John Cena contro The Undertaker. Il match del secolo, la sfida tra due icone della WWE e del wrestling, l’incontro dei sogni che tutti vorrebbero e vogliono vedere. Ma anche la sfida tra un campione sul viale del tramonto e uno ormai ritirato (se non ufficialmente, almeno di fatto). Sarà comunque uno spettacolo oppure ormai è tardi e non c’è da aspettarsi nulla? Dando per scontato che, dopo tante provocazioni, lunedì notte a Raw il ‘Deadman’ risponderà alla sfida del bostoniano, andiamo ad analizzare perché questa sfida va fatta e perché invece meglio di no.
Perché no. Sono tanti i motivi. Andiamo dal più semplice: la card di questa Wrestlemania 34. Vediamola: è già perfetta così; c’è tutto. C’è il match per gli occasionali, Reigns contro Lesnar; ci sono i match per i fan più esigenti, Styles contro Nakamura e Charlotte contro Asuka; ci sono i match “caciara” come i Fatal Four Way per il titolo statunitense, il TLC per il titolo di coppia di SD, il triple treath per quello intercontinentale; ci sono due battle royal; c’è il match che crea hype, ossia quello per i titoli di coppia di Raw con Braun Strowman che non ha ancora un partner annunciato; c’è il classico scontro tra ex amiche come Nia Jax contro Alexa Bliss. Insomma? Serve davvero questo Cena contro Taker? Poi c’è l’elemento che riguarda lo status attuale dei due contendenti e la qualità dell’incontro. John Cena può ancora rendere, ma parliamo di una superstar straordinaria ma sul viale del tramonto e ormai sempre più concentrato sulla carriera cinematografica, che riprenderà dopo Wrestlemania; The Undertaker da anni lotta solo allo Showcase of Immortals e da anni è fuori forma; sì, vero, ultimamente sembra essersi rimesso in sesto, ma può reggere un match di almeno 15 minuti? Diciamolo chiaramente, The Undertaker contro John Cena qualche anno fa sarebbe stato sicuramente un match eccezionale prima ancora di iniziare, ma oggi qualche dubbio lo desta. E poi c’è il discorso storyline. Un anno fa a Wrestlemania 33, The Undertaker perdeva contro Roman Reigns e lasciava sul ring tutte le sue armi di battaglia, “umanizzandosi” e lasciando per sempre le scene (il promo inutile e fine a sé stesso di Raw 25 non fa testo, ndr). Con la seconda sconfitta lì dove aveva perso solo una volta, ha perso buona parte del suo status “mitico”, senza contare che ormai quel post-match è passato in rassegna ovunque come il suo ritiro. Vero, non l’ha mai confermato, ma con un finale così bello e coinvolgente perché rovinare tutto facendolo tornare? Avrebbe leggermente più senso farlo tornare in versione ‘American Badass’, ossa il motociclista un po’ cafone che ha interpretato dal 2000 al 2003(anche se a molti, e anche a chi scrive, non piacerebbe perché lo preferiscono in versione ‘Deadman’, ndr). Avrebbe più senso perché almeno sarebbe in parte coerente con la storia. Sarebbe come dire: “ok, il ‘deadman’ è finito, è morto, ma l’uomo no, quello può ancora regalare un ultimo grande match”. Già sarebbe meglio. Farlo tornare da ‘Deadman’ sarebbe certamente bellissimo, ma palesemente incoerente (perché far passare la sconfitta contro Reigns come un ritiro? perché tutta quella scenata?).
Perché sì. Ma ci sono anche i pro. E sono tanti. Il più semplice, anche se a noi fan magari importa meno perché noi i soldi li spendiamo, è il fattore economico: Cena contro Taker porterà nelle casse della WWE vagonate di milioni di dollari. E’ un po’ come quando nella boxe si organizza un grandissimo match che viene pubblicizzato come incontro del secolo. Per rimanere in WWE l’impatto è lo stesso dell’ ‘Icon vs Icon’ tra The Rock e Hulk Hogan di Wrestlemania X8 oppure del ‘Once in a Lifetime’ tra The Rock e John Cena di Wrestlemania XXVIII, poi ripetuto l’anno dopo nel ‘Twice in a Lifetime’. Diciamolo, l’hype sarà comunque alto. Hanno segnato un’epoca. Li conoscono tutti, anche quelli che di wrestling non vivono. John Cena è stato il portabandiera della compagnia per un quindicennio: dagli straordinari esordi di metà anni Duemila almeno fino al 2013, quando a Summerslam, perdendo contro Daniel Bryan iniziò lentamente a farsi da parte; senza dimenticare comunque alcuni altri acuti saltuari come l’ultimo titolo mondiale conquistato a Royal Rumble 2017. The Undertaker è stato un’icona diversa. Se Cena contende a Hulk Hogan, The Rock e Steve Austin il ruolo di icona di un’era della WWE, il ‘Deadman’ è colui che ha galoppato tutte le ere della compagnia, senza esserne il vero simbolo, ma essendo sempre presente e diventando il simbolo dell’evento principale, ossia Wrestlemania, con la sua streak interrotta solo dopo ben 21 vittorie consecutive. Poi c’è il discorso scontri diretti. Stranissimo come due icone come loro che per anni hanno condiviso lo spogliatoio, gioie e dolori del business, siano venuti a contatto uno contro uno così raramente. Cinque precedenti, tutti però molto datati. I primi tre (2-1 per Cena) risalgono al 2003 e agli esordi di John, con Taker in versione ‘Badass’. Poi una vittoria di Taker l’anno dopo, con Cena ancora acerbo. Quindi un no contest nel 2006. Ma, salvo la sfida di Vengeance ’03, le sfide sono avvenute solo in show televisivi, quindi senza l’hype che può creare un ppv e soprattutto Wrestlemania. Questa sfida la vogliono tutti e poco importa se poteva essere fatta prima. Taker è ormai vicino a chiudere la carriera (forse anche Cena, ndr) e quindi forse meglio non perdere questa occasione.
In sintesi: meglio tardi che mai. Godiamoci lo spettacolo, senza troppe “pippe mentali”. Wrestlemania è anche questo. Pochi fronzoli, poche domande. John Cena contro The Undertaker. Che lo show abbia inizio.