Dal 2012 è ormai una costante. Il main event di Wrestlemania ha come protagonista un part-timer. Un grande nome, grandissimo, magari icona, ma pur sempre qualcuno che, per dirla senza mezzi termini, non si “spacca il culo” tutto l’anno. Mossa certamente redditizia perché capace di attirare le masse, soprattutto per quello che non è semplicemente un evento di wrestling, ma l’evento per eccellenza, che per una notte attira anche chi la WWE non la segue con costanza e assiduità e conosce a mala pena qualche nome. Per farla breve un fan occasionale, a cui magari sfugge la bravura di un Sami Zayn, ma che ricorda sempre chi sia John Cena. E gli indizi anche quest’anno sembrano portare a un main event riservato a un part-timer.
Ma proviamo a ripercorrere le varie tappe di questa svolta tanto gradita ai vertici della compagnia e tanto criticata dai fan più puristi del genere. Tutto comincia nel 2012 quando viene pubblicizzato con larghissimo anticipo il match dei sogni. Wrestlemania XXVIII, con ben un anno di anticipo, viene preparato l’evento del secolo, la sfida tra due icone del loro tempo, il ‘Once in a Lifetime’: The Rock contro John Cena. In questo caso il part-timer è The Rock, che tra un film e l’altro riesce a tornare a ritagliarsi uno spazio per il suo primo amore, il pro-wrestling. Vincerà lui in un incontro più che sufficiente a livello tecnico, ma sicuramente eccezionale per atmosfera.
La formula funziona e l’anno dopo viene riproposta. Ma non solo viene riproposto un part-timer nel main event, ma addirittura lo stesso part-timer. Infatti a Wrestlemania 29 il main event è ancora The Rock contro John Cena, stavolta col titolo WWE, appena vinto dal ‘Brahma Bull’ (non senza qualche critica per aver messo fine allo straordinario regno di CM Punk, ndr), in palio contro il vincitore della Royal Rumble. Stavolta vince ‘Big Match John’ in un incontro sulla falsariga di quello dell’anno precedente e che sancisce definitivamente il passaggio di consegne tra un’era e un’altra (con un po’ di ritardo visto che effettivamente Rocky è lontano dal ring, salvo saltuarie apparizioni, dal 2003 e John è ormai un campione più che affermato, ndr).
Anche Wrestlemania XXX nel main event apre la porta a un part-timer. Fa il suo ritorno, infatti, vincendo la Royal Rumble, Batista. Stavolta i fan non sembrano d’accordo. Tanto che il main event tra Randy Orton e Batista sembra quasi screditare l’edizione del trentesimo compleanno dello ‘Showcase of Immortals’. Ma proprio i fan spingono all’ingresso nell’evento del nuovo beniamino Daniel Bryan, che non solo entrerà nella partita, ma andrà a vincere.
Altro part-timer a Wrestlemania 31, con Brock Lesnar, che dopo due anni di comparse solo nei big four, diventa campione WWE e trova sulla sua strada Roman Reigns. Uno dei main event più belli, con tanto di sorpresa con l’incasso del Money in the Bank da parte di Seth Rollins.
Formula part-timer ormai marchio di fabbrica con la WWE che pesca in casa propria per Wrestlemania 32. Infatti alla Royal Rumble è diventato campione WWE nientemeno che Triple H, che ormai, salvo saltuarie comparse, si è dato al ruolo di dirigente della compagnia. Il suo regno termina per mano di Roman Reigns in un main event che di certo non passerà alla storia.
Infine Wrestlemania 33 dove tutti, alla vigilia, danno per certo il main event addirittura tra due part-timer, Brock Lesnar e Goldberg per il titolo universale, che invece rimangono fuori dalla sfida conclusiva dello show. Tuttavia la formula non cambia perché a chiudere l’evento sono Roman Reigns e il solito part-timer, stavolta The Undertaker, che ormai dalla fine della sua streak o giù di lì compare solo allo ‘Showcase of Immortals’. La vittoria di Reigns e il ritiro, almeno apparente, del ‘Deadman’ sono una pagina di storia del grande libro della WWE.
E quest’anno? I presupposti per un main event senza part-timer ci sarebbero anche. AJ Styles contro Shinsuke Nakamura per il titolo WWE sarebbe tanta roba e piacerebbe ai fan visto quanto fatto vedere in Giappone. Ma questa non è Summerslam, o le Survivor Series o qualsiasi altro special event. Questa è Wrestlemania. Incollati alla tv o presenti nell’arena ci saranno anche persone che non vivono di wrestling. Persone che magari potrebbero anche innamorarsi di ‘The Phenomenal’ e del ‘King of Strong Style’, come tutti noi, ma che non acquistano certo il biglietto per vederli nel match più importante della serata. Ancor più difficile che il main event sia riservato alla supersfida femminile tra Charlotte Flair e Asuka: due grandissime atlete, ma i tempi per un main event di sole donne forse non sono ancora maturi. Così, spazio ancora a chi il nome se l’è già fatto nella compagnia e venderà certamente di più. Probabile ancora Brock Lesnar, che come tre anni fa sfiderà da campione (stavolta campione universale) Roman Reigns. Ma attenzione a John Cena contro The Undertaker. Cena dalla Royal Rumble è una presenza costante, ma ormai da un paio di anni è un part-timer anche lui. E il ‘Deadman’? Si è ritirato davvero o risponderà alla sfida? La seconda risposta sembra quasi certa, ma non cambia il nostro discorso. Tornerebbe a un anno di distanza, magari per l’ultimo vero match della sua carriera. Quindi part-timer o, per scherzarci su, end-timer. E allora, con o senza critiche, la strada ci sembra spianata verso ‘Partimemania’. Ma probabilmente ne vale la pena, perché questo evento esce fuori dai canonici schemi del pro-wrestling. Noi fan hardcore e più “esperti” dobbiamo farcene una ragione e goderci lo spettacolo.