Sedici volte campione mondiale, tecnica sopraffina, personaggio unico, un’icona del wrestling, portabandiera della WCW, heel per eccellenza: Ric Flair, un nome una garanzia in questo sport-spettacolo.
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FOCUS SULLA CARRIERA (solo major e principali ‘indies’)
- 2 volte WWE Champion [con la denominazione di WWF Champion]
- 6 volte WCW Champion*
- 8 volte NWA World Heavyweight Champion
- 1 volta Intercontinental Champion
- 6 volte United States Champion
- 3 volte World Tag Team Champion* [con la denominazione di WWF Tag Team Champion: 1 volta con Roddy Piper; con la denominazione di World Tag Team Champion: 2 volte con Batista]
- 3 volte WCW Tag Team Champion* [con la denominazione di NWA World Tag Team Champion: 2 volte con Greg Valentine; con la denominazione di WCW Tag Team Championship: 1 volta con Blackjack Mullighan]
- 1 volta vincitore della Royal Rumble
- Triple Crown Champion in WWE e WCW
- 2 volte WWE Hall of Famer (sia da singolo che come membro dei Four Horsemen)
- NWA Hall of Famer
- PWI ‘feud dell’anno’ 1987 (nei Four Horsemen con i Super Powers e i Road Warriors)
- PWI ‘feud dell’anno’ 1988 (con Lex Luger)
- PWI ‘feud dell’anno’ 1989 (con Terry Funk)
- PWI ‘feud dell’anno’ 1990 (con Lex Luger)
- PWI ‘match dell’anno’ 1983 (live event del 10.06: v Harley Race)
- PWI ‘match dell’anno’ 1984 (Parade of Champions I: v Kerry von Erich)
- PWI ‘match dell’anno’ 1986 (The Great American Bash: v Dusty Rhodes)
- PWI ‘match dell’anno’ 1989 (WrestleWar: v Ricky Steamboat)
- PWI ‘match dell’anno’ 2008 (Wrestlemania XXIV: v Shawn Michaels)
- PWI ‘più odiato dell’anno’ 1978 e 1987
- PWI ‘più influente dell’anno’ 2008
- PWI ‘esordiente dell’anno’ 1975
- PWI ‘wrestler dell’anno’ 1981, 1984, 1985, 1986, 1989 e 1992
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I primi passi di Ric Flair
Richard Morgan Fliher nasce a Memphis nel 1949 e fin da giovanissimo intraprende un importante percorso nel mondo del wrestling. Grazie a Ken Pantera conosce Verne Gagne, ex wrestler e suo primo allenatore, che lo introduce negli anni Settanta nel mondo del pro-wrestling. Fin da subito assume il nome di Ric Flair e con questo nome si fa conoscere prima nella AWA e poi in Giappone. A cavallo tra il 1972 e il 1974 combatte contro altre grandi superstar affermate e che si affermeranno. Qualche nome: Dusty Rhodes, Harley Race, Andre The Giant, Kerry Von Erich. E’ in questi anni che assume una fisionomia molto simile a un illustre predecessore come Buddy Rogers. Il suo modo di fare spavaldo e il suo attire lo portano ad assumere lo stesso soprannome di Buddy, ‘The Nature Boy’. Le fortune di Ric, però, iniziano nel 1974 quando lascia la AWA per passare alla JCP, promotion legata al circuito NWA, principale nel pro-wrestling ai tempi, visto che la WWE (all’epoca WWWF, ndr) è ancora una promettente promotion in ascesa. Eppure tutto rischia di compromettersi nell’ottobre del 1975 quando Ric è vittima di un incidente aereo e si spezza la schiena. Per i medici non potrà più combattere. Ma a sorpresa Flair si riprende e torna, iniziando la sua fantastica carriera.
