Era da un po’ che non si faceva più notare. Ha dato qualche sprazzo del grande atleta che è alla Royal Rumble, ma in effetti è da tanto tempo che un pur validissimo wrestler come Seth Rollins non era più sulla cresta dell’onda. Certo, i titoli non gli sono mancati, due giri da campione di coppia, uno col partner di sempre dello Shied, Dean Ambrose, uno più breve e tormentato con Jason Jordan. Ma da singolo era davvero da un po’ che eravamo tutti in astinenza da ‘The Architect’. E, passateci il gioco di parole, stavolta è stato architettato tutto perfettamente. Fantastico Gauntlet match di quasi due ore e per un’ora e cinque minuti Seth Rollins rimane sul ring, battendo i due volti della compagnia, Roman Reigns e John Cena, prima di uscire di scena.
Che sia un push per lui? Difficile dirlo. Sarebbe per la WWE un toccasana e una sicurezza visto che i suoi 220 giorni da campione da Wrestlemania 31 fino all’infortunio poco prima delle Survivor Series del 2015 sono stati davvero emozionanti. Certo, era ‘heel’ e in quel ruolo ha dimostrato di saperci fare. Da ‘face’ il carisma non gli manca e sa farsi amare, che è già tanto di questi tempi (vero Cena? vero Reigns? ndr). Eppure da buono gli manca ancora qualcosa per andare over; la gente lo ama per il suo stile di lotta, ma non per il personaggio. Forse questo l’ha frenato un anno fa quando dopo il successo su Triple H a Wrestlemania sembrava lanciatissimo. Ora si aprono nuovi scenari. La bella prestazione con tanto di record nel Gauntlet match di lunedì a Raw e le vittorie su gente come Roman Reigns e John Cena non possono essere casuali. Qualcosa dovrà accadere. Un push per il titolo intercontinentale, tanto per tornare a vincere qualcosa anche da singolo? Un ritorno nel giro titolato dopo Wrestlemania o magari già allo ‘Showcase of Immortals’? Difficile pronosticare. A occhio, dopo il ‘Grandstage of them All’ qualcosa potrà sbloccarsi per lui per il titolo universale. Ma a New Orleans, forse ancora no. Troppa concorrenza e troppe alternative valide da mandare contro Brock Lesnar in quel di Elimination Chamber, dove si sfideranno tutti i protagonisti del fantastico Gauntlet match.
Ed è proprio di questo incontro che vogliamo parlare, per chiudere l’approfondimento della settimana. Che spettacol. I primi due incontri sensazionali. E se quello tra Elias e Rollins è servito solo a spezzare un attimo il ritmo, gli altri tre sono stati un crescendo. Non al livello dei primi due, ma sicuramente di buonissima fattura, che tengono alta la media complessiva dell’incontro: i botta e risposta continui tra Elias e Finn Balor e tra lo stesso Balor e The Miz, prima del fantastico squash di Braun Strowman ai danni del campione intercontinentale. Non vedevamo match di questa levatura a Raw da tantissimo tempo. Tre anni a dire poco. La dimostrazione che, magari non sempre, ma match di qualità e quasi al livello di uno special event anche in uno show televisivo non sono che un bene per la compagnia. Tutti hanno apprezzato e tutti ora si aspettano molto dall’Elimination Chamber maschile perché tutti hanno capito che con questi sette può venir fuori davvero qualcosa di straordinario.