Kevin Owens e Sami Zayn; l’agguerrito John Cena, alla ricerca disperata di uno spazio importante per Wrestlemania; e le due mine vaganti Baron Corbin e Dolph Ziggler. Match coinvolgente, dove vediamo anche Kevin Owens e Sami Zayn andare vicinissimi a prendersi il titolo e un ‘Phenomenal One’ a sorpresa vincitore di rapina. Non male come scrittura e non male come evento. Nulla di memorabile, ma lascia che si torni a casa soddisfatti. – Top match: AJ Styles (c) v John Cena v Kevin Owens v Sami Zayn v Dolph Ziggler v Baron Corbin [Six Pack Challenge match]
Super Show-Down. A differenza dei suoi “simili” sauditi, Super Show-Down si rivela tutt’altro che un brutto evento. Certo, ha anch’esso il limite dell’assenza di programmazione e creazione di storie. Ma almeno lo spettacolo offerto non è deludente, o almeno lo è solo a tratti. Non mancano i match strutturati come incontri da live event, ma lo show ci riserva anche match di pregevole fattura. Due su tutti: quello per il titolo dei pesi leggeri dove Buddy Murphy, idolo di casa, mette fine al regno di Cedric Alexander; l’ottima conclusione della faida tra AJ Styles e Samoa Joe, dove ‘The Phenomenal’ si conferma campione WWE al termine di uno degli incontri più belli dell’anno, un No Disqualification No Countout match molto duro e intenso. Buonissimo anche il tre contro tre tra lo Shield e il trio composto da Braun Strowman, Dolph Ziggler e Drew McIntyre così come la rivincita per il titolo femminile tra Becky Lynch e Charlotte Flair, che vince solo per squalifica nel secondo capitolo della loro faida. Qualche rimpianto per l’inattesa scrittura rapida di Daniel Bryan contro The Miz, ma il resto è certamente sufficiente. Il main event non è esaltante, ma la sfida tra The Undertaker e Triple H, trasformata in un No Disqualification match, tra qualche richiamo ai vecchi incontri e tra qualche intromissione di Kane e Shawn Michaels a bordo ring, si rivela essere migliore del previsto. Sebbene Taker e ‘The Game’ preferiamo ricordarli per le imprese passate e non per questi ritorni discutibili. Comunque non male, peccato aver rovinato tutto insistendo con la sfida a quattro a Crown Jewel. Tornando a Super Show-Down, comunque, l’evento australiano non è stato affatto male. – Top match: AJ Styles (c) v Samoa Joe [No Disqualification No Countout match]
Money in the Bank. Show di ottimo livello. Tolti due incontri non esaltanti, assistiamo a due ottimi Money in the Bank match, con quello femminile forse migliore di quello dei colleghi uomini. Un gradevolissimo match per il titolo intercontinentale tra Seth Rollins e il bravo Elias, che dimostra la bravura immensa di ‘The Architect’ ma anche le buone qualità del ‘Drifter’. Emozioni nel match tra Ronda Rousey e Nia Jax per il titolo femminile di Raw, dove prima vediamo la sfida tra la tecnica e la potenza e poi il trionfo della furbizia con Alexa Bliss che incassa il Money in the Bank interrompendo il match, mettendo fuori causa Ronda e incassando con successo su Nia. Ma il match della serata è senza dubbio il Last Man Standing match che chiude la faida col titolo WWE in palio tra AJ Styles e Shinsuke Nakamura. Senza dubbio l’incontro migliore di tutto il feud tra il nipponico e il fenomenale. Forse rallentato nel ritmo dalla stipulazione, ma certamente intenso ed emozionante. Finale, poi, che è un capolavoro di interpretazione di entrambi. Se non fosse per qualche incontro trascurabile, sarebbe questo un grande evento. – Top match: AJ Styles (c) v Shinsuke Nakamura [Last Man Standing match]