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L’ascesa nel circuito NWA
Dopo qualche titolo a carattere locale e due anni di esperienza alle spalle, Ric Flair conquista i primi titoli che contano. Prima forma un buon tag team con Greg ‘The Hammer’ Valentine: insieme nel dicembre del 1976 battono i Minnesota Wrecking Crew (Ole e Arn Anderson, ndr) diventando NWA World Tag Team Champions e detenendo i titoli per poco più di quattro mesi fino alla sconfitta contro gli stessi Minnesota Wrecking Crew. Poi arriva il primo titolo importante da singolo: Ric Flair batte Bobo Brazil nel luglio del 1977 e diventando per la prima volta NWA US Champion. Detiene il titolo per tre mesi difendendolo contro importanti esponenti della compagnia, fino a perderlo contro Ricky Steamboat. Ma pochi giorni dopo aver perso il titolo statunitense, Flair e Greg Valentine tornano NWA World Tag Team Champions, battendo ancora i Minnesota Wrecking Crew. Qui emerge il lato heel e sporco del ‘Nature Boy’. Lui e Valentine per difendere i titoli di coppia ricorrono spessissimo allo stratagemma di far finire gli incontri per squalifica, cosa che non permette il cambio di titolo anche in caso di sconfitta. Così i titoli vengono revocati nell’aprile del 1978. Ma per un titolo che va ce n’è un altro che arriva. Sempre all’inizio di aprile del 1978 Ric Flair per la seconda volta si laurea NWA US Champion, battendo Mr Wrestling. Questo regno dura di più rispetto al precedente. Ric detiene il secondo titolo della compagnia per ben quasi 9 mesi, perdendolo solo nell’ultimo match del 1978 ancora una volta contro Ricky Steamboat. Ma la faida con Ricky ‘The Dragon’ prosegue e porta a una nuova conquista del titolo statunitense per il ‘Nature Boy’, ormai già maturo per i grandi palcoscenici. Ancora una volta è il mese di aprile, stavolta del 1979, a portare fortuna con Flair che diventa per la terza volta NWA US Champion. Stavolta il regno, che dura quattro mesi, termina senza una vera sconfitta. Infatti all’inizio di agosto dello stesso anno Ric vince ancora i titoli di coppia, stavolta con Blackjack Mullighan. Ma una regola del tempo impedisce a un atleta di detenere contemporaneamente due titoli, così Ric rinuncia a quello americano per proseguire con quello di coppia, che dura pochissimo: appena due settimane, quando Ric e Mullighan vengono battuti da Paul Jones e Baron Von Raschke. Infine, nell’aprile del 1980 batte Jimmy Snuka e per la quarta volta diventa NWA US Champion, detenendo il titolo per poco più di nove mesi, fino alla sconfitta contro un’altra leggenda come Roddy Piper. Già sette titoli conquistati e importanti regni da campione di seconda fascia da singolo. Ric Flair è pronto per “giocare con i grandi”.
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Campione mondiale NWA
I tempi sono maturi e così per due anni Ric Flair gravita in orbita titolo mondiale, finché il sogno si avvera. Il 17 settembre 1981 l’odiato Ric Flair sfida l’amatissimo campione mondiale NWA, Dusty Rhodes. Il ‘Nature Boy’ batte ‘The American Dream’ e diventa per la prima volta NWA World Heavyweight Champion. Sarà il primo titolo mondiale di una lunga serie. In totale in carriera saranno 16, ma solo volendoci fermare a quelli ufficialmente riconosciuti. Il primo regno da campione mondiale dura circa due anni (un anno e nove mesi, ndr), durante i quali Flair evolve il suo personaggio facendosi notare non solo per la bravura in-ring, ma anche per le sue doti al microfono e la capacità di farsi odiare col suo fare superbo, furbo e sleale; un ‘heel’ in tutto. Caratteristico il “Whoooo” che esclama durante i suoi promo, che l’accompagnerà per tutta la carriera. Il primo regno, come anche i suoi futuri, è caratterizzato anche da alcune dispute. Infatti, tecnicamente perde il titolo due volte riconquistandolo, ma i due cambi di cintura non sono riconosciuti a livello mondiale: il primo avviene nell’agosto del 1982 quando Jack Veneno rifiuta di perdere nella sua Santo Domingo contro Flair (si dice anche che la NWA è stata costretta a far perdere Ric dopo minacce di persone del posto, ndr), così vince il titolo, che la sera stessa viene riconsegnato a Flair; il secondo passaggio si ha invece nel gennaio del 1983 quando a vincere è Carlos Colon, che però mette in palio anche il titolo mondiale WWC, che decide di detenere, lasciando ovviamente a Flair quello NWA. Il regno di Ric Flair finisce invece sul serio nel luglio del 1983 per mano di un’altra leggenda del tempo come Harley Race. Ma pochi mesi dopo nel celebre evento NWA, Starrcade, in un epico Steel Cage match, Ric Flair batte Harley Race e per la seconda volta diventa NWA World Heavyweight Champion. Il feud con Harley Race è il marchio di fabbrica del periodo che va dalla seconda metà del 1983 alla prima metà del 1984. I due si sfidano diverse volte con Harley che riesce anche a strappare il titolo a Flair nel marzo 1984 per poi perdere ancora nello stesso mese poche settimane dopo, ma questo doppio cambio di titolo non è riconosciuto oggi. Il secondo regno da campione mondiale NWA di Ric Flair termina invece a maggio dopo poco più di cinque mesi per mano di Kerry Von Erich nell’evento organizzato dalla sua famiglia Von Erich Memorial Parade of Champions. Ma dura poco perché poche settimane più tardi, in Giappone, Ric Flair sconfigge Kerry Von Erich e torna, per la terza volta NWA World Heavyweight Champion.
