Doveva essere il giorno del grande ritorno in scena di The Underaker, dell’inizio delle grandi faide in vista di Wrestlemania, di qualche straordinario annuncio per le due Royal Rumble, un mix di celebrazioni del passato e grandi annunci per il futuro prossimo. Doveva essere tante cose, ma in fin dei conti questo Raw 25 è stato davvero poca roba. Un ottimo show di intrattenimento con tante vecchie glorie che è stato bello rivedere. Ma, ecco, le abbiamo riviste; hanno strappato un sorriso, anzi più di uno. Abbiamo riso nel rivedere The Boogyeman interrompere il siparietto tra Kurt Angle e i vari storici manager nel backstage. Abbiamo goduto nel vedere ‘Million Dollar Man’ Ted DiBiase entrare al tavolo di poker con tanto di dollaroni alla mano. Ci siamo esaltati nel vedere la 3D (imperfetta a dire il vero, ndr) dei Dudley Boyz su Heath Slater. Abbiamo goduto nel rivedere alcune vecchie divas, che sono ancora in grande forma (qualcuno ha detto Trish Stratus? E Kelly Kelly? E Torrie Wilson?). Anche le “nuove leve” ci hanno fatto divertire qualche istante, come AJ Styles che imita Hulk Hogan quando viene intervistato da Mean Gene Okerlund. Sì ok, bello tutto. Ma fine a sé stesso.
Ci si attendeva il giusto mix. Qualche grande annuncio, ma nulla. Per non dire poi della scelta della doppia arena; con il pubblico Manhattan Center che ha passato due ore su tre a vedere al maxischermo ciò che accadeva al Barclays Center. L’immagine di Jerry Lawler e Jim Ross, lì per commentare, che dormono fuori onda la dice tutta, ma proprio tutta.
Il segmento della DX? Un enorme “volemose bene” che non serviva a nulla e che non aggiunge nulla. Eppure nella DX c’è Triple H che di tanto in tanto ricompare sul ring. Ci si poteva inventare qualcosa di meglio che milioni di spot ai danni dei poveri Revival. E la sconfitta di ‘Woken’ Matt Hardy contro Bray Wyatt? Mesi di costruzione mandati in fumo con un ko in pochi minuti in un match scialbo. Ma poi la vera “ciliegina” su una torta uscita male: il promo di The Undertaker. Sì ok. Bellissimo rivederlo in discreta forma e con quel ring attire stupendo, da signore della morte. Ma il discorso? Annuncerà il ritiro ufficialmente? Annuncerà l’ingresso alla Rumble o un nuovo, magari ultimo, match a Wrestlemania? No. Nulla di tutto ciò. Solo un inutile monologo per ricordarci che lì ha “seppellito” leggende come Steve Austin, Kane e Mankind. “Sì vabbè, ora vedi se non entra qualcuno a interromperlo”, ci siamo detti in tanti. Delusione anche qui. Fine del monologo e via. Bah.
Per fortuna qualcosina da salvare c’è. Il segmento vintage iniziale con Stone Cold Steve Austin che attacca con la Stunner sia Vince che Shane McMahon come ai vecchi tempi. Il ritorno di The Miz campione intercontinentale ai danni di Roman Reigns. E mettiamoci anche il segmento del main event, sebbene ripetitivo, con Strowman che distrugge tutto e tutti e mette paura anche a una bestia come Brock Lesnar in vista della Royal Rumble. Piccole, piccolissime luci in 3 ore di tante ombre. Speriamo almeno che alla Royal Rumble la WWE sappia rifarsi.