E’ arrivato ora il momento di andare oltre il singolo atleta e di analizzare gli special event. Ce ne sono stati ben 16, tutti equamente divisi: 4 i soliti interbrand intramontabili (Royal Rumble, Wrestlemania, Summerslam e Survivor Series); 6 esclusivi di Raw e 6 esclusivi di SD Live. Ma quali sono stati i migliori? Abbiamo provato a classificarli, a nostro arbitrario giudizio. Li elenchiamo uno a uno in ordine decrescente, dal peggiore al migliore secondo noi.
Fastlane. Sicuramente il peggiore tra gli esclusivi di Raw, ma probabilmente di tutto l’anno. Ancor di più se si pensa che si era in piena ‘Road to Wrestlemania’, essendo l’ultimo special event prima dello ‘Showcase of Immortals’. Davvero poca roba. Il finale con i pesi leggeri Neville e Gallagher, con la sfida al femmiile tra Bayley e Charlotte e il positivo Reigns contro Strowman (che sapranno fare di meglio comunque, ndr), alzano un po’ l’asticella di un evento noioso. A riabbassarla ci pensa il main event ‘lampo’ con Goldberg che in 28 secondi batte Kevin Owens, fino a quel momento autorevole campione universale. Bello Jericho decisivo con l’interferenza a inizio match, bello Goldberg con la cintura più importante, ma un main event così è comunque una delusione. – Top match: Roman Reigns v Braun Strowman
Battleground. Il peggiore del roster di SD Live. Davvero brutto. Parte bene con un avvincente match tra Usos e New Day, uno dei tanti della loro saga, ma poi si perde drasticamente. Nakamura contro Corbin gestito male e con pessimo finale; il pessimo Flag match tra John Cena e Rusev; perfino AJ Styles e Kevin Owens deludono. E per concludere un Punjabi Prison match tra Jinder Mahal e Randy Orton che passerà alla storia come uno dei main event più brutti di sempre. – Top match: The Usos (c) v The New Day
Backlash. Evento con alti e bassi. Tra Nakamura, all’esordio, e il suo avversario, il redivivo Dolph Ziggler è lo ‘Show-Off’ a fare più bella figura, al di là della sconfitta finale. Discreti i match tra Usos e Breezango e tra Sami Zayn e Baron Corbin. Poi il livello cala. Lo rialzano AJ Styles e Kevin Owens, ma il finale per countout rovina tutto, senza fare in modo che il match decolli. Il resto, poi, è noioso, con il culmine del main event con lo shock di Jinder Mahal campione WWE ai danni di Randy Orton. – Top match: Shinsuke Nakamura v Dolph Ziggler
Clash of Champions. Discreto spettacolo. Non da ricordare, neanche da dimenticare. Vari match sufficienti, un paio da rimuovere. Fondamentalmente delude solo il match femminile tra Natalya e Charlotte, mentre il resto bene o male è guardabile. I migliori sono il primo e l’ultimo. L’opener è il Triple Treath match per il titolo statunitense con la vittoria a sorpresa di Dolph Ziggler su Baron Corbin e Bobby Roode; il main event è il successo di AJ Styles, che si conferma campione WWE respingendo l’assalto di Jinder Mahal e ponendo forse fine una volta per tutte al suo push. Non male il Fatal Four Way di coppia vinto dagli Usos, guardabile e ben scritto pur senza far gridare al miracolo il match di coppia tra Sami Zayn & Kevin Owens contro Randy Orton & Shinsuke Nakamura con Shane McMahon e Daniel Bryan arbitri speciali, che inevitabilmente litigano tra loro facendo scaturire il turn di Bryan. Niente di eccezionale, ma c’è stato di peggio. Top match: AJ Styles (c) v Jinder Mahal
TLC. Evento condizionato dalle assenze improvvise a poche ore dal ppv di Bray Wyatt da una parte e di Roman Reigns dall’altra. Nel primo caso è un bene perché Wyatt viene sostituito nientemeno che da AJ Styles nel match contro Finn Balor, che si rivela essere dal punto di vista tecnico una vera e propria perla. Con una costruzione migliore e maggiore tempo per studiarsi avrebbero potuto regalarci un match a cinque stelle, ma le basi per un futuro supermatch ci sono tutte. Male nel secondo caso, dove Reigns all’interno dello Shield è sì sostituito dal ritorno sul ring di Kurt Angle, ma l’eroe olimpico è decisamente fuori forma. Inoltre il TLC Handicap match del main event è lungo e brutto. L’evento è comunque sulla sufficienza grazie ai match femminili (esordio di Asuka contro Emma e vittoria della Bliss sulla James), ma che è penalizzato da tanti incontri bruttini. – Top match: Finn Balor v AJ Styles