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Leader dei Four Horsemen e campione mondiale incontrastato
Il terzo regno di Ric dura davvero molto, ma alle difese della cintura si affianca l’attività di leader di una celebre stable. Infatti nel 1985 i Minnesota Wrecking Crew, ossia Ole e Arn Anderson, più volte chiedono aiuto nei loro incontri al campione del mondo Flair, che dà supporto ai due negli attacchi contro i beniamini del pubblico Magnum TA, Sam Houston e soprattutto Dusty Rhodes. A loro si unisce dopo poco negli attacchi anche Tully Blanchard. Il quartetto dà vita a una delle più celebri fazioni ‘heel’ della storia del wrestling: i Four Horsemen. Ben presto al titolo mondiale di Flair si aggiungono gli altri titoli della compagnia conquistati dagli altri componenti della stable, che domina la scena a metà anni Ottanta. Negli anni seguenti i membri dei Four Horsemen cambieranno molto spesso, con la sola conferma fissa di Ric Flair e Arn Anderson. La stable arriverà a comporsi anche di gente come Lex Luger, Barry Whindham, Sid Vicious, Sting, tanto per citarne alcuni. Ma tornando a Flair, nel luglio 1986 dopo ben due anni e due mesi ininterrotti da campione, il ‘Nature Boy’ perde il titolo mondiale a vantaggio dell’idolo delle folle Dusty Rhodes in un epico incontro a The Great American Bash. Ma grazie anche all’aiuto dei Four Horsemen, dopo pochi giorni Ric torna ancora campione, battendo Dusty Rhodes nell’immediato rematch e diventando per la quarta volta NWA World Heavyweight Champion. E’ l’inizio di un altro lunghissimo regno del ‘Nature Boy’, che cede lo scettro solo dopo un altro anno e due mesi circa in favore di Ron Garvin. Ma anche Garvin, come accaduto ad altri che sono riusciti a battere Ric, si rivela essere un campione di transizione, che precede un nuovo lungo regno del biondo ossigenato. Infatti due mesi dopo Ric Flair batte Ron Garvin a Starrcade 1987 e si laurea per la quinta volta NWA World Heavyweight Champion. Nessuno ferma Ric Flair, che è protagonista di alcuni incontri straordinari e che perde il titolo mondiale solo nel febbraio del 1989 dopo un altro regno di circa un anno e tre mesi; a strappargli la corona a Chi-Town Rumble è un vecchio rivale come Ricky Steamoat, tornato in NWA dopo un eccellente stint nella WWF, compagnia che ormai è diventata leader della scena pro-wrestling e che da tempo prova ad accaparrarsi il migliore di tutti, appunto Ric Flair, che però è fedelissimo alla NWA, la cui compagnia di bandiera intanto è stata acquistata dalla WCW di Ted Turner, che mira a superare la WWF in popolarità. Ad aumentare ulteriormente la popolarità di Flair è proprio il feud con Steamboat, che vede i due sfidarsi in due incontri sensazionali a Clash of Champions e a WrestleWar del 1989, forse i migliori della carriera di entrambi i wrestler in questione.
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La rivalità con Sting
Della WCW Ric Flair è certamente il portabandiera e lo è ancor di più quando dopo il solito regno di transizione (stavolta di Steamboat), batte Ricky Steamboat a WrestleWar nel maggio 1989 e diventa per la sesta volta NWA World Heavyweight Champion. E’ l’ennesimo lungo regno del ‘Nature Boy’. Ma stavolta un nuovo avversario si profila davanti a Flair, un altro storico portabandiera della promotion di Ted Turner. Si tratta di Sting, alterego di Flair. Se Ric è il campione odioso, spavaldo e sleale, Sting è il beniamino delle folle, leale, bravo sul ring, fa sempre la cosa giusta e si fa amare. I due sono complementari e danno vita a un feud che a più riprese riprenderanno per tutta la loro carriera. Dopo una lunga rincorsa e tanti tentativi a vuoto, Sting riesce a strappare il titolo a Ric Flair a The Great American Bash del 1990, mettendo fine al regno di un anno e due mesi del ‘Nature Boy’. A differenza dei suoi predecessori, Sting riesce a difendere il titolo mondiale NWA per più tempo. Ma alla fine Ric Flair non molla la presa e riesce ancora una volta a riprendersi ciò che da anni è suo. All’inizio di gennaio del 1991 il ‘Nature Boy’ batte Sting e torna campione del mondo. Questo nuovo titolo non solo è considerato come il settimo NWA, ma anche come il primo WCW. Qui è in atto una disputa perché a causa del clamoroso passaggio con la cintura in vita nella rivale WWF, di cui parleremo più avanti, questo regno è riconosciuto oggi solo come regno NWA e non più come regno WCW, quindi sarebbe più corretto dire che battendo Sting, Ric Flair è diventato per la settima volta NWA World Heavyweight Champion, senza aggiungere altro. C’è poi anche la disputa sul doppio cambio di titolo. Infatti stavolta Ric perde il titolo dopo appena due mesi contro Tatsumi Fujinami nello speciale evento Starrcade in Tokyo Dome, in Giappone; per poi battere lo stesso Fujinami dopo altri due mesi a SuperBrawl I, diventando per l’ottava e ultima volta NWA World Heavyweight Champion. Ma questo doppio passaggio di titolo è oggi riconosciuto solo dalla WWE e dalla NWA, mentre mai è stato riconosciuto dalla WCW. Rimane una costante: Ric Flair campione.
