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“Vi devo delle scuse. Per mesi ho detto che sarei stato un fighting champion e che avrei messo in palio il titolo ogni volta che sarebbe stato necessario. Ma ho detto una bugia. E’ una bugia perché la realtà è che nella vita reale mi chiamo Joe e 11 anni fa mi è stata diagnosticata una leucemia e ora la malattia è ritornata. E per questo devo uscire dal mio ruolo, non potrò essere un fighting champion e devo abbandonare il mio titolo universale”. Basterebbero queste parole per spiegare lo schock che ha causato Roman Reigns in tutti, anche in quelli che finora lo fischiavano, nell’ultimo episodio di Raw.

Avremmo potuto parlare del primo ppv femminile di sempre di domenica, o della conferma di Crown Jewel in Arabia tra le polemiche, o ancora della fine dello Shield col turn di Ambrose. Ma stavolta no. Non possiamo fare a meno che parlare di Roman Reigns.

L’annuncio. Prima di tutto lo shock. Mai avremmo pensato a un epilogo simile della sua carriera, almeno per ora, in attesa di un ritorno che lui stesso vuole, ma che presumibilmente sarà molto lontano. Un incredibile male, che colpisce anche chi come il ‘Big Dog’ appare in tv come indistruttibile. Siamo uomini, tutti. Nessuno è davvero indistruttibile, ma Roman ha forse dimostrato di esserlo proprio col suo annuncio. Sconsolato, amareggiato, ma neanche una lacrima. Tranquillo, combattivo. Rivedendo le immagini nel backstage sembra quasi che sia lui a dover consolare tutte le superstar che gli si avvicinano per consolarlo. Il ‘fighting champion’ che voleva essere, forse ha dimostrato di esserlo proprio lunedì notte più di ogni altra occasione.

L’importanza di Roman Reigns: fin da subito tra i migliori. Ripercorrere la carriera di Roman Reigns, sebbene concentrata in appena 6 anni, richiederebbe già un post molto lungo. Proprio come i più grandi. Dopo le prime esperienze nel football collegiale, Roman segue le orme della sua celebre famiglia di cui fanno parte importanti star del presente (Usos, Nia Jax, ndr) e soprattutto del passato (Yokozuna e The Rock su tutti, ndr). Dopo un breve passaggio nella satellite FCW e a NXT, esordisce nel main roster della WWE insieme a Dean Ambrose e Seth Rollins all’interno di quella che sarà una delle stable più importanti e influenti di sempre: lo Shield. Ben presto i tre dettano legge, ognuno con la sua particolare caratteristica: Ambrose è il pazzo isterico, Seth è lo stratega e il più tecnico, Reigns è il leader, il più grosso. Lo Shield dominerà la scena, arrivando a conquistare tutte le cinture secondarie quando Ambrose diventerà campione statunitense, mentre Seth e Roman diventeranno campioni di coppia. Il 2014 è l’anno clou. I tre, soprattutto Roman, iniziano a prendere lentamente la strada della carriera da singolo. Roman domina la controversa Royal Rumble, dove batte il record delle eliminazioni in una singola rissa reale, realizzandone ben 12, tra cui anche i suoi due scudieri. In quella Rumble il ‘Big Dog’ è acclamatissimo: la gente, in assenza di Daniel Bryan e con l’idolo CM Punk uscito di scena, arriva a fischiare perfino idoli come Batista e Rey Mysterio, tifando spudoratamente per Roman Reigns, che però finisce con l’essere l’ultimo eliminato in una rissa che viene vinta dal rientrante Batista. Poi l’incredibile scioglimento, il primo, col turn di Rollins e le strade si separano per tutti.

Il post-Shield e l’ascesa, controversa ma inarrestabile. Con la fine dello Shield inizia la scalata del ‘Big Dog’ verso l’apice. Forse ancora acerbo, ma inizia a essere incluso in vari incontri per il titolo mondiale, nel 2014 ancora unico (il WWE Championship, allora denominato WWE World Heavyweight Championship, ndr). Ma è con la Royal Rumble del 2015 che tra apprezzamenti e polemiche Roman Reigns scala i gradini del successo. Vince la Royal Rumble. La reazione dei fan non è come quella dell’anno prima, anzi è l’opposto, tanto che la compagnia deve inventarsi un ingresso di The Rock per onorare il vincitore e per placare l’ira dei fan che non accettano un’ascesa così repentina ai vertici per il ‘Big Dog’. Poi il primo main event di Wrestlemania, dove contro Brock Lesnar e dopo contro Seth Rollins, che incassa il Money in the Bank, dà vita a uno dei main event più belli della storia dello Showcase of Immortals. Ma l’appuntamento col titolo mondiale è solo rinviato. Si guadagna una title shot per le Survivor Series, dove finalmente conquista il titolo reso vacante da Seth Rollins per infortunio. E lo conquista battendo un altro ex Shield come Dean Ambrose. Ma la gioia dura appena 15 minuti: la celebrazione è interrotta dall’aggressione dell’Authority e dall’incasso del Money in the Bank di Sheamus. Titolo riconquistato quasi subito a Raw. A cavallo tra la fine del 2015 e l’inizio del 2016 parte la faida con la dirigenza, che arriva addirittura a giocarsi la carta del ritorno di Triple H, che conquista il titolo nella Royal Rumble, dove era stato imposto a Reigns di mettere in palio la sua cintura entrando per primo. In quella rissa reale Roman uscirà per penultimo, ma otterrà pochi mesi dopo l’opportunità di riprendersi il titolo WWE sfidando proprio Triple H a Wrestlemania. Ancora una volta sarà nel main event. Il suo status si eleva incredibilmente con il feud che segue, dove Reigns si confronta con la nuova stella della compagnia: AJ Styles. Ne vengono fuori due straordinari incontri a Payback e soprattutto a Extreme Rules, che elevano lo status del ‘Big Dog’. Il suo regno titolato termina a Money in the Bank, nella notte in cui tutto l’ex Shield arriva a detenere il titolo WWE. La cintura quella notte entra in vita di Roman Reigns, passa per Seth Rollins che batte il ‘Big Dog’ nel main event, e finisce definitivamente in vita a Dean Ambrose che incassa il Money in the Bank. L’ultimo assalto al titolo WWE arriva a Battleground in un Triple Treath match dove tutti e tre gli ex amici dello Shield si sfidano, ma a vincere è ancora il ‘Lunatic Fringe’.

