Sia chiaro, non ci riferiamo alle operazioni di facciata: la prima Royal Rumble, il primo Elimination Chamber, il primo ppv tutto al femminile. No. Questi sono gli spot; a noi interessa il wrestling, il lottato e lo sviluppo dei personaggi e delle storie. E’ qui che si nota la superiorità delle donne rispetto ai colleghi maschi in questo 2018. Personaggi ottimi, alcune potevano essere gestite meglio, ma se arriviamo a TLC, ultimo ppv dell’anno, dove buona parte dell’hype è per gli incontri per i due titoli femminili, significa che le women stavolta hanno davvero lasciato il segno.
E’ stato un anno che fin da subito ha fatto capire che direzione avrebbe preso. La prima Royal Rumble femminile della storia in sé è stata gradevole e nulla di più: tanti ritorno ‘one night only’ per far numero e per celebrare l’evento e la scontatissima vittoria di Asuka, che da fine 2017 era praticamente lanciatissima e si sapeva che sarebbe arrivata fino a Wrestlemania. Ma il vero colpo di scena è arrivato alla fine con l’arrivo di Ronda Rousey, la star per eccellenza. Il vero sigillo della Women’s Revolution. Colei che non rappresenta l’evoluzione del ruolo delle donne in WWE, ma che è il punto di arrivo. Senza la Revolution non sarebbe mai arrivata un’atleta come lei.
Ma entriamo nel merito. Ronda Rousey ha dimostrato di avere grande passione per questa disciplina e di essersi adattata benissimo allo stile differente di combattimento rispetto al judo e alle MMA. Subito lanciata nel giro titolato. Subito vincente. Match scritti in modo classico: è forte, quindi le prende per un po’, poi sale in cattedra e va a vincere. Eppure l’esordio e il match delle Survivor Series contro Charlotte Flair dimostrano che ci sa assolutamente fare. Non ha bisogno di scritture sempliciotte, sul ring è devastante.
Ma non solo Ronda. Indubbiamente il fenomeno del momento è Becky Lynch. Per anni rimasta indietro mentre altre le passavano davanti, pur non avendo nulla da invidiare alle varie Charlotte, Sasha Banks e Bayley. Ma il turn heel attuato a Summerslam ai danni dell’amica di sempre Charlotte Flair è stato indovinatissimo. Da cattiva funziona benissimo e la gente la adora. E’ una heel, anche furba, ma è la heel che sa combattere, la heel che piace. Peccato non averla vista contro Ronda alle Survivor Series, ma probabilmente ci sarà tempo. Intanto godiamocela in quello che ha tutto per essere un supermatch a TLC contro Asuka e Charlotte.
Già, Charlotte. Cosa dire di un’atleta completa come la ‘Queen’. Pochissimi match sbagliati. Tra i match migliori dell’anno c’è sempre lei di mezzo: contro Becky incontro e faida dell’anno; spettacolare contro Ronda alle Series; altro show contro Asuka a Wrestlemania con tanto di rottura della undefeated streak della giapponese. Ora è passata nel suo ruolo migliore, quello di heel. Il che la rende ancor più straordinaria.
Tutto questo senza dimenticare chi anche in questo 2018 ha saputo dire la sua, come Alexa Bliss. E’ senza dubbio una star di punta. Non ha le qualità delle tre già citate sul quadrato. Eppure ha un carisma e delle mic skills fuori dal comune. Questo l’ha aiutata a passare quasi interamente il 2017 da campionessa e a rimanere tale fino a Wrestlemania quest’anno. Poi la vittoria del Money in the Bank con nuovo incasso e nuovo giro titolato, stavolta solo di transizione prima di aprire la strada a Ronda Rousey. Si infortuna e non ha l’ok per tornare sul ring, eppure quasi nessuno se ne accorge. Le inventano un ruolo dirigenziale, prima da capitano non giocatore del team di Raw alle Series e poi come supervisore della divisione femminile del suo roster. Riesce benissimo anche in questo. Incarna perfettamente la figura del capo.
E Carmella? Il suo regno titolato è stato davvero buono. Non per prestazioni, chiaro, ma per il carisma dimostrato con le sue mic skills. E poi il turn face riuscitissimo in coppia con R-Truth.
E dire che non sono mancate le gestioni discutibili. Due atlete eccezionali come Sasha Banks e Bayley hanno trascorso un 2018 quasi anonimo. Ember Moon ha avuto un buon impatto, ma è rimasta nel limbo. Asuka gestita da macchina da guerra fino a Wrestlemania, per poi diventare una delle tante, salvo questa inattesa title shot per TLC.
Non ce ne vogliano i maschi, che comunque hanno regalato un super regno da WWE Champion di AJ Styles, uno straordinario Seth Rollins e un turn heel riuscitissimo di Daniel Bryan. Senza contare la sfortuna di un personaggio che faceva discutere ma che, piaccia o no, funzionava, come Roman Reigns. Ma al netto di tutto questo, la divisione femminile ha avuto qualcosa in più. Bisogna riconoscerlo.