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Lo storico passaggio in WWF e la Royal Rumble del 1992
Ma la “bomba” arriva nell’agosto del 1991. Dopo anni di vano corteggiamento, Ric Flair passa alla WWF, ormai federazione di punta del wrestling, e lo fa portando con sé il titolo NWA/WCW, che a causa del passaggio è costretto a cedere dopo quasi quattro mesi di regno. Fin da subito il ‘Nature Boy’ si pone come alterego del beniamino del pubblico, Hulk Hogan, campione del mondo WWF. Flair approfitta delle uscite con la cintura NWA per definirsi come il vero campione del mondo. Tutto lascia presagire a uno scontro epico contro l’eroe in giallo e rosso, come dimostrano i vari promo in cui Ric spesso agisce insieme ad altri heel della federazione come il celebre manager Bobby ‘The Brain’ Heenan e Mr Perfect. Intanto Flair compie il primo significativo atto alle Survivor Series del 1991, interferendo nel match per il titolo mondiale WWF tra il campione Hulk Hogan e lo sfidante, l’emergente e temibile The Undertaker, favorendo proprio la vittoria di quest’ultimo. In seguito al controverso finale del rematch tra il ‘Deadman’ e l’ ‘Hulkster’, vinto da quest’ultimo, la federazione decide di rendere vacante il titolo e metterlo in palio nella Royal Rumble. Così il 1992 inizia con Ric Flair che prende per la prima volta parte alla celebre rissa reale della WWF, entrando come terzo e rimanendo fino alla fine. Con un mix di bravura e furbizia, il ‘Nature Boy’ riesce a resistere fino in fondo, anche dinanzi a quotatissimi avversari. Rimane sul quadrato per ben 61 minuti, mettendo un record di permanenza che solo molti anni dopo sarà battuto. La furbizia è l’arma per eccellenza di Flair e la sfrutta anche questa volta. I due amici Sid Justice e Hulk Hogan sono gli ultimi rimasti nella rissa insieme al ‘Nature Boy’, ma litigano pesantemente tra loro. Così Ric ne approfitta eliminando Hulk Hogan, che però nell’uscire dal ring si trascina lo stesso Sid, lasciando Flair solo sul quadrato e vincitore della contesa. Ric Flair vince la Royal Rumble e diventa per la prima volta WWF World Heavyweight Champion.
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La prima storica Wrestlemania di Ric Flair
Il suo nono regno da campione mondiale, il primo in WWF, dura circa tre mesi. Infatti in questo periodo torna dopo una lunga assenza una grande star della compagnia come ‘Macho Man’ Randy Savage. Savage torna più combattivo che mai e lancia la sfida a Ric Flair per il titolo mondiale nel più importante evento del mondo del wrestling: Wrestlemania VIII. L’incontro è il vero main event della serata (anche se non lo è ufficialmente, ndr) e si rivela essere una sfida molto bella ed emozionante. Alla fine grazie a un furbissimo Roll-Up è proprio Savage a vincere, mettendo fine al regno di Ric Flair. Il ‘Nature Boy’ a fine match inveisce contro il neo-campione, fino al provvidenziale arrivo di Miss Elizabeth, che riesce a scacciar via Ric. Ma quest’ultimo non perde di vista l’obiettivo e continua a mirare al titolo mondiale, interferendo anche nel match a Summerslam tra il campione Savage e lo sfidante The Ultimate Warrior, per garantirsi le attenzioni di ‘Macho Man’ e ottenere la rivincita. Rivincita che finalmente arriva durante un episodio di Prime Time Wrestling poche settimane dopo Summerslam. Qui Flair batte Savage e diventa per la seconda volta WWF World Heavyweight Champion, conquistando il decimo titolo mondiale in carriera (record su record, ndr). Ma Ric non è molto soddisfatto della gestione del suo personaggio in WWF e così medita di tornare in NWA, iniziando nuove trattative. La WWF però vuole evitare lo smacco fatto anni prima alla compagnia rivale, con il proprio campione che passa alla promotion rivale con la cintura in vita. Così dopo poco più di un mese, Ric Flair perde di nuovo il titolo, venendo sconfitto dall’astro nascente Bret Hart. Il ‘Nature Boy’ inizia un feud con Mr Perfect, che sfocia in un match dove la stipulazione prevede che chi avrebbe perso sarebbe stato costretto a lasciare la WWF. Ed è esattamente ciò che avviene: vince Mr Perfect e Ric Flair lascia la WWF, tornando in NWA.