Money in the Bank. Due bei Money in the Bank match, un incontro di coppia bello ma con finale che lascia l’amaro in bocca, ma poi poco altro. L’evento si apre col primo storico Money in the Bank match femminile, vinto da Carmella con James Ellsworth che prende la briefcase al posto suo (ciò porterà all’annullamento e alla ripetizione del match, vinto comunque ancora da Carmella, ndr). Usos e New Day prendono le misure regalando un ottimo incontro, ma con esito finale per countout. Poi tanta noia, con Orton e Mahal che “regalano” un match fotocopia di Backlash. A salvare tutto ci pensa l’ottimo main event con il meglio del roster di SD Live nel Money in the Bank match, vinto da Baron Corbin, che sembra lanciare il ‘Lone Wolf’, che invece si rivelerà una delusione (terzo storico incasso fallito, cosa che succede raramente, ndr). – Top match: AJ Styles v Kevin Owens v Shinsuke Nakamura v Baron Corbin v Sami Zayn v Dolph Ziggler [Money in the Bank Ladder match]
Elimination Chamber. Discreto evento, che parte male, ma che poi si riprende con incontri non memorabili, ma comunque gradevoli: il Tag Team Turmoil match; la sfida tra Nikki Bella e Natalya; la resa dei conti nella Wyatt Family dissolta tra Randy Orton e Luke Harper. E poi il gran bel main event con Bray Wyatt che vince l’Elimination Chamber contro il top del roster di SD Live e diventa per la prima volta campione WWE. – Top match: John Cena (c) v AJ Styles v Dean Ambrose v Bray Wyatt v Baron Corbin v The Miz [Elimination Chamber match]
Payback. Buonissimo evento, se non fosse stato per quell’obbrobrio dell’House of Horrors match tra Randy Orton e Bray Wyatt. Chris Jericho e Kevin Owens regalano uno spettacolo anche migliore di quello di Wrestlemania; Austin Aries e Neville fanno ancora benissimo, anche se il finale per squalifica lascia l’amaro in bocca. Bene gli Hardyz su Cesaro e Sheamus, bello anche Seth Rollins contro Samoa Joe. La Bliss diventa campionessa ai danni di Bayley. Tutti match più che sufficienti e il main event stupisce tutti con Braun Strowman e Roman Reigns che dimostrano di avere feeling sul ring sfornando un buonissimo incontro. – Top match: The Hardy Boyz (c) v Cesaro/Sheamus
Extreme Rules. Sì, è vero, è stato poco “extreme”, ma non considerando troppo il tema dell’evento e guardando solo i match non è stato malissimo. Se si pretende (anche giustamente, ndr) che un evento basato sull’estremo ci porti effettivamente qualcosa di estremo sugli schermi, allora è chiaramente una delusione. Ma se si guarda lo spettacolo e basta non è affatto male. The Miz contro Dean Ambrose più che buono; stesso dicasi per lo Steel Cage match tra Hardyz e Cesaro & Sheamus, gestito male, forse, ma non affatto brutto; così come l’ultimo capitolo di Neville contro Aries. Pessimo il match tra la Bliss e Bayley; ottimo il main event con botte da orbi tra Reigns, Rollins, Balor, Joe e Wyatt. – Top match: Roman Reigns v Seth Rollins v Finn Balor v Samoa Joe v Bray Wyatt [Fatal Five Way match]
No Mercy. Gran bell’evento, con ottimi match. Un più che positivo Balor contro Wyatt, anche migliore del match di Summerslam; un gradevolissimo match femminile a cinque con la Bliss che la spunta ancora. Poi il passaggio di consegne da John Cena a Roman Reigns al termine di un match che parte male ma poi decolla, pur senza far gridare al miracolo. Ma la vera perla è il match di coppia tra Rollins ed Ambrose contro Cesaro e Sheamus, che regala pathos ed emozioni incredibili. Peccato solo per l’attesissimo main event tra Lesnar e Strowman, che si rivela essere invece brutto e poco coinvolgente. – Top match: Seth Rollins/Dean Ambrose (c) v Cesaro/Sheamus
Hell in a Cell. In un evento col il tema dell’Hell in a Cell è fondamentale non fallire i match a tema. Obiettivo centrato alla grandissima. Gli Hell in a Cell aprono e chiudono il ppv e sono due tra i match più belli dell’anno. Prima l’ultimo capitolo, fantastico, della saga tra New Day e Usos; in chiusura il fantastico match tra Shane McMahon e Kevin Owens, con tanto di lotta sulla gabbia, volo suicida di Shane e turn heel clamoroso di Sami Zayn, che aiuta il nemico di sempre Owens. Nel mezzo c’è qualcosa di carino, come il sufficiente Orton contro Rusev e il match a tre tra AJ Styles, Baron Corbin e Tye Dillinger. Ma c’è anche qualcosa da buttare, come il deludente Nakamura contro Mahal. – Top match: Kevin Owens v Shane McMahon [Falls Count Anywhere Hell in a Cell match]
