La settimana appena conclusa ci ha lasciato in eredità una piacevole puntata speciale di SmackDown Live. Lo show blu conferma il trend superiore nelle storyline e nella qualità rispetto al fratello maggiore Raw, ma a nostro parere lo fa non solo considerando le puntate ordinarie ma anche quelle speciali. Confrontare SmackDown 1000 con l’ultimo episodio di Raw sarebbe sciocco: puntata speciale e pubblicizzata oltre il dovuto contro puntata ordinaria; partita persa in partenza. Il confronto, perciò, lo faremo con un’altra puntata celebrativa di un tv show avvenuta in questo 2018, ossia con Raw 25 Years, in cui si celebravano i 25 anni di anniversario del principale show televisivo della WWE, ossia Raw.
Anche in quell’occasione molte superstar del passato hanno presenziato allo show. Lì si è andati addirittura in sovrannumero. Forti delle 3 ore di spettacolo sono state invitate a Raw 25 Years anche star della gimmick era, che hanno visto nascere Raw, senza esserne necessariamente dei simboli. Un eccesso perché non c’è stato il modo di poterle inserire tutte organicamente nelle trame dello show, limitandole spesso a siparietti magari simpatici ma fini a sé stessi.
A SmackDown 1000 abbiamo invece visto qualcosa di più organico. Qualche siparietto leggero e inutile magari c’è stato, ma nessun promo è stato fine a sé stesso. Facciamo qualche esempio.
Raw 25 Years si è aperto con un ottimo angle con Stone Cold Steve Austin che tornava di gran carriera rifilando Stunner a destra e a manca soprattutto al suo storico rivale, il chairman Mr McMahon. Sempre bello, certo. Ma non c’è alcuna storyline di fondo. Solo uno spot con riferimento a una rivalità antica. SmackDown 1000 si è aperto con un apparentemente inutile Truth TV, dove però se si guarda bene c’è una sorta di coerenza: Shane e Stephanie che litigano su quale show sia migliore tra Raw e SD Live, essendo commissioner degli stessi; e ci sta alla grande vista la divisione dei roster e visto che siamo a ridosso delle Survivor Series, che almeno negli ultimi anni sono state il terreno dello scontro interbrand tra le due divisioni.
A Raw 25 Years abbiamo assistito a un angle con la DX in formazione allargata, quindi non solo Shawn Michaels e Triple H, ma anche X-Pac e i New Age Outlaws, che attaccavano i Revival durante un loro match contro Finn Balor e Gallows & Anderson. Spot per far divertire con i vecchi ricordi ok, ma cosa ha dato in più? Niente. Mentre a SmackDown 1000 abbiamo assistito a un promo del ritorno della Evolution, che in apparenza è stata solo una passerella per Triple H, Randy Orton, Ric Flair e soprattutto il rientrante Batista; ma se vediamo bene nel discorso di Batista e nella reazione non proprio felicissima di Triple H ci sono i presupposti per una futura faida tra ‘The Animal’ e ‘The Game’; quindi c’è un senso.
Anche l’apparentemente inutile promo di The Undertaker a fine show di SmackDown 1000 risulta più sensato, in appena 2 minuti di discorso, del discorso di 5-6 minuti tenuto dallo stesso ‘Deadman’ a Raw 25 Years. Qui tornava dopo quasi un anno dalla sconfitta di Wrestlemania 33 contro Roman Reigns, che aveva fatto credere al ritiro; tutti si aspettavano grandi dichiarazioni e invece fu solo un discorso basato su “ho battuto questo, quello e quell’altro”. A SmackDown 1000 avrà certamente deluso vedere il ‘Phenom’, uno dei simboli dello show blu, parlare appena un paio di minuti, ma ha parlato di qualcosa che fa parte delle storyline attuali della WWE, ossia del suo match in coppia con Kane contro la DX a Crown Jewel; poca roba sentire solo un “rest in peace”, ma almeno non è buttato lì a caso.
Più o meno speculari sono stati invece il ‘Peep Show’ di Christian di Raw 25 Years e il ‘Cutting Edge’ di Edge di SmackDown 1000. Il primo ha visto coinvolti Seth Rollins e Jason Jordan, in quel periodo campioni di coppia di Raw, e i The Bar, che sarebbero stati i loro sfidanti alla Royal Rumble; il secondo la campionessa femminile di SD Becky Lynch e l’ex amica ora rivale Charlotte Flair. Qui abbiamo finalmente due superstar del passato inserite organicamente come terze parti in storyline già avviate. A fare la differenza in favore di SmackDown 1000, però, stavolta sono due fattori: la maggiore consistenza del feud Becky-Charlotte e la superiorità attrattiva e coinvolgente della ‘Rated-R Superstar’ rispetto a ‘Captain Charisma’. Pazienza.
Nei colpi di scena c’è una certa equivalenza, e forse almeno qui vince Raw 25 Years. Parliamo dei due cambi di titolo. A Raw 25 Years The Miz è riuscito a riprendersi il titolo intercontinentale battendo Roman Reigns e prendendosi la scena. A SmackDown 1000 abbiamo visto la sorprendente vittoria dei titoli di coppia del roster da parte dei The Bar sul New Day, grazie all’ennesimo turn a caso (heel in questa circostanza, ndr) di Big Show. Volendo potremmo dire che comunque che il match The Bar contro New Day è stato superiore, ma a sensazione, almeno nostra, forse la vittoria di Miz ha colpito di più.
Ma nel main event torna la superiorità di SmackDown 1000. Volete mettere un pur buon angle con protagonisti tre giganti come Brock Lesnar, Braun Strowman e Kane di Raw 25 Years con il ritorno sul ring a tempo pieno di uno dei più amati di sempre come Rey Mysterio? Raga, non c’è partita. Al di là della qualità del suo match contro Nakamura che non dà e non toglie nulla allo show in termini di lottato. Rey è Rey. Main event indovinato.
Quanto alle altre presenze spot, a Raw 25 Years hanno abusato delle tre ore di show finendo col dover relegare molte grandi superstar del passato ad angle inutili di backstage (vedi l’inutile segmento in cui Chris Jericho inserisce Elias nella sua lista, o la partita a poker dove Ted DiBiase beffa tutti) oppure a introduzioni spot come quella degli storici general manager di Raw o quella delle principali divas della storia. A SmackDown 1000 tutto questo non è successo, a parte il segmento con tre storici gm come Teddy Long, Vickie Guerrero e John Laurinaitis che ballano con l’attuale gm Paige. A SmackDown 1000 hanno preferito riempire qualche minuto in più con un piacevole match tra Usos e la strana coppia AJ Styles/Daniel Bryan, servito per creare i primi screzi tra questi ultimi due, entrambi amati dal pubblico, in vista della sfida titolata che li metterà uno contro l’altro a Crown Jewel.
Insomma, in sintesi: SmackDown ha superato Raw anche nella qualità degli episodi celebrativi, dimostrando una migliore capacità di gestione del booking anche quando ci sono da inserire personaggi storici che non fanno parte delle storyline attuali. Lo show rosso sarà anche il primo, ma in questo 2018 di sberle qualitative ne ha prese parecchie.