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Campione in WCW e la sfida con Hulk Hogan
Il ritorno nella sua casa d’origine, la NWA/WCW, arriva nell’estate del 1993 e subito Ric Flair batte Barry Windham a Beach Bleast, diventando ancora una volta NWA World Heavyweight Champion. Ma accade, durante questo regno, che la WCW di Ted Turner si distacca dalla NWA portando con sé anche il titolo mondiale, che assume la nuova denominazione di WCW International Heavyweight Championship, che oggi però è riconosciuto come un titolo inattivo di seconda fascia. Ma anche la stessa WCW ha un suo titolo mondiale. Così nella neonata indipendente WCW si hanno due titoli principali: il titolo mondiale WCW, detenuto da Big Van Vader, e il titolo internazionale WCW, detenuto da Flair. Ric Flair, però, perde quello internazionale dopo due mesi contro Rick Rude a Fall Brawl. Ma il ‘Nature Boy’ inizia un feud con il campione WCW Big Van Vader, arrivando allo scontro a Starrcade dove il campione mette in palio la cintura mentre Flair, ormai esperto e non più giovanissimo, mette in palio la carriera. Qui Ric Flair vince e diventa per la prima volta WCW World Heavyweight Champion (prima da quando la WCW è indipendente dalla NWA, ndr). Inizia un nuovo lungo regno, durante il quale a Clash of Champions XXVII batte Sting unificando il titolo mondiale con quello internazionale, che scompare definitivamente. Ma dopo questa unificazione, che proclama Flair come campione indiscusso, il regno giunge al termine. Infatti in WCW approda nello stupore generale un’icona come Hulk Hogan, che subito lancia la sfida al campione mondiale. Lo scontro tra leggende, solo sfiorato in WWF arriva finalmente in WCW a Bash at the Beach, dove è Hogan ad avere la meglio, mettendo fine al regno di sette mesi circa del ‘Nature Boy’. Inizia da questo momento una nuova fase della carriera di Ric Flair, dove non mancano lottato e titoli, ma dove non si raggiungeranno più le vette raggiunte finora.
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Il ritorno… da campione
Dopo la sconfitta contro Hulk Hogan, Ric Flair rimane lontano per un po’ dalle scene. L’età avanza e anche gli infortuni richiedono più tempo per essere curati. Ma il ritorno di gran carriera arriva sul finire del 1995 quando lancia la sfida al titolo mondiale, detenuto da un’altra vecchia leggenda WWF ora passata in WCW, ossia ‘Macho Man’ Randy Savage. Lo scontro avviene a Starrcade, dove Flair ‘rende il favore’ per la sconfitta di tre anni prima a Wrestlemania, battendo Savage e diventando per la seconda volta WCW World Heavyweight Champion. Ma l’epoca dei lunghi regni è ormai finita e i tempi sono cambiati con l’introduzione sistematica degli show televisivi nel wrestling. Così dopo appena un mese, in una puntata di Nitro, Ric Flair perde già il suo alloro contro Randy Savage. Il feud prosegue e appena 20 giorni dopo Flair batte ancora ‘Macho Man’ in uno Steel Cage match a SuperBrawl VI, diventando per la terza volta WCW World Heavyweight Champion e facendo salire a quota 13 i suoi titoli mondiali (8 NWA, 3 WCW e 2 WWF, contando solo quelli riconosciuti ufficialmente, ndr). Questo nuovo regno dura poco più di due mesi, ma è interrotto da un gigantesco rivale, che da un annetto si sta facendo strada facendosi chiamare The Giant (anni dopo sarà noto in WWE come Big Show, ndr). Proprio The Giant strappa la cintura al ‘Nature Boy’ in una puntata di Nitro. L’evento, unito al dilagare della terribile stable della NWO, porta alla rinascita dei Four Horsemen, con Flair che si fa con i suoi come vero portabandiera della compagnia in difesa della stessa contro i soprusi della WCW. Come leader dei Four Horsemen riesce a vincere a Bash at the Beach il titolo stanutinese contro il giovane Konnan, diventando per la quinta volta in carriera WCW US Champion, la prima con la dicitura WCW e non NWA. Ma dopo quasi due mesi di regno, a causa di un infortunio, è costretto a rendere vacante il titolo. Ma in questo periodo Flair entra anche in rotta con la dirigenza, finendo con l’essere sospeso e rimanendo a lungo fuori dalla compagnia.
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President Flair e campione a 50 anni
Il grande ritorno, una volta chiaritosi coi vertici della WCW, arriva nel 1998, nel pieno della ‘Monday Night War’ dove lo show del lunedì della WCW, Nitro, contende settimanalmente la palma del migliore a quello della WWF, Raw. Ric Flair ritorna riprendendo la sua faida con la NWO, in difesa della compagnia, e entrando in collisione in particolare con Eric Bischoff. Il feud è interessante perché vede il perfido Bischoff allearsi con la NWO e Flair riformare ancora una volta i Four Horsemen, nella nuova formazione composta da lui, Steve McMichael, Dean Malenko e il talentuoso Chris Benoit. La sfida sfocia in un match dove Flair batte Bischoff e si guadagna il diritto a essere presidente della WCW per 90 giorni. Nel feud si inserisce anche il figlio di Ric, David Flair, che battendo anche lui Bischoff in un successivo match, permette al padre di diventare a vita presidente della WCW. Per diversi mesi Ric Flair svolge un ruolo di presidente ‘heel’, un ruolo più manageriale. Ma non mancano nuove sortite in-ring. Infatti quando la NWO si ricompatta intorno al campione mondiale Hollywood Hogan (ex Hulk Hogan, ndr), Ric Flair decide di scendere in campo in prima persona per sfidare il campione per il massimo alloro. Così, dopo un tentativo a vuoto, la rivincita va in scena a Uncensored in un First Blood Steel Cage match. Qui, con la solita furbizia e tornando al suo più consono ruolo di ‘heel’, Ric Flair batte Hollywood Hogan diventando per la quarta volta WCW World Heavyweight Champion. E’ il suo quattordicesimo titolo mondiale, conquistato alla veneranda età di 50 anni. Non dura tantissimo: dopo circa un mese, a Spring Stampede, Flair perde il titolo in favore di DDP in un Four Corners match che vede coinvolti anche Sting e Hollywood Hogan con Randy Savage nel ruolo di arbitro speciale. Dopo questa sconfitta Ric Flair impazzisce al punto da firmare i documenti da presidente WCW come presidente degli Stati Uniti. Dopo qualche mese viene sfidato per la presidenza dallo storico rivale, Sting, che lo batte in un episodio di Raw, diventando presidente; carica che immediatamente lascerà.
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Gli ultimi mesi da bandiera della WCW
Il 2000 è l’anno del declino definitivo della WCW, con Ted Turner ormai alla ricerca di nuovi acquirenti per la compagnia. L’anno di Flair inizia all’insegna di vecchie faide tra leggende, tra cui quella con Hulk Hogan, che sfocia in uno Strap match perso a SuperBrawl. Ma il 2000 è segnato anche dal feud tra la fazione dei giovani talenti del New Blood e quella delle leggende riunite nel Club of Millionaires. I veterani, in questo feud, vengono spesso penalizzati dalla dirigenza, che conta sul perfido Bischoff e sul booker Vince Russo, che tutelano i giovani con giochi sporchi e soprusi. Lo stesso Ric Flair è vittima di questi giochetti di palazzo. Nel maggio del 2000, infatti, in una puntata di Nitro, il ‘Nature Boy’ batte Jeff Jarrett e diventa per la quinta volta WCW World Heavyweight Champion, giungendo a quota 15 titoli mondiali. Ma appena una settimana dopo Vince Russo, abusando del suo potere, revoca il titolo al ‘Nature Boy’ cavalcando l’onda di un collassamento per un’infezione a un orecchio dello stesso Ric durante una puntata di Nitro. Pochi giorni dopo Kevin Nash batte Jeff Jarrett diventando campione e cedendo poi cinque giorni dopo la cintura a Ric Flair, che diventa per la sesta volta WCW World Heavyweight Champion, conquistando il suo ultimo titolo mondiale, il sedicesimo in carriera tra NWA, WCW e WWF. E’ però il suo regno più breve perché nella stessa sera in cui la cintura gli viene consegnata, Jeff Jarrett lo batte e si riprende il titolo. A cavallo tra la fine del 2000 e l’inizio del 2001 Ric Flair torna a concentrarsi sulla sua attività da manager, riappacificandosi con alcuni recenti rivali e entrando a far parte di una stable ‘heel’ composta da Jeff Jarrett e da Scott Steiner, alla quale si aggiunge qualche tempo dopo anche Rick Steiner. Ma ormai la WCW è al canto del cigno e nel mese di marzo viene annunciata l’acquisizione da parte della WWF di Vince McMahon: l’eterna rivale. Così l’epilogo si ha nell’ultima storica puntata di Nitro, dove Ric Flair sfida, perdendo, il rivale storico Sting, abbracciandolo a fine match e sancendo la fine dell’era della WCW.
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Il ritorno in WWE e l’Evolution
Ma un altro grande momento nella carriera di Ric Flair sta per arrivare. Sul finire del 2001, esaurita anche la storyline dell’Invasion, con la WWF che ha definitivamente preso il sopravvento sulla WCW, il ‘Nature Boy’ a distanza di 9 anni dall’ultima apparizione, torna in WWF e lo fa nelle nuove vesti di co-proprietario della federazione. Secondo la storyline, infatti, Flair afferma di aver comprato da Shane e Stephanie, figli di Vince McMahon, il 50% delle azioni della WWF. Vince e Ric sono in costante contrasto e questo porta a un Hardcore match durissimo alla Royal Rumble del 2002, vinto proprio dal ‘Nature Boy’. L’evento manda in pazzia Vince McMahon, che decide di distruggere la sua ‘creatura’ riformando la NWO, per la prima volta in WWF, chiamando a sé Hulk Hogan, Kevin Nash e Scott Hall. Mentre Vince inizia la sua lotta per la distruzione della compagnia, che fallirà, Ric Flair inizia una faida contro The Undertaker, minacciando la sua streak di vittorie a Wrestlemania, in quel momento ferma ancora a quota 9. In un violentissimo No Holds Barred match, Ric Flair dà filo da torcere all’ex becchino, ora nelle vesti dell’ ‘American Bad Ass’, ma alla fine è proprio Taker a vincere, rimanendo imbattuto allo ‘Showcase of Immortals’, nonostante l’inteferenza dello storico partner nei Four Horsemen, Arn Anderson. La WWF, che intanto si trasforma in WWE, viene divisa in due roster, con Ric Flair che diventa proprietario di Raw, lasciando a Vince McMahon SmackDown. Ma la faida tra i due proprietari prosegue e sfocia in un match dove stavolta vince McMahon e, come da stipulazione, si prende il 100% della compagnia. Ric in questa fase torna con discreta continuità a combattere ed entra a far parte di un’altra celebre stable, che riunisce un grande del passato (lui, ndr), uno del presente come Triple H e due del futuro (come sarà, ndr) come Randy Orton e Batista. La stable è quella dell’Evolution, che si segnala oltre che per la qualità dei suoi componenti, anche per le continue scorrettezze e interferenze con i membri che si aiutano reciprocamente nel vincere i match. Celebre l’aiuto di Flair, che a Summerslam 2003 passa a Triple H lo Sladgehammer che gli permette di stendere Goldberg e di vincere l’Elimination Chamber match. Se per il titolo mondiale l’unico a essere nel giro è Triple H, Ric Flair non perde d’occhio altri titoli. Così, mentre il giovane Randy Orton si lancia per il titolo intercontinentale, il ‘Nature Boy’ e il grosso Batista fanno coppia fissa e vanno all’assalto dei titoli di coppia. Sul finire del 2003, ad Armageddon, Batista e Flair partecipano a un Tag Team Turmoil match contro La Resistance, Hurricane e Rosey, Mark Jindrak e Garrison Cade e i campioni Dudley Boyz, dove eliminando per ultimi proprio i due campioni diventano World Tag Team Champions. Il 2004 si apre con l’Evolution che ha in mano tutti i titoli del roster di Raw: quello mondiale a Triple H, quello intercontinentale a Randy Orton, quelli di coppia a Flair e Batista. Il regno da campioni di coppia di Flair e Batista dura due mesi, fino a una sconfitta contro Booker T e Rob Van Dam in un episodio di Raw, ma appena un mese dopo ‘The Animal’ e ‘The Nature Boy’ diventano per la seconda volta World Tag Team Champions, battendo RVD e Booker T in un altro episodio di Raw, detenendo i titoli per un altro mese circa fino a un nuovo ko, ancora a Raw, stavolta contro la coppia composta da Edge e dal nuovo campione mondiale Chris Benoit. Si può considerare questa l’ultima grande fase della carriera di Ric Flair. Infatti già a metà del 2004 inizia a sfaldarsi l’Evolution col tradimento nei confronti di Randy Orton e l’inizio della sua faida prima con Triple H e poi proprio con Ric Flair. Altro sfaldamento, quello definitivo, si ha nella Road to Wrestlemania del 2005, quando Batista da vincitore della Rumble decide di sfidare Triple H per il titolo mondiale, attaccando sia ‘The Game’ che Flair e mettendo fine all’Evolution. Ric da questo momento rimane qualche mese lontano dalle scene.
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‘I’m sorry… I love you’, firmato Shawn Michaels
Al suo rientro, Flair, inizia un feud con Carlito, che riesce addirittura a battere a Unforgiven, diventando per la prima volta WWE Intercontinental Champion. Durante il suo regno si sfalda anche l’amicizia con Triple H, che lo attacca dopo un match di coppia tra loro due e il team composto da Carlito e Rico. Il feud sfocia in due match, uno vinto da Flair a Taboo Tuesday e l’altro perso alle Survivor Series del 2005. In particolare, il primo dei due, uno Steel Cage match è davvero fantastico e mette in mostra le immense qualità di Ric Flair come intrattenitore nonostante l’età avanzata. Ric intanto difende il suo titolo intercontinentale, rimanendo campione fino alla sconfitta contro Shelton Benjamin in un episodio di Raw del febbraio 2006; il regno termina dopo un onorevole periodo di cinque