Great Balls of Fire. Tra gli eventi non interbrand indubbiamente il migliore. Eppure parte male, con due match deludenti (su tutti Rollins contro Wyatt, ndr). Il livello poi, però, inizia a salire. Fantastico Iron Man match di 30 minuti tra gli Hardy Boyz e Cesaro & Sheamus, che chiude il feud e regala un incontro lungo ma gestito bene e davvero molto avvincente. Bello anche il match tra Sasha Banks e Alexa Bliss, nonostante il finale per countout. Legnate ed emozioni durante e dopo l’Ambulance match senza esclusione di colpi tra Roman Reigns e Braun Strowman. Capitolo a parte il main event, dove tra Lesnar e Samoa Joe si vede qualcosa di buono, ma dura davvero troppo poco: ci sono tutte le premesse per un grande match, ma il finale è troppo improvviso. – Top match: Cesaro/Sheamus (c) v The Hardy Boyz [30-minute Iron Man match]
Summerslam. I big four sono delle tappe fondamentali nell’anno della WWE ed è importante non sbagliarli. E la WWE in questo ha centrato pienamente l’obiettivo nel 2017. Di questi Summerslam è, forse, il meno bello, ma comunque è stato un ottimo show. Qualche basso, certo, ma anche tanti alti. Anzitutto un supermatch nel pre-show (dove in genere gli incontri sono sul livello di un qualsiasi match televisivo o da live event, ndr). Spettacolo, infatti, tra Usos e New Day. Poi lo show principale: tanta roba. Parte male con un deludente Cena contro Corbin, lo squash di Orton ai danni di Rusev e tanta noia, ma poi il livello si alza di brutto. Bene le donne: Sasha Banks che batte Alexa Bliss e diventa campionessa, anche se durerà poco; bene anche Balor contro Wyatt; spettacolo assoluto con Rollins e Ambrose che tornano campioni battendo Cesaro e Sheamus; AJ Styles e Kevin Owens che finalmente tirano fuori un match degno dei loro nomi. Poi, dopo il deludente Mahal contro Nakamura, si toccano livelli altissimi col main event. Niente tecnica, solo botte da fabbri e colpi di scena nel Fatal Four Way per il titolo universale, dove Braun Strowman tocca il punto più alto del suo push finora, pur non vincendo, e dove Brock Lesnar si conferma campione con tanto di pin decisivo su Roman Reigns (che era stato il primo a reclamare la title shot nella storyline, ndr). – Top match: Brock Lesnar (c) v Roman Reigns v Samoa Joe v Braun Strowman [Fatal Four Way match]
Wrestlemania 33. C’è poco da fare. Wrestlemania è sempre Wrestlemania. C’era però da “vendicare” un’edizione non eccezionale come quella del 2016. Stavolta, pur senza match a cinque stelle, lo ‘Showcase of Immortals’ non ha tradito e soprattuto a regalato i famosi Wrestlemania moments che la faranno ricordare in futuro. Il ritorno degli Hardy Boyz, con tanto di conquista dei titoli di coppia dopo un gran bel ladder match a quattro; la proposta di matrimonio in pubblico di John Cena a Nikki Bella; il ritiro (se davvero è un ritiro, ndr) di The Undertaker. E poi i match. Belli già dal kick off con un’ottima sfida tra Neville e Austin Aries. Quindi il fantastico opener tra AJ Styles e Shane McMahon, tra i più belli di questo 2017. Sicuramente positive, pur senza toccare vette straordinarie, le sfide tra Owens e Jericho e il match a quattro per il titolo femminile di Raw con vittoria di Bayley, che anticipano il bellissimo ladder match con protagonisti gli Hardyz. E se Rollins contro Triple H è bello ma non incanta come ci si attendeva e Orton contro Wyatt si rivela noioso, il livello si alza col match che la critica aveva messo più in dubbio: Brock Lesnar contro Goldberg. Grande scrittura. I due non possono garantire match lunghi? Bene, allora facciamoli picchiare in 5 minuti ad elevata intensità. Si vedono: tre Spear, un Jackhammer, dieci German Suplex e una F5 e che il regno di ‘The Beast’ abbia inizio. Peccato il main event. Si sceglie di inserire The Undertaker contro Roman Reigns, ma sul piano del lottato non è stata una gran cosa. Match bruttino. Non peggio di alcuni altri main event di WM passati, ma da non ricordare. Se non per l’esito e per il post. Sul primo punto perché Roman Reigns si lancia a simbolo della compagnia battendo il (quasi) imbattibile di Wrestlemania; il secondo perché è uno dei momenti più tristi, col ‘Deadman’ che depone le armi. – Top match: AJ Styles v Shane McMahon
Survivor Series. Il fatto che le Survivor Series da un paio di anni a questa parte sono ormai l’evento della sfida tra i due brand forse snatura il ppv. Ma se nel 2016 la scelta si è rivelata un mezzo passo falso, stavolta ci siamo. Un ottimo evento con bei match. Su tutti lo splendido incontro tra i due campioni mondiali, Brock Lesnar e AJ Styles, con ‘The Beast’ che dura più di 10 minuti e che sfodera grazie anche a uno straordinario Styles una grandiosa prestazione. Fantastico l’opener tra il riunito Shield e il New Day, con un finale palpitante; bello anche quello tra i campioni di coppia, Usos da una parte, Cesaro e Sheamus dall’altra; davvero ben fatto anche quello tra le campionesse femminili, Charlotte Flair e Alexa Bliss, che sancisce la definitiva crescita della ‘Goddess’ nonostante la sconfitta. Guardabile Miz contro Corbin; bello, anche se senza eccessi, il match a squadre femminile. Un solo vero grande flop. Il main event. La sfida a squadre maschile pecca maledettamente: i nuovi eliminati dal nulla (Roode, Nakamura, Balor, Joe), esattamente come alcune leggende messe effettivamente lì a caso (Cena e Orton). Gli ultimi rimasti sono da una parte il solo Shane McMahon e dall’altra i non più giovanissimi Triple H e Kurt Angle affiancati dall’unica vera ‘nuova leva’, Braun Strowman. Sicuramente il finale si salva in chiave storyline per il futuro, con Triple H decisivo e che salva il non amato Angle, ma nel complesso è il punto più deludente dell’evento. – Top match: Brock Lesnar v AJ Styles [Champion v Champion match]
Royal Rumble. Nel complesso, la Royal Rumble si rivela l’evento migliore. Nessuno speciale event tocca le vette di questo evento, che pure qualche zona d’ombra ce l’ha. Si parte bene con Neville che inizia il lungo regno da campione tra i pesi leggeri; si prosegue con un’ottima vittoria di Charlotte su Bayley. Ma sono i due match per i due titoli principali a illuminare. Prima Kevin Owens contro Roman Reigns in un match senza squalifiche per il titolo universale, con tanto di Chris Jericho sospeso sul ring in una shark cage: sfida fantastica, cattiva, con una buona dose di tecnica (di Owens principalmente, ndr) e con emozioni a valanga, come il fantastico finale con l’intervento di Strowman che dà inizio alla faida con Reigns, facendolo perdere contro un ‘Prizefighter’ esausto. Ma non è tutto perché poco dopo la WWE ci regala quello che è a tutti gli effetti il match dell’anno. John Cena contro AJ Styles per il titolo WWE. Una sola parola: il wrestling. Azione tutta ‘in ring’. No giochi sporchi, tanti near falls, tante sottomissioni, tanti reverse, tecnica sopraffina di Styles, buonissima risposta tecnica anche di Cena (spesso criticato ingiustamente su questo punto, ndr). il ‘Phenomenal’ che esce ancora una volta, come a Summerslam 2016, da una Super AA, ma che più tardi cede comunque e John Cena che entra nella storia raggiungendo Ric Flair a quota 16 titoli mondiali (per il ‘Nature Boy’ 8 titoli NWA, 6 titoli WCW e 2 titoli WWE; per il bostoniano 13 titoli WWE e 3 titoli World Heavyeight, ndr). Si chiude con la rissa reale. Vittoria a sorpresa di Randy Orton, che la spunta su avversari ben più quotati come Goldberg, Lesnar, Undertaker e Strowman. Ma al di là del vincitore, che come colpo di scena ci può stare, rimane l’amaro in bocca per la totale assenza di sorprese. Nessun ritorno o debutto eccellente. E quell’entrata numero 30 che spegne ogni entusiasmo: Roman Reigns, che aveva già lottato prima. Nulla da dire su Reigns, che anzi abbiamo eletto wrestler dell’anno, ma di certo come entrata finale ci si attendeva altro. Non uno che aveva già lottato prima. Peccato perché la rissa in sé non è stata così male, come alcuni sul web dicono. Ce ne sono state di peggiori, ma sicuramente anche di migliori. E chissà che forse per renderla fantastica o anche semplicemente più bella sarebbe bastato sorprendere un po’ di più i fan con un paio di entrate? Sarebbe stata la ciliegina sulla torta del miglior ppv dell’anno. – Top match: AJ Styles (c) v John Cena