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Ed è arrivato il momento di assegnare i premi per questo 2017. Nel primo dei tre post ci concentriamo su due categorie: quella femminile e quella tag team/stable. Chi ha brillato?

BEST FEMALE

alexa bliss
Alexa Bliss

Il premio donna dell’anno non può che andare ad Alexa Bliss. La ‘Goddess’ ha praticamente condotto quasi l’intero anno con la cintura di campionessa femminile di uno dei due roster in vita. Praticamente campionessa di SD fino a Wrestlemania; passa a Raw e quasi subito conquista l’alloro femminile del roster e salvo 8 giorni di regno di Sasha Banks, è lei a dominare la scena col titolo in vita. Bravissima al microfono, dove sa farsi odiare e recita benissimo il ruolo di heel. Migliorata vistosamente anche sul ring, dove tecnicamente rimane dietro ad altre big, ma dove riesce allo stesso tempo a non sfigurare e soprattutto a coinvolgere con la sua teatralità. Alcuni suoi match, anche quelli persi, sono delle chicche, come quello perso immeritatamente contro Charlotte Flair alle Survivor Series. E’ l’anno della ‘Dea’.

Meritano il podio anche Carmella e Charlotte Flair. La prima perché è entrata nella storia divenendo la prima Miss Money in the Bank della storia, vincendo la ‘briefcase’ per ben due volte: prima nell’apposito ppv e poi, dopo l’annullamento dell’incontro, nel rematch di SD Live. Charlotte la inseriamo non tanto per l’anno, che non è stato nulla di che a differenza del precedente, ma perché con la conquista del titolo femminile a SD Live è entrata nella storia non solo per aver vinto il titolo femminile in entrambi i roster, ma per essere stata l’unica ad aver vinto tutti i titoli femminili possibili in carriera nella WWE (ex Divas Championship, NXT Women’s Championship e quelli di Raw e SD, ndr).

 

 

BEST TAG TEAM

sheamus cesaro
Sheamus & Cesaro

Scegliere il tag team migliore dell’anno non è facile, ma tra le varie opzioni probabilmente la palma del migliore la meritano Cesaro & Sheamus. Non tanto in termini tecnici, dove non sono affatto male ma probabilmente ce ne sono di migliori, quanto in termini di teatralità e di miglioramenti. Due wrestler nati come singoli, quasi parcheggiati nella categoria tag team, ma che col tempo hanno trovato una sinergia sempre maggiore, tanto da meritarsi a più riprese un ruolo da protagonisti a Raw. Dopo un inizio anno difficile, con le cinture perse e uno ‘split’ che sembrava vicino, i due iniziano a trovare la quadratura e a regalare vari match interessanti. Bella la faida vinta con gli Hardy Boyz, che regala un piacevole match con turn heel a Payback, ma soprattutto un fantastico Iron Man match a Great Balls of Fire. Ancora più bella e con match ancora più stupefacenti quella con Seth Rollins e Dean Ambrose, dove lo svizzero e l’irlandese a più riprese perdono e riconquistano i titoli di coppia. Evoluzione straordinaria di un tag team improvvisato.

Sul podio non possono mancare i due tag team portanti di SD Live, ossia The Usos e The New Day, che a suon di straordinarie prestazioni hanno tenuto viva una scena che nel loro roster scarseggiava di talenti. Gli Usos nella loro nuova gimmick sono davvero fighi, senza contare poi la qualità del loro lottato. Il New Day riesce ancora una volta a rendersi fantastico: i tre fanno ridere, ma quando salgono sul ring fanno sul serio con le loro manovre. Le sfide di Money in the Bank, Battleground, Summerslam e Hell in a Cell tra Usos e New Day sono stati dei fantastici esempi di come dovrebbero essere i match di coppia.

Menzione d’onore, ma senza podio, per i redivivi Seth Rollins e Dean Ambrose e per gli Hardy Boyz, che nel periodo immediatamente successivo al loro ritorno hanno fatto benissimo per poi spegnersi.

 

FEUD DELL’ANNO

In un anno dove la costruzione delle storie quasi sempre ha lasciato a desiderare o comunque ha lasciato alcune zone d’ombra, ci sono alcune storyline raccontate e scritte benissimo. La migliore è quella che ha coinvolto Roman Reigns e Braun Strowman, che a suon di legnate ha saputo coinvolgere gli spettatori ed elevare lo status dei due protagonisti: Reigns è riuscito a ottenere qualche maggiore apprezzamento e a rilanciarsi come volto della compagnia, Strowman si è evoluto al punto di diventare un affidabilissimo main eventer. Tutto inizia alla Royal Rumble, quando col suo intervento Braun Strowman causa la sconfitta di Roman Reigns nel match contro Kevin Owens, impedendo al ‘Big Dog’ di conquistare il titolo universale. Poi inizia la carrellata di sfide. Si comincia a Fastlane, dove ha la meglio Reigns. Piccola interruzione in vista di Wrestlemania, dove le attenzioni di Roman si concentrano su The Undertaker, ma superato lo ‘Showcase of Immortals’ i due tornano a contatto. Strowman quasi infortuna Reigns, per poi batterlo a Payback. Roman si prende la rivincita, infortunando uno Strowman che sembrava lanciatissimo per il titolo universale. Poi però il gigante ritorna e i due danno vita a un fantastico Ambulance match a Great Balls of Fire, dove vince Strowman, ma dove Reigns si sfoga a fine incontro distruggendo l’ambulanza in cui ha rinchiuso il ‘Monster Among Men’. Qualche settimana dopo, a Raw, Strowman vince ancora, grazie anche al decisivo intervento di Samoa Joe, aggiudicandosi definitivamente la faida. A Summerslam entrambi, insieme a Samoa Joe, vanno per il titolo universale, ma trovano in Brock Lesnar un ostacolo troppo grande e per il solo Strowman la storia si ripete un mese dopo nella sfida contro ‘The Beast’, ma questa è un’altra storia.

Si segnalano comunque altri due ottimi feud, entrambi con protagonista Kevin Owens. Prima quello dello ‘split’ con l’ex amico Chris Jericho e poi quello con il commissioner di SD Live, Shane McMahon. Se nel primo caso i match di resa dei conti sono stati belli ma non memorabili, quello di Hell in a Cell contro Shane O’ Mac è di diritto uno dei migliori dell’anno. Altra differenza tra le due faide: nella prima è Chris Jericho a recitare la parte portante, nella seconda si vede invece tutta la qualità al microfono di Kevin Owens.

 

ESORDIENTE DELL’ANNO

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Asuka

Ha esordito nel main roster verso la fine dell’anno a ottobre, ma di certo è stata lei la migliore esordiente. Stiamo parlando di Asuka. La giapponese arriva nel main roster direttamente a TLC e si presenta con una streak di vittorie superiore a quella di Goldberg e con un regno lunghissimo da campionessa femminile NXT alle spalle, interrotto solo da un lieve infortunio, che è servito però come pretesto per passare dal roster di sviluppo a quello principale. Da quando è nel main roster non ha ancora sfidato avversarie di altissimo livello, va detto. Ma ha sempre vinto ed è stata decisiva alle Survivor Series nel match a squadre femminile, unico vero acuto.

La ‘Empress of Tomorrow’ ha avuto un impatto anche maggiore rispetto ad altri tre esordienti di lusso come Samoa Joe, Shinsuke Nakamura e Bobby Roode.

 

RITORNO DELL’ANNO

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dopo circa 7 anni di assenza gli Hardy Boyz fanno il loro ritorno in WWE a Wrestlemania

Di ritorni ce ne sono stati, ma probabilmente quello che ha avuto un maggiore effetto è stato quello degli Hardy Boyz. Wrestlemania 33: sta per iniziare un ladder match di coppia a tre con protagonisti Luke Gallows e Karl Anderson da una parte, Cesaro e Sheamus dall’altra ed Enzo Amore e Big Cass dall’altra ancora. Quando all’improvviso entra il New Day, special host dell’evento, che annuncia che la sfida sarà a quattro coppie e nell’arena risuona la vecchia musica degli Hardyz. Jeff e Matt mancavano dal 2011. Sono reduci dai trionfi in ROH e soprattutto in TNA/Impact, dove hanno avuto successo con la loro gimmick ‘Broken’, che solo a fine anno viene ripescata anche in WWE. Momento di delirio puro, che culmina con la vittoria del match e la conquista dei titoli di coppia da parte del ‘Team Xtreme’, che li deterrà per circa due mesi.

Si segnalano comunque anche l’attesissimo ritorno tra le donne di Paige dopo un lungo infortunio e il ritorno ‘one night only’ di Chris Jericho nella puntata di SD Live del 25 luglio, che costa il titolo statunitense a Kevin Owens, quasi a segnare la vendetta per quanto accaduto qualche mese prima.

 

MOMENTO DELL’ANNO

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cappello, mantello e guanti a terra: The Undertaker si ritira

Il momento dell’anno è senza dubbio uno: il ritiro di The Undertaker a Wrestlemania. Apriamo una parentesi: viene pubblicizzato da tutti come un ritiro e vista l’età e la condizione del ‘Deadman’ sembra la cosa più probabile; ma non c’è mai stata una dichiarazione ufficiale in tal senso. Dando per buona questa notizia non c’è dubbio che The Undertaker ha lasciato il segno. Non tanto per il match perso contro Reigns, non peggiore di altri main event ma neanche sensazionale. Quanto per il finale a effetto, con la folla che lo acclama e lui che deposita al tappeto le sue “armi” da battaglia, quasi a voler dire “basta così”. Momento emozionante che rende onore a 30 anni di carriera incredibile di un atleta sensazionale e di uno dei personaggi più indovinati della storia della WWE e di tutto il wrestling.

Da segnalare, però, anche il fantastico episodio del collasso del ring tra Braun Strowman e Big Show in un episodio di Raw e la shockante vittoria del titolo WWE di Jinder Mahal, che a sorpreso tutti visto che appena un mese prima era solo uno dei tanti jobber.

 

Di Mario Grasso

Ex giornalista, ora scrivo solo per passione su questo sito. Laureato in Giurisprudenza. Buyer presso Autostrade per l'Italia. Da sempre appassionato di wrestling, ho dato vita nel 2017 a WWEMania, in cui mi diletto in report e qualche editoriale, oltre che all'archivio storico di titoli ed eventi. Scegliere i miei preferiti di sempre è abbastanza dura, ma faccio 4 nomi: Hulk Hogan, The Undertaker, The Rock e Shawn Michaels. Ma anche tantissimi altri: Brock Lesnar, Chris Benoit, CM Punk, AJ Styles, Rey Mysterio, Goldberg, Sting, solo per dire qualche nome. Tra quelli di oggi senza dubbio Seth Rollins, Cody Rhodes e Roman Reigns