mesi. Durante questo regno si segnala anche un clamoroso incontro con Edge in un episodio di Raw del gennaio 2006, dove in un TLC match il ‘Nature Boy’ per poco non conquista il WWE Championship, perdendo contro Edge dopo un match combattutissimo. Iniziano nuove faide, le ultime. Una di queste è con un’altra leggenda rientrante, Mick Foley. I due si affrontano in un violentissimo I Quit match a Summerslam, vinto proprio dal ‘Nature Boy’. Il 2006 regala sul finire un’altra gioia, quando Ric Flair fa coppia con un altro veterano come Roddy Piper e insieme, battendo la Spirit Squad, i due diventano World Tag Team Champions; per la terza volta per Flair, che conquista il suo ultimo titolo in carriera a Cyber Sunday, dove grazie a una votazione proprio il pubblico aveva scelto Piper come partner di Ric. Il regno dura appena otto giorni: i Rated-RKO, Edge e Randy Orton, infortunano Roddy Piper prima del loro match in un episodio di Raw, battendo facilmente Ric Flair e strappando a lui e al suo partner le cinture di coppia. Il 2007 vede Flair lottare saltuariamente. Ha un feud con Carlito, battuto a Judgment Day. Dopo il trasferimento da Raw a SmackDown, ne ha un’altro col titolo statunitense sullo sfondo con il campione MVP, ma stavolta Ric non vince nella sfida che arriva a Vengeance. Si assenta per un po’ per poi tornare a novembre con un grande annuncio: non si ritirerà mai. Ma qui entra in scena Vince McMahon, che inizia a forzare il suo ritiro dal ring imponendogli continuamente dei Career Threathening match, dove in caso di sconfitta sarebbe costretto a lasciare il pro-wrestling. Già nella sera del suo annuncio a Raw, ne ha uno, dove batte Randy Orton, grazie anche all’aiuto decisivo di Chris Jericho. Poi ne disputa altri, ma tutti si arrendono al ‘Nature Boy’: Umaga, MVP, Mr Kennedy, addirittura Triple H e perfino lo stesso Vince McMahon. Ma un nuovo avversario si fa avanti per un match epico: Shawn Michaels. Il teatro dell’ennesimo match con la carriera di Flair in palio è Wrestlemania XXIV. Pochi giorni prima il ‘Nature Boy’ diventa WWE Hall of Famer, giustissimo riconoscimento per un grandissimo di questo business. Ma intanto c’è il match. Qui, a discapito dei suoi quasi 60 anni, Ric Flair disputa una prestazione eccellente, come anche quella del suo avversario, e mostra una straordinaria resistenza quando si rialza dopo quella che sembrava la Sweet Chin Music decisiva. Alla fine, però, è esausto e commuove anche il suo rivale, che prima di colpirlo ancora con la Sweet Chin Music, esclama la frase “Scusa, ti amo” e poi lo abbraccia dopo aver ottenuto il pin vincente, che mette fine alla straordinaria carriera del 16 volte campione del mondo.
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Da qui in poi ci saranno solo alcune sporadiche apparizioni e la seconda introduzione nella WWE Hall of Fame, stavolta come membro dei Four Horsemen, nel 2012. Ric Flair ha anche uno stint nella emergente TNA prima come manager del talentuoso AJ Styles e poi come componente della stable dei Fortune, dove a lui e ad AJ Styles si aggiungono anche Kazarin e i Beer Money. Durante questo stint non combatte mai, ma compie diversi turn fino a tradire i Fortune per passare dalla parte degli Immortal, capitanati da Hulk Hogan ed Eric Bischoff. Dura un anno questo stint in TNA, poi Ric si fa da parte tornando in WWE solo nelle vesti di ospite o di manager della sua talentuosa figlia Charlotte. Compare anche nella faida del 2019 tra Triple H e Batista, aprendo il feud subendo un attacco di ‘The Animal’ nel giorno della festa per i suoi 70 anni e chiudendolo aiutando ‘The Game’ a vincere nel match di Wrestlemania 35. Addirittura negli anni seguenti ancora lo rivedremo sul ring (alla faccia del ritiro, ndr), per sporadiche apparizioni e lo si vedrà in azione in qualità di manager anche nella AEW.
Una carriera immensa per una vera icona che tutti gli amanti di questo sport-spettacolo dovrebbero conoscere.
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Dieci match da vedere di RIC FLAIR in ordine cronologico
- JCP Starrcade 1983 : Ric Flair v Harley Race (c) [Steel Cage match per il NWA World Heavyweight Championship]
- WCW Clash of Champions 1988 : Ric Flair (c) v Sting [per il NWA World Heavyweight Championship]
- WCW WrestleWar 1989 : Ric Flair v Ricky Steamboat (c) [per il NWA World Heavyweight Championship]
- WCW Clash of Champions 1989 : Ric Flair v Ricky Steamboat (c) [2 Out of 3 Falls match]
- WCW Great American Bash 1990 : Ric Flair (c) v Sting [per il NWA World Heavyweight Championship]
- WWF Wrestlemania VIII (1992) : Ric Flair (c) v ‘Macho Man’ Randy Savage [per il WWF World Heavyweight Championship]
- WCW Starrcade 1993 : Ric Flair v Big Van Vader (c) [per il WCW World Heavyweight Championship
- WWE Wrestlemania X8 (2002) : Ric Flair v The Undertaker [No Disqualification match]
- WWE Taboo Tuesday 2005 : Ric Flair v Triple H [Steel Cage match]
- WWE Wrestlemania XXIV (2006) : Ric Flair v Shawn Michaels [Career Threatening match]