Hell in a Cell. Uno degli eventi più riusciti di tutto il 2018 nel main roster. Pochi punti bassi e una media più che sufficiente. Il tema dell’evento è indovinato a metà. Il primo HIAC match, quello tra Jeff Hardy e Randy Orton è uno dei più belli della serata, intenso ed emozionante. Brutto l’altro HIAC match, il main event con Braun Strowman che incassa pulito il Money in the Bank contro Roman Reigns per il titolo universale: interferenze gestite male e che rubano la scena ai due contendenti principali e poi un finale inedito per questo tipo di match, ossia il no contest. Ci sono però tante altre note positive. Becky Lynch che conquista finalmente il titolo femminile di SD, battendo Charlotte Flair in un grande incontro, che fa subito capire di cosa sono capaci queste due se collidono. Un buonissimo incontro tra AJ Styles e Samoa Joe per il titolo WWE, anche se un passo indietro rispetto a ciò che i due hanno offerto a Summerslam e offriranno a Super Show-Down. E poi l’avvincente match per i titoli di coppia di Raw tra Dolph Ziggler e Drew McIntyre, che riescono a confermarsi tali dopo essere stati messi a dura prova da Dean Ambrose e Seth Rollins. Ritmo alto e buon evento. – Top match: Randy Orton v Jeff Hardy [Hell in a Cell match]
Evolution. Primo storico evento tutto al femminile della WWE ed è stato indovinatissimo. Le donne hanno intrattenuto benissimo. Non ci sono match insufficienti e, anzi, ce ne sono alcuni che avrebbero potuto essere straordinari con un minutaggio maggiore. Ci riferiamo alla finale del Mae Young Classic tra le ottime Toni Storm e Io Shirai e al match per il titolo femminile di NXT tra Kairi Sane e Shayna Baszler. Al netto di qualche botch è stato carino l’opener con Alicia Fox e Mickie James che hanno sfidato Lita e Trish Stratus, amatissime e al loro ritorno sul ring; così come carina è stata anche la Battle Royal, costruita con un bel duello finale tra Ember Moon e Nia Jax. Il main event con protagoniste Nikki Bella e Ronda Rousey per il titolo femminile di Raw non è il match straordinario che avrebbe meritato uno show del genere, ma sicuramente non è da buttare. Ma lasciatecelo dire, Becky contro Charlotte è poesia. Match straordinario. Main event morale dello show. Lo era prima dell’inizio, lo è al termine. Incontro eccezionale tra due grandissime atlete, che hanno saputo coinvolgere ed emozionare. Gran bello show. Uno dei migliori tra i “non big four”. – Top match: Becky Lynch (c) v Charlotte Flair [Last Woman Standing match]
TLC. Tra i ‘non big four’ è sicuramente il migliore. Parte piano, con diversi incontri trascurabili o appena sufficienti. Ma poi sale di livello. Bello il match a tre per i titoli di coppia di SD con protagonisti i migliori tag team in circolazione: The Bar, Usos e New Day. Bellissima la prestazione di Ronda Rousey, nel match per il titolo femminile di Raw contro Nia Jax. E se delude il match per il titolo intercontinentale tra i due ex Shield, Seth Rollins e Dean Ambrose, non delude affatto la sfida per il titolo WWE. E’ spettacolo totale, infatti, tra AJ Styles e Daniel Bryan, che danno vita a uno show di vero grande wrestling. Incontro straordinario. Eppure la card ci riserva qualcosa di ancora più grande. Signori, che match fenomenale è stato il TLC tra donne per il titolo femminile di SmackDown? Becky Lynch, Charlotte Flair e Asuka, che vince anche, danno vita a un incontro incredibile. Spot a raffica, tensione continua, incertezza totale, interferenza di Ronda Rousey, giusto per aggiungere altro starpower al match. Grandissima chiusura di un gran bell’evento. – Top match: Becky Lynch (c) v Charlotte Flair v Asuka [Triple Treath TLC match]
Royal Rumble. A ridosso del podio inseriamo la Royal Rumble. Il primo special event dell’anno è stato molto buono, ma paga per un paio di match che non hanno esaltato o mal gestiti. Ad esempio Gable/Benjamin contro gli Usos è un buonissimo incontro, ma penalizzato dal minutaggio e dalla scelta insolita di far terminare per 2-0 un 2 Out of 3 Falls match, tra l’altro con due pin ravvicinatissimi tra loro. Ad alzare il livello dell’evento sono, però, senza dubbio le due risse reali. Sicuramente quella femminile, determinante nella riuscita dello show, essendo un evento storico ed essendo il main event. Bello rivedere molte vecchie glorie ricalcare anche per pochi minuti il ring. Bello vedere le grandi prestazioni di Sasha Banks e di Asuka, con la giapponese che tocca il punto più alto della sua carriera nel main roster, scrivendo la storia diventando la prima in assoluto a vincere una Royal Rumble per donne. E poi il post-match con l’arrivo incredibile di Ronda Rousey, che dà inizio alla sua avventura in WWE. Eppure, nella notte della prima storica Rumble femminile, è quella maschile che dopo anni di alti e bassi finalmente si prende la scena. Una delle risse reali più belle di sempre, con ogni momento mai scontato e di grande qualità. Il ritorno di Rey Mysterio, la grandiosa e sfortunata prestazione di Finn Balor, il duello vecchie glorie contro nuove leve (quando si fronteggiano da una parte Rey Mysterio, John Cena e Randy Orton e dall’altra Roman Reigns, Finn Balor e Shinsuke Nakamura, ndr), la determinazione e la frustrazione di John Cena, che arriva quasi fino alla fine ma poi deve mollare, gli spot sempre divertenti di Kofi Kingston, e poi il duello finale emozionante tra Roman Reigns e Nakamura, con il giapponese che ha la meglio. Gran bella rissa e gran bell’evento. – Top match: Men’s Royal Rumble match
Wrestlemania 34. Un’altalena di emozioni la Wrestlemania di quest’anno. Forse quella del 2017 era stata più costante, anche se era mancato il supermatch. Qui si parte in quarta. La prima ora regala tre incontri da brividi. L’ottimo opener per il titolo intercontinentale tra The Miz, Finn Balor e Seth Rollins. Poi il match della serata, uno dei più belli dell’anno, con una straordinaria Charlotte Flair, che si conferma campionessa femminile di SD, battendo una lanciatissima Asuka e interrompendo la ‘undefeated streak’ della ‘Empress of Tomorrow’; incontro pulito, di grande wrestling, davvero di qualità. Poi l’esordio di Ronda Rousey, in coppia con Kurt Angle, contro Triple H e Stephanie McMahon in un Mixed Tag Team match. Match grandioso, non tanto sotto l’aspetto del lottato, sufficiente, ma per le emozioni che regala: Triple H e Kurt Angle giocano di esperienza, mentre Ronda interpreta benissimo il suo ruolo e finalmente entra in azione dimostrando di avere la stoffa e le carte in regola per essere dominante. Con un inizio così si sogna di assistere a un evento da ricordare per decenni. Ma dopo la prima ora straordinaria, il ritmo e la qualità calano. Bello il segmento tra John Cena e Undertaker, di cui però si può dire che sia stato stupendo il pre-match col ritorno del ‘Deadman’ rimasto incerto fino all’ultimo; ma l’incontro in sé è stato uno squash che lascia l’amaro in bocca: questo match avremmo voluto vederlo qualche anno fa, con i due al top e con lo status eccezionale di cui godevano. Più che sufficienti, ma certamente non stellari sia il match che vede tornare a combattere Daniel Bryan, in coppia con Shane McMahon contro Kevin Owens e Sami Zayn, sia il match che vede Nia Jax diventare campionessa battendo Alexa Bliss. Delude, pur essendo un match buono, AJ Styles contro Shinsuke Nakamura per il titolo WWE. Bell’incontro ma a Wrestlemania ci si aspettava la sfida a cinque stelle e invece abbiamo avuto solo il primo capitolo del feud, dove i due hanno lottato col freno a mano tirato; bello comunque il turn heel del giapponese a fine match. Malissimo il finale: prima i titoli di coppia di Raw “sprecati” nelle mani di un bambino, che Strowman sceglie come suo partner, praticamente senza farlo lottare, come è ovvio che sia; poi il main event certamente dimenticabile (sebbene non così brutto come molti hanno detto, ndr) tra Brock Lesnar e Roman Reigns, con ‘The Beast’ che si conferma ancora campione universale. Insomma, se il livello fosse stato alto come la prima ora, forse sarebbe stato una pietra miliare. Il livello però è sceso, sopra la sufficienza per buona parte dello show, al di sotto nell’ultima parte, quella che dovrebbe essere la più calda. Facendo una media, però, almeno il podio è d’obbligo. Wrestlemania comunque non ha deluso; semmai ha solo lasciato il rammarico di ciò che stava per essere e non è stato. – Top match: Charlotte Flair (c) v Asuka
Summerslam. A un passo dal premio dell’anno arriva Summerslam. La Wrestlemania dell’estate si rivela un evento ben riuscito, con almeno tre match da ricordare e un rendimento medio abbastanza alto. Punto negativo è forse aver abusato degli squash match. Con la storia narrata sono stati certamente coerenti, ma rimane l’amaro in bocca quando si aspetta un incontro e lo si vede concludersi in pochi minuti. Però, come detto, c’è coerenza: Braun Strowman è un dominatore e da tale si comporta contro Kevin Owens; stesso discorso per Ronda Rousey contro Alexa Bliss, nel match che porta la ‘Baddest Woman on the Planet’ sul gradino più alto della divisione femminile di Raw; Finn Balor nella rarissima versione demone non ha rivali e infatti Baron Corbin le prende di brutto. Bello il match a tre per il titolo femminile di SD, che vede Charlotte Flair tornare campionessa, ma che vede il sorprendente turn heel di Becky Lynch a fine match, che dà inizio a un feud stupendo. Grande momento nel main event, che segna l’inizio (almeno in apparenza) di una nuova era, con Roman Reigns che finalmente riesce a diventare campione universale superando l’ostacolo insormontabile Brock Lesnar. Non mancano, purtroppo, però dei punti bassi. Ma dicevamo anche di tre grandi match. Certamente l’opener con due incredibili performer come Dolph Ziggler e Seth Rollins, che toccano il punto più alto del loro feud, in un match ricco di emozioni e vinto da ‘The Architect’. Poi il molto bello scontro tra due eterni rivali come Daniel Bryan e The Miz, condotto molto bene da entrambi e vinto con furbizia dall’ ‘A-Lister’, che con l’ingegno pone un argine alla superiorità tecnica dello ‘Yes Man’. E poi il grandissimo match tra AJ Styles e Samoa Joe per il titolo WWE, primo capitolo della loro rivalità. Eppure nessun freno a mano tirato, ma grande incontro, penalizzato solo dal finale per squalifica, che comunque è coerente con la storyline che vede Joe provocare e portare ‘The Phenomenal’ al limite della sua resistenza mentale alle provocazioni. Se non fosse per qualche incontro trascurabile e per un eccesso di squash match, sarebbe questo un grandissimo evento. E sarebbe certamente il migliore dell’anno, nonostante tutto, se solo non fosse arrivato lo special event che inseriamo al primo posto. – Top match: AJ Styles (c) v Samoa Joe
Survivor Series. Evento dell’anno. Tolto un solo incontro, nessun match va sotto la sufficienza. Tanta qualità e belle emozioni. Peccato solo per la gestione scellerata di concepirlo ancora come un evento che sia la battaglia tra Raw e SD Live e nella scelta, altrettanto scellerata, di quest’anno di far vincere tutti i match della serata a Raw. Quasi a voler coprire con questo evento quella che è la reale superiorità di storie e personaggi che c’è nello show blu. Quanto alla Series, però, va detto che è stato un grande evento. I due match a squadre davvero belli: quello femminile parte lento e poi cresce; quello maschile vive una fase centrale molto bella ed emozionante, con grande equilibrio e grande cuore da parte degli atleti di SD Live, fino a quando non sbuca la potenza devastante di Braun Strowman, che spazza via tutti e praticamente da solo vince. Gran bel match tra Seth Rollins e Shinsuke Nakamura, che conferma la grandissima qualità del ‘Kingslayer’ e che finalmente vede disputare un match degno del suo nome anche al giapponese. Molto bello anche il main event con Daniel Bryan che dopo aver rischiato di essere squashato da Brock Lesnar, reagisce e riesce a mettere in serissima difficoltà ‘The Beast’, andando a sfiorare la vittoria. Ma il match della serata è senza dubbio l’incredibile match tra Ronda Rousey e Charlotte Flair. Match da Wrestlemania, anticipato per via dell’infortunio improvviso di Becky Lynch. Ma la ‘Queen’ non fa assolutamente rimpiangere la ‘Irish Lass Kicker’. Ne viene fuori un incontro sensazionale. Il trionfo della tecnica e della qualità. Due grandissime atlete. Peccato per il finale per squalifica perché c’era la curiosità di vedere chi avrebbe ceduto in questa grandissima battaglia. Ma va bene così. Speriamo in una rivincita, magari ancora migliore. In sintesi, Survivor Series, unico show del main roster con una qualità media sempre alta. Merita il premio di special event dell’anno. – Top match: Ronda Rousey v Charlotte Flair