La Los Angeles Sports Arena di Los Angeles apre le porte per un’edizione di Wrestlemania ttutta incentrata sull’americanismo, in pieno periodo di Guerra del Golfo. Il tema della settima edizione non è solo il wrestling, ma un vero e proprio scontro identitario.
RISULTATI
- The Rockers [Shawn Michaels/Marty Jannetty] battono The Barbarian & Haku
- The Texas Tornado batte Dino Bravo
- The British Bulldog batte The Warlord
- The Nasty Boys [Brian Knobbs/Jerry Sags] battono The Hart Fundation [Bret Hart/Jim Neidhart] (c) e diventano WWF World Tag Team Champions
- Blindfold match: Jake Roberts batte Rick Martel
- The Undertaker batte Jimmy Snuka
- Retirement match: The Ultimate Warrior batte Randy Savage. Randy Savage deve lasciare la WWF
- Tenryu & Kitao battono Demolition [Ax/Smash]
- Big Boss Man batte Mr Perfect (c) per squalifica. Mr Perfect rimane WWF Intercontinental Champion
- Earthquake batte Greg Valentine
- The Legion of Doom [Hawk/Animal] battono Power and Glory [Paul Roma/Hercules]
- Virgil batte Ted DiBiase per countout
- The Mountie batte Tito Santana
- Hulk Hogan batte Sgt Slaughter (c) e diventa WWF World Heavyweight Champion
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La settima edizione di Wrestlemania è aperta da vari match, ma quello più particolare è certamente il blindfold match tra Jake ‘the Snake’ Roberts e ‘the Model’ Rick Martel. I due si affrontano in un incontro dove lottano col volto coperto. Ne viene fuori qualcosa di bizzarro, tecnicamente assolutamente ingiudicabile, ma certamente intrattiene bene. La vittoria va a Roberts.
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A novembre 1990, nelle Survivor Series, ha fatto il suo esordio un wrestler che fa paura. Si tratta di The Undertaker, un omone molto cupo, che sembra imbattibile e che ha l’abitudine di sbarazzarsi in pochi minuti dei suoi avversari, spesso rinchiudendoli in sacchi o in bare a fine match. Un avversario che veste come un becchino e che sembra provenire dal mondo dei morti. Tutti hanno paura di lui. Jimmy Snuka, suo avversario a Wrestlemania VII, non fa eccezione e viene sconfitto in pochi minuti. Tutti sanno che The Undertaker farà strada. Nessuno può immaginare che questa sarà la prima di un’incredibile serie di vittorie consecutive del becchino nel più importante evento di wrestling.
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Sicuramente il match più bello di questa edizione, ma a pieno titolo tra match più belli di sempre della storia di Wrestlemania, è il Retirement match tra The Ultimate Warrior e ‘Macho King’ Randy Savage. La faida comincia quando Warrior è ancora campione WWF. Savage vince il King of the Ring, si fa chiamare ‘Macho King’ e ritiene di meritare una chance per il titolo WWF Warrior rifiuta sempre e Savage si fa giustizia da sé alla Royal Rumble, irrompendo nel match tra il campione e Sgt Slaughter, causando la sconfitta del primo. A quel punto la rivalità esplode e viene annunciato lo scontro tra i due in un Retirement match, cioè un incontro con la carriera in palio: chi perde è fuori per sempre dal mondo del wrestling. Incontro davvero incredibile. The Ultimate Warrior prova a dominare con la sua strapotenza fisica. Randy Savage compensa con una maggiore agilità, con una maggiore astuzia e con le interferenze frequenti della sua compagna, Sensational ‘Queen’ Sherri. Il finale è, però, il punto più alto. ‘Macho King’, dopo averne prese un bel po’, riesce a prendere il sopravvento e decide di finire il suo avversario, rifilandogli ben cinque Big Elbow. Sembra finita, ma Warrior resiste e reagisce. Solita raffica di Clothesline e Big Splash finale, ma anche Savage resiste. Ancora qualche minuto e Warrior riprende il sopravvento con le sue solite Clothesline che stordiscono e mandano tre volte ‘Macho King’ fuori dal quadrato. Alla fine per Savage anche l’umiliazione di essere schienato con Warrior in piedi che appoggia solo il suo stivale sul corpo dell’avversario. Vince Warrior, la carriera di Randy Savage finisce qui. A fine incontro, dopo la standing ovation per il vincitore, ecco il momento epico e strappalacrime della serata. Sherri volta le spalle a Savage e inizia a prenderlo a calci, ma dal pubblico arriva Miss Elizabeth, la vecchia compagna di Randy, che scaccia via Sherri. Savage si riprende ed è visibilmente sorpreso e alla fine si ricongiunge con Elizabeth. La regia riprende molti volti in lacrime tra la folla. Per la cronaca, come spesso accade della storia del wrestling, la regola del Retirement match viene raggirata. Negli anni a venire Randy Savage tornerà (sia nella WWF che nella WCW).
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Altro momento è il ritorno di Andre The Giant, che attacca il campione intercontinentale Mr Perfect durante il suo match contro Big Boss Man, causando però la squalifica.
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Prima del main event va in scena anche lo scontro tra ‘the Million Dollar Man’ Ted DiBiase e il suo maggiordomo, Virgil, che si ribella al padrone dopo anni. Incontro bruttino, vinto da DiBiase, che a fine match dice a Virgil che ‘tutto ha un prezzo’, ma riceve la risposta violenta del suo maggiordomo.
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Il main event è la sfida dell’orgoglio americano. Come detto prima, il campione WWF è Sgt Slaughter. Si tratta di un sergente che nel corso della Guerra del Golfo ha maturato una forte simpatia per la causa irachena, voltando le spalle agli Stati Uniti e facendosi raffigurare con la bandiera dell’Iraq. Inutile dire che al pubblico non piace e ancor di più dopo la conquista del titolo ai danni dell’amatissimo The Ultimate Warrior. La storia è già scritta. Il voltagabbana, l’amante della causa irachena, può essere contrastato da una sola persona. Chi se non lui? Hulk Hogan, il ‘real american’, l’eroe statunitense, il più amato dal popolo. Hogan vince la Royal Rumble e già lì innalza al cielo la bandiera a stelle e strisce. Poco dopo lancia la sua sfida al traditore Slaughter per il titolo WWF. Si arriva all’incontro di Wrestlemania VII. Tutti gridano “USA USA” e spingono Hogan verso la vittoria. Il match non è bellissimo, ma ha il suo appeal, con Slaughter che riesce a farsi odiare ancor di più con le sue manovre scorrette e con l’aiuto del suo manager, Colonel Mustafa. L’Hulkster esce dalla Camel Clutch, ma rimane stordito. La sconfitta è vicina e il campione prova a chiuderla in trionfo, schienando Hogan appoggiando la bandiera irachena sul suo corpo. Ma è un atteggiamento che il ‘real american’ non può accettare. Resiste e si desta. Reazione veemente, che culmina col Leg Drop of Doom sul rivale. Hulk Hogan vince ed è acclamatissimo dal pubblico. E’ di nuovo campione WWF, ma per molti è il trionfo dell’America sul male. Per la serie: wrestling spaccato della vita reale.