Nuovo volto della compagnia… fino al dramma. Con la brand extension, Roman Reigns entra a far parte del roster di Raw e ne diventa la star principale. La WWE punta forte su di lui e inizia a costruire un campione che viene amato alla follia dai bambini, dalle famiglie e dai causal fans, ma, come accaduto a John Cena, attira anche le ire della massa rumorosa dei fan ‘hardcore’. Percorso lento e inarrestabile. Diventa campione statunitense sul finire del 2016, inizia una faida straordinaria con Kevin Owens e Chris Jericho, che culmina in un grandissimo incontro alla Royal Rumble 2017, dove Roman mette le basi per due grandi faide: la prima con Braun Strowman, che gli fa perdere l’occasione di conquistare il titolo universale; l’altra nientemeno che con The Undertaker, che elimina dalla rissa reale, in cui ancora una volta arriva fino in fondo, venendo eliminato per ultimo da Randy Orton. Il 2017 di Roman Reigns è l’anno della consacrazione, forse anche più di quando ha vinto i titoli mondiali. A Wrestlemania entra per la terza volta nel main event e riesce a battere proprio The Undertaker, cosa riuscita fino a quel momento solo a Brock Lesnar al Grandest Stage of them All. E non finisce qui. Poi il grande feud con Braun Strowman, dove vince poche volte, ma sfodera straordinarie prestazioni come l’ottimo Ambulance match di Great Balls of Fire. Quindi, dopo un epico scontro a quattro per il titolo universale a Summerslam, dove fallisce ancora la conquista della cintura, per Roman arriva un’altra vittoria determinante: quella contro John Cena a No Mercy, che segna il definitivo passaggio di consegne in casa WWE. La reunion dello Shield e la conquista del titolo intercontinentale, che lo rendono un Grand Slam champion elevano definitivamente lo status di Roman. Eppure la strada per il titolo universale, sebbene segnata, ancora è lunga: ancora una volta ultimo eliminato alla Rumble 2019, stavolta da Nakamura; diventa sfidante ufficiale per il titolo universale vincendo un Elimination Chamber match che stava dominando Braun Strowman; entra ancora nel main event di Wrestlemania, ma a sorpresa perde contro Brock Lesnar; nella rivincita di Greatest Royal Rumble è il vincitore morale, ma ufficialmente è ancora ‘The Beast’ a sconfiggerlo. Ma l’ascesa prosegue, fino ad arrivare a Summerslam, dove finalmente il ‘Big Dog’ conquista quel tanto atteso titolo universale, che sogna di mettere in palio sempre e che si stava preparando a difendere in un incontro tra giganti a Crown Jewel. Ma il destino per Roman, anzi per Joe (come ha affermato di chiamarsi nella realtà, ndr), l’ha pensata diversamente. Ma un destino beffardo e crudele non può cancellare ciò che è stato fatto e che finalmente, sebbene solo nel momento più brutto, anche gli ‘haters’ gli hanno riconosciuto.

Un atleta bravo nel ring, non come altri forse, ma sicuramente di buonissimo livello, e che ormai anche nei promo stava rapidamente crescendo. Quattro titoli mondiali, Grand Slam Champion, una Royal Rumble, record di eliminazioni nella Royal Rumble, quattro volte tra gli ultimi quattro nella Royal Rumble, quattro main event consecutivi di Wrestlemania, uno dei pochi a battere The Undertaker a Wrestlemania. In pochi anni ha scritto pagine importanti di wrestling e solo un brutto male poteva fermarlo. Ma lui ha già fatto capire che non si arrenderà e tornerà a prendersi ciò che la scorsa notte ha abbandonato il quel ring. No. Non stiamo parlando del titolo universale. Stiamo parlando della voglia di tornare combattere sul ring per scatenare il pubblico nel bene e nel male. Come solo lui sa